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Decreto sicurezza: un passo indietro verso la barbarie

Il decreto sicurezza di Salvini è un passo indietro verso la barbarie, un provvedimento assolutamente diabolico perché non risolve il problema dell’inclusione, ma cerca di esasperare le situazioni azzerando lo Sprar e non permettendo ai richiedenti asilo di fare nessuna attività nel periodo in cui sono ospitati. Scelte da cui non possono che derivare gravi problemi di convivenza.

E’ davvero molto pericoloso ciò che viene fatto ed è contrario alla Costituzione perché colpevolizza e criminalizza una condizione che invece la Costituzione prevede che debba essere trattata con rispetto e lo fa in modo tale che la situazione si esasperi.

Le persone in attesa di conoscere la propria sorte sono trattate alla stregua di criminali e in contesti che non possono che sfociare in tensioni sociali.

Con questo decreto diventato legge si butta via tutta l’esperienza maturata fino a oggi. È un provvedimento che nasce da una profonda ignoranza perché lo Sprar era un modello di inclusione. Invece di perfezionarlo, hanno volutamente strumentalizzato il tema dell’immigrazione favorendo l’instabilità in quanto si punta a radicalizzare la presenza degli stranieri affinché possano essere utilizzati come capro espiatorio. Tutto questo è diabolico.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto:

The Spirit level nell’Università italiana

Il sociologo Marc Augé sostiene che la più grave disparità nel mondo contemporaneo, alla radice di tante altre disparità, è la disparità di conoscenza.
La disparità in salute, rilevata per la prima volta dagli ormai classici studi epidemiologici del Marmot Institute, che correlano l’aspettativa di vita alle fermate della metropolitana di Londra, è diventata la chiave per qualsiasi politica efficace di welfare urbano. A Udine abbiamo studiato l’indice odontoiatrico dmft, come proxy della disparità, e abbiamo basato su di esso alcune delle politiche di promozione della salute più efficaci.
Perché è importante contrastare le disparità, però?
La risposta più convincente è offerta nel famoso The Spirit Level di Wilkinson e Pickett (tr.it. La misura dell’anima): l’equità va a vantaggio di tutti! Anche il percentile dei privilegiati manifesta indicatori di benessere migliori se appartiene ad una società con minore indice di Gini. Certamente si può discutere su cosa sia l’equità. Emblematico al riguardo è il flauto di Amartya Sen.
Rapportando questi ragionamenti all’Università, si può concludere che la meritocrazia rischia di danneggiare gli stessi meritevoli! In qualità di Rettore ho sostenuto la riforma del 3+2, ma ho anche promosso le scuole di eccellenza in ogni Ateneo. Sulla base di questi elementi argomenterò la mia convinzione che, nell’era della complessità, le torri d’avorio sono incompatibili con la qualità.

Piccoli razzismi quotidiani

Sono pienamente d’accordo con l’esposto promosso dalla FLC-CGIL verso il Sindaco Cisint, in quanto l’atto portato avanti dall’amministrazione monfalconese di escludere dei bambini stranieri dall’insegnamento nelle scuole del Comune appare come discriminatorio.

Consiglio alla Giunta monfalconese la lettura dei principali riferimenti costituzionali, in modo particolare degli artt. 2, 3 e 34 della Costituzione, così come della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia nel maggio del 1991, in particolare all’art. 28 comma 1 che stabilisce:
“Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità: a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti; b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità; c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola”.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto:

Recesso dalla Re.a.dy: insulto gratuito alla storia della Regione FVG

Il recesso dalla Rete Re.a.dy, la rete della Pubbliche Amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale, è un insulto gratuito alla storia della Regione FVG. Storia di impegno nella promozione di valori di solidarietà, pari opportunità, dignità per tutti. Dalla Resistenza a Loris Fortuna a Basaglia fino ai giorni nostri il FVG si è sempre distinto nella nella difesa dei più fragili. Quale motivo per uscire dalla Rete se non un segnale di prepotenza e di disprezzo per le diversità?
Male Fedriga! Tolleranza e non discriminazione pensavamo fossero valori condivisi!