Ritenendo, insieme a tutte le colleghe del Gruppo Misto, compito della migliore politica quello di inquadrare e risolvere le problematiche socio-economiche, ho sempre ritenuto che i documenti programmatici e strategici, quali il NADFR, dovrebbero essere le pietre miliari dell’attività consiliare, soprattutto all’inizio di una legislatura. Avrei dunque immaginato di ricevere in questo dicembre un documento accalorato, almeno nella presentazione del Presidente Fedriga, nel quale ogni Missione, proporzionalmente all’impegno finanziario ad essa associato, lanciasse idee progettuali importanti. Ho letto invece un documento algido e piatto, a volte estremamente misero come nella fondamentale Missione 13 sulla salute e a volte quasi antologico per le quantità di parole chiave introdotte, ma solo per “il piacer di porle in lista” per citare il Leporello mozartiano di Da Ponte, e di fatto prive di elaborazione, come nella Missione 18 sull’ambiente e i mutamenti climatici. Ancora una volta rilevo con contrarietà come, sia nella passata legislatura e, da come i segnali nelle Commissioni sembrano indicare, avverrà anche nella XIII, questo documento viene vissuto dalla maggioranza come un mero adempimento legislativo, non meritevole di un significativo tempo di discussione al di là di quanto strettamente necessario per evaderlo. Nonostante ciò procederò comunque ad una sua analisi che per chiarezza svolgerò per punti.
- Con forte preoccupazione si rileva l’assenza di qualsiasi strategia, nella Missione 13, volta a superare le gravi criticità del Sistema Sanitario Regionale, sebbene la sanità costituisca una delle principali materie sulle quali la Regione ha autonomia legislativa, ancorché in armonia con i principi generali delle leggi dello Stato (vedi Statuto di Autonomia articolo 5, punto 16). Pare non esserci né la consapevolezza della gravissima carenza di personale e di servizi, che spesso costringe persone anziane a spostarsi da un capo all’altro della regione anche per attività ordinaria, né l’attenzione per il clima aziendale che si è andato a formare nelle aziende, che spinge un numero sempre maggiore di lavoratori del Sistema Sanitario Regionale all’autolicenziamento. La drammaticità di decisioni quali, quella di appaltare a gettonisti per un anno il più importante pronto soccorso della regione a Udine, o la chiusura di reparti negli ospedali di rete, non viene riconosciuta. E seppure si menzioni di sfuggita il problema delle liste di attesa, non viene proposta alcuna strategia per risolverlo. La mancanza di una seria riflessione in tema di Sanità, oppure la rassegnazione al suo progressivo indebolimento, traspare anche dal fatto che il NADEFR vi dedica meno di una paginetta a fronte dell’impegno di ben più del 50% del bilancio regionale. Nulla si dice infine sulla volontà di affermare il primato della sanità pubblica rispetto a quella privata. E ciò sembra eloquente, e ci trova contrari.
- Con insoddisfazione si rileva l’assenza di consapevolezza delle criticità nel settore degli Enti Locali (Missione 18), segnalate anche dalla Corte dei Conti, ovvero l’accumulo di avanzo di amministrazione e la mancanza di personale. Ricordiamo al riguardo che gli Enti Locali sono addirittura materia di autonomia legislativa primaria della Regione (Statuto articolo 4 punto 1). Nel NADEFR invece si menziona in modo cursorio un rafforzamento delle capacità amministrative degli Enti attraverso il rinnovo del CCRL, senza specificare come si realizzerà, né con quali obiettivi misurabili. Si conferma invece la visione di un sistema di governo a tre livelli di autonomia, dei quali quello intermedio sarà quello delle ex-Provincie, per giunta con l’elezione diretta degli organi. Non è quindi certamente il livello di area vasta che si vuole introdurre, ciò di cui c’è bisogno. La Regione FVG stessa è già l’area vasta, altre sono solamente nuove poltrone.
- Con gravissima preoccupazione si rileva l’assenza di qualsiasi contenuto e tantomeno di tempistiche precise, al di là di un antologico quanto banale greenwashing lessicale, per ciò che concerne l’ambiente e la mitigazione dei mutamenti climatici (Missione 9). Si parla di Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, ma il documento approvato nel febbraio 2023, è privo di qualsiasi contenuto concreto e stringente. Viene preannunciata una Strategia regionale di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, ma non si dice quando verrà varata e soprattutto in cosa consisterà. Ma poi, non doveva forse già essere ricompresa, nel primo documento? Si parla di Tutela e valorizzazione delle risorse idriche e di invarianza idraulica. Ma proprio su questi temi abbiamo toccato con mano, alcuni mesi fa in VI Commissione, la mancanza di una conoscenza e di una strategia condivisa, a livello dei vari enti pubblici regionali, sul bilancio idrico relativamente al Tagliamento e agli approvvigionamenti degli acquedotti civili e dei canali irrigui presenti nel suo bacino idrografico. Inoltre, più volte è stata denunciata la mancanza di qualsiasi controllo del rispetto del principio di invarianza idraulica e la frequente assenza del flusso minimo vitale dei corsi d’acqua in montagna, ma nulla è previsto al riguardo. Infine il NADFR promette il nuovo Piano regionale della Qualità dell’Aria, ma ancora una volta non si danno né date né tanto meno garanzia che ci siano poi dei veri contenuti in tale documento e questo non diventi solamente l’occasione di roboanti comunicati mediatici. Ecco un esempio emblematico. Nel NADFR 2024 (Missione 14) si dà tanto spazio quanto ne viene dato alla Sanità, al progetto transfrontaliero europeo Horizon (North Adriatic Hydrogen Valley) di cui il Presidente Fedriga si vanta già da un biennio, del valore di oltre 350 milioni di euro. Ebbene sul sito di presentazione del progetto (Fonte: https://cordis.europa.eu/project/id/101111927 ) si scopre che la Regione ha ricevuto meno di 400 mila euro e le aziende della regione sono coinvolte per meno del 10% del budget, essendo questo in verità un progetto che coinvolge in massima parte enti ed aziende sloveni e croati (!?).
