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Verso una legge sull’Open Source: incontro pubblico 23/09 | Udine

Verso una legge sull’Open Source. Soluzioni per la didattica e tutela della privacy dei minori” è il titolo dell’incontro organizzato a cura del Gruppo Misto che si terrà mercoledì 23 settembre, dalle ore 16 alle ore 18, c/o l’auditorium Comelli – Palazzo della Regione FVG a Udine in Via Cecilia Gradenigo Sabbadini, 31. Parteciperanno all’incontro come relatori: Furio Honsell, Angelo Raffaele Meo, Modolo Alain, Matteo Ruffoni, Paolo Dongilli e Giorgio Favaro.
Dati i posti limitati in sala si consiglia la prenotazione al nr. 040/3773278 o inviare una e-mail [email protected].

Sul Documento di Economia e Finanza Regionale 2021: la mia relazione

Come un mantra viene ripetuto in modo martellante nei documenti che ci sono stati consegnati (addirittura 3 volte verbatim) l’affermazione “In attesa della definizione del quadro finanziario […] non risulta attualmente possibile effettuare una puntuale previsione finanziaria e di conseguenza non si rilevano margini per operare scelte strategiche né per la seconda parte dell’anno 2020 né per l’inizio dell’anno 2121.”

A fronte delle oltre 100 pagine del DEFR 2020, il DEFR 2021 si articola solamente in 24, manca completamente tutta la parte programmatica ovvero quella relativa alle cosiddette Missioni.

Con osservanza religiosa, in un clima paradossale, la maggioranza ha comunque approvato questo “importante documento programmatorio con cui la Regione determina gli obiettivi dei propri bilanci annuali e pluriennali”, ai sensi del decreto legislativo 118/2011, secondo le modalità previste dall’allegato 4/1, che definisce il sistema di programmazione. Insomma è stata approvata la programmazione vuota!

La cosa non mi stupirebbe se stessimo parlando dell’universo cantoriano della gerarchia degli insiemi di Von Neumann, che costituisce il quadro ontologico-fondazionale della matematica più condiviso e che si può riassumere con la formula apparentemente paradossale “tutto si fonda sull’insieme vuoto”. Ma rimandare l’intera programmazione alla Nota di Aggiornamento del DEFR 2021 da approvare contestualmente al Bilancio pluriennale 2021-2023, il prossimo dicembre, sembra un classico “mandare la palla in tribuna” per usare una metafora calcistica molto frequentata in questo Consiglio.

Sebbene sia condivisibile l’incertezza sulle stime del gettito fiscale, sia diretto che compartecipato, a seguito della recessione innescata dall’emergenza epidemiologica, e sia certamente prevedibile un aumento delle spese volte alla prevenzione di un secondo picco dell’epidemia in autunno, si profila però a compensazione di ciò una quota significativa di entrate derivante dal Recovery Fund, ed eventualmente anche dal MES, per la nostra regione. Inoltre ci sono i contributi statali straordinari attualmente in discussione che dovrebbero ammontare a quasi 500M per il FVG. Si rimane dunque sconcertati nel riconoscere che la Giunta ha rinunciato a delineare una rotta in un momento così difficile. E constatare che preferisca sancire il principio della navigazione a vista non solo sul piano immediato ma anche su quello programmatico.

Ricordo al riguardo che le fonti legislative che disciplinano la riforma del 2011 dell’ordinamento finanziario e contabile delle Regioni, ispirato al principio programmatorio, ben sottolineano come carattere qualificante della programmazione siano la valenza pluriennale del processo e soprattutto la lettura non solo contabile dei documenti nei quali le decisioni politiche e gestionali trovano concreta attuazione.

A nostro avviso con questa scelta è venuto meno un dovere programmatorio della Giunta, e il DEFR proposto è ai limiti dell’illegittimità amministrativa. Non ha senso sospendere il principio programmatorio a seguito di una congiuntura meramente finanziaria, per quanto complessa. Tanto più che moltissimo ci sarebbe da pianificare!

Più volte ho detto che così operando viene meno un ruolo fondamentale da parte di coloro che si sono candidati a guidare la Regione e hanno ricevuto tale mandato attraverso le elezioni. Così operando, manca nella loro azione politica l’aspetto più importante ovvero la leadership, cioè la capacità di ispirare la regione e di indicare un possibile percorso. È la leadership la qualità che deve essere presente soprattutto nei momenti critici.

Analizzando più in dettaglio questo DEFR mutilato nelle sue parti macroeconomiche emerge una regione FVG nella quale oltre il 60% si dichiarava soddisfatto della propria qualità della vita e nella quale oltre l’80% percepiva positivamente la propria condizione di salute. Emerge un FVG che si collocava tra le regioni più innovative a livello italiano. Insomma una regione ad alto tenore di vita. Sarebbe importante almeno indicare come si intenda mantenere queste caratteristiche.