- Con insoddisfazione rileviamo che la versione del NADFR del 2024 risulta pesantemente immiserita, nelle informazioni comparative della nostra regione, rispetto a quanto avveniva in passato. L’analisi di contesto è diventata quasi solamente celebrativa. Evidentemente le analisi stringenti che erano state poste nella scorsa legislatura hanno suggerito di espungere tutto ciò che potrebbe non confermare che la regione FVG sia quel paradiso edenico decantato da Fedriga, divenuto novello Pangloss voltairiano, come la migliore delle regioni possibili. Mancano infatti riferimenti alle giornate di sforamenti delle emissioni, all’utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti, alla percentuale di agricoltura biologica e altri ancora. In verità questa inequivocabile opera cosmetica non ha però tenuto conto che anche se le percentuali della nostra regione su alcuni indicatori sono molto migliori della media nazionale sono a nostro avviso disastrose se analizzate sotto il profilo dell’equità. Leggiamo nel rapporto BES 2022 “Il benessere equo e sostenibile in Italia” dell’Istat, capitolo 4 (Fonte: https://www.istat.it/it/files//2023/04/12.pdf, pubblicato il 20 aprile 2023), che in FVG la percentuale di persone che rinuncia alla cure è del 7,7%, quindi superiore alla media nazionale. È un indicatore che dovrebbe togliere il sonno la notte all’Assessore alla sanità o perlomeno farlo riflettere di giorno. Alto, in termini assoluti, è il numero dei NEET in FVG, ovvero il numero di soggetti della fascia d’età 15-29 anni che non studiano e non lavorano: sono quasi 21mila. Il NADEFR invece si compiace del fatto che si è ridotto di qualche punto dall’anno precedente. Numeri assoluti ancora più preoccupanti si possono calcolare anche per quanto riguarda le famiglie in povertà assoluta e quelle a rischio di povertà: nel NADEFR i dati sono riportati solamente per enfatizzare tronfiamente che sono inferiori alla media nazionale, ma numericamente stiamo parlando di almeno 562.880×5%x2,1 = 59.102 cittadini nel primo caso e di 562.880×12,8%x2,1=151.302 cittadini nel secondo caso. Tutto questo cozza con le roboanti affermazioni con le quali si apre questo NADEFR che ha visto in FVG un PIL pro capite di 35.200 euro nel 2022 e dell’altrettanto enfatica dichiarazione dell’aumento di ben 4,4% del reddito disponibile lordo pro capite rispetto al 2020 che ci ha dato nel 2021 quasi 22.000 euro, ovvero quasi 2.000 euro in più della media nazionale. Non vi è chi non veda che c’è una notevole disparità presente in regione, evidenziata anche dal valore dell’indice di GINI, che malgrado la ricchezza di questi anni non è stata colmata. Sono molte le persone che il governo regionale a guida Fedriga si è lasciato indietro, in questo periodo che viene descritto come un Miniboom! Incidentalmente rilevo un po’ di incertezze sui numeri del PIL nel NADEFR, ad esempio nell’incipit di pagina 12 e pagina 30.
- L’ultima considerazione che ritengo opportuno fare riguarda il peso dell’inflazione che, come abbiamo più volte rilevato incide maggiormente sulle classi meno agiate, e non sembra adeguatamente affrontata nel NADEFR. Nel 2022 vi è stato un aumento dei prezzi al consumo di ben oltre il 10% per alimentari, trasporti, energetici e affitti, e seppure tale indice è rallentato nel 2023 a fine anno sarà comunque oltre il 5%. In un contesto socio-economico dove i salari, in particolare quelli pubblici, non crescono proporzionalmente non si può che prefigurare uno scenario dove la disparità non potrà che crescere ed essere più marcata. E ricordiamo che l’equità è uno dei principali determinanti di salute. Quasi tutte le politiche previste nel NADEFR assegnano invece la maggior parte dei contributi a rimborso, dunque presuppongono che i cittadini dispongano già del denaro: insomma piove dunque sul bagnato, come più volte ho sostenuto. E là dove invece vengono erogati contributi diretti questi fanno riferimento all’ISEE che inevitabilmente è più lento a registrare