Certamente emergono nel DEFR zone di criticità che destano forte preoccupazione e si sarebbero dovute affrontare già prima del Covid. E che si sono aggravate con il Covid. Spicca l’alto numero di inattivi tra i 15-64 anni, pari 216 K a fronte 544 K di occupati (tra cui rientrano però anche coloro che dichiarano la propria attività non interrotta da più di 3 mesi). Il numero di inattivi è cresciuto in questi mesi ed è destinato a crescere ulteriormente. Ciò è molto grave per una regione che aveva un indice dipendenza di oltre il 60%  già prima dell’emergenza. Desta inoltre preoccupazione il fatto che il 71% del nostro valore aggiunto complessivo fosse dovuto al settore terziario, tra cui sono classificati i settori del turismo e dei trasporti, che sono i settori che sono stati e saranno i più duramente colpiti dall’emergenza e dai suoi strascichi.

L’emergenza Covid ha fatto emergere anche aspetti potenzialmente positivi se opportunamente orientati. Ne cito due. Il primo riguarda il forte slancio dato ai negozi di prossimità a scapito delle grandi superfici di vendita, mentre il secondo riguarda la riduzione di emissioni inquinanti e dell’impronta carbonica. Purtroppo ci sono segnali in tutto il mondo che i mutamenti nelle abitudini possano non proseguire su questa strada. C’è la preoccupazione che cresca soprattutto l’e-commerce ad ampio raggio. E il risparmio di CO2 di questi mesi si riduca significativamente nel dopo lockdown con un utilizzo ancora più massiccio di autoveicoli privati.

Il DEFR avrebbe dovuto gettare le basi per sostenere e guidare lo sviluppo di questi due processi virtuosi. Avrebbe dovuto prevedere inoltre un impegno ancora più convinto della Regione sull’infrastruttura digitale e sulla sua piena utilizzazione da parte del sistema socio-economico regionale. Avrebbe potuto indicare come arginare il tema degli inattivi, e come riorientare il turismo.

Il DEFR avrebbe dovuto poi fare una ricognizione sulle tipologie di investimenti che forse non sono più sensati a fronte delle ormai definitivamente mutate abitudini e stili di vita di aziende e famiglie nell’era dopo-Covid. O almeno si sarebbe potuta avviare una riflessione.

Questa Giunta e questa Maggioranza hanno preferito invece nascondere la testa sotto la sabbia, sperando che passi la buriana. Intanto sui social viene condotta una guerriglia costante e non strutturata. Contro chi? Contro lo Stato centrale. Schermaglie quindi puramente elettoral-politiche. La Giunta cerca di argomentare che mancano i soldi al fine di non versare i 710 M del contributo al saldo di finanza pubblica previsto dal patto Tria-Fedriga. E continua a non venir fornito un quadro esatto delle maggiori entrate derivanti dai contributi statali, trasformando la richiesta dei 710M in dogma politico.

Originariamente avevo pensato di limitarmi a giocare sul paradosso concludendo questa relazione sul DEFR 2021 limitandomi a “dire che non c’è nulla da dire”, ma dopo la sua lettura attenta rinuncio al gioco di parole per dichiarare invece, con preoccupazione, che la “macchina della Regione FVG è senza guidatore”.

Qui puoi visualizzare il DEFR 2021

Sulla soppressione di ERPaC

“Ieri durante l’audizione dell’Assessore Gibelli in V commissione è emerso con preoccupante chiarezza quanto l’ERPaC sia stato chiuso solamente per una volontà pregiudiziale dissimulata da una volontà di semplificazione”. Così afferma il Consigliere regionale di Open – Sinistra Fvg, Furio Honsell.

L’Assessore inoltre non ha voluto delineare quale sarà il piano attuativo delle attività di ERPaC all’interno della Direzione, anche perché questo è solamente abbozzato. “Siamo quindi molto preoccupati che queste incertezze provocate dall’abbandono di un percorso certo possano essere eccessivamente limitative per dare la giusta e adeguata risposta che il sistema museale e della cultura regionale richiede”.

Si chiede ancora Honsell: “certe funzioni quali l’attività di ricerca e catalogazione, l’attività di formazione mirata e di aggiornamento degli operatori culturali, l’organizzazione di eventi espositivi e musicali, la promozione, prima condotte dall’ERPaC, potranno essere gestite in modo adeguato da un ente di livello strategico e così complesso come la Regione?”.

“Noi di Open – Sinistra FVG monitoreremo, nel futuro, la gestione del personale e delle attività nella speranza che sia data continuità delle funzioni e la giusta dignità al sistema museale e culturale della Regione Friuli Venezia Giulia”.

Relazione su Ddl 78 “Disposizioni concernenti la realizzazione di nuovi locali della Questura di Trieste”

La prima domanda naturale a fronte di questo DDL è: perché c’è bisogno di una legge per aiutare finanziariamente un’istituzione statale in difficoltà? Chi abbia ricoperto ruoli amministrativi come quello di Sindaco, non si stupisce che un’istituzione locale aiuti un’istituzione statale. A Udine quando ero Sindaco abbiamo realizzato varie opere di manutenzione straordinaria per il Tribunale e caserme dei Carabinieri nei quartieri più decentrati. Riuscii a realizzare a Udine anche una caserma per raccogliere in un unico sito tutti i tre i nuclei speciali dei Carabinieri, ovvero i NOE i NAS e i NTPC, struttura unica in regione FVG. Ma si operò sempre attraverso una convenzione. Dunque perché una legge, se si può fare tutto in modo più semplice? Ci è stato risposto che si intende investire per adesso un milione e mezzo su un sito che non è di proprietà regionale, dunque serve una norma. Ma già qui allora c’è qualcosa di anomalo. La collocazione dei nuovi locali è già stata decisa senza concordarla con tutti i rappresentanti della cittadinanza, senza una convenzione con l’ente locale? Un’audizione su un tema così delicato come la collocazione degli Uffici Immigrazione a nostro avviso andava fatta. Ci è stato risposto che il provvedimento era molto urgente, essendo arrivata la richiesta a giugno dell’anno scorso. Sette mesi per reagire però, sembra tempestivo solo su scala geologica, un’audizione avrebbe richiesto forse una settimana in più. In questa vicenda l’urgenza, se di urgenza si tratta, è invece misurata in mesi. Evviva la rapidità.

La seconda domanda naturale è stata dunque perché si è aspettato tanto tempo per un simile provvedimento. C’era l’opportunità di agganciarlo a qualche legge omnibus, e certamente non ce ne sono state poche, oppure a qualche legge di assestamento. Qui non è stata data risposta chiara.

La terza domanda è perché a fronte di altre richieste di aiuto che vengono dalle amministrazioni statali è stata data risposta solamente a questa? Sono a conoscenza di almeno un’altra richiesta altrettanto urgente che proviene dal Ministero della Giustizia relativamente alle Residenze per l’Esecuzione di Misure di Sicurezza (REMS) presso l’area triestina. Le REMS sono le strutture previste dalla Legge 81/2014 che hanno chiuso quella atroce e disumana realtà che erano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Mi risulta che la richiesta rivolta alla Regione sia stata fatta quasi un anno fa e sia stata più volte reiterata, ma non abbia ricevuto ancora risposta. Eppure a causa della mancanza di tale struttura, mi risulta che agenti di polizia penitenziaria operino presso reparti di Diagnosi e Cura ospedalieri, mettendo profondamente a disagio un settore delicato che proprio del disagio mentale profondo si fa carico. La Giunta avrebbe potuto legiferare in merito a tutte le richieste di questo tipo, definendo criteri di intervento. Al riguardo non ho ricevuto risposta se non ai limiti dell’offesa.

L’ultima domanda è dunque una meta-domanda: perché non è stata data risposta a tutte queste domande poste in Commissione? L’unica risposta è avvilente perché mette in luce il cinismo mediatico della Giunta: perché altrimenti non si raggiungeva altrettanta visibilità! Questa Giunta vuole infatti poter dichiarare in dirette Facebook, attraverso la pletora di social media, attraverso i titoloni delle aperture di pagina dei giornali, che si impegna come nessuna prima sul tema del contenimento dei richiedenti asilo.

In aggiunta, il sito sul quale si vuole intervenire sembra essere quello di un quartiere non centrale della città di Trieste per nascondere questa problematica agli occhi dei più, scaricandola su un quartiere che si reputa arbitrariamente secondario. Non si vuole avere troppo dibattito che possa macchiare la bellezza immacolata del titolo di questa legge e del suo articolo 1 sulle finalità. Mi sembra di sentirli i membri della Giunta riempirsi la bocca snocciolando nelle interviste, per cercare di guadagnare la massima, tutti le leggi con le quali hanno provveduto a gestire l’Ufficio Immigrazione.

A nostro avviso se si volesse intervenire per via legislativa su una qualsiasi tematica e quindi anche questa, andrebbe fatto un ragionamento programmatico completo, non un intervento puntuale ad effetto. A tanto ci richiamerebbe il nostro dovere di consiglieri, altrimenti qui in Consiglio continuiamo a fare da cassa di risonanza per una propaganda mediatica.

Questo DDL fa il paio con il DDL 79 SEMPLIFICA che parla di semplificazione e tutto quanto è stato detto per tale DDL al riguardo del suo valore eminentemente propagandistico andrebbe tristemente qui ripetuto.

Come OPEN – SINISTRA FVG faremo alcuni emendamenti volti alla definizione degli interventi regionali a sostegno di strutture statali in difficoltà, auspicando che venga data risposta anche alle richieste provenienti dal Ministero di Giustizia a favore dei reclusi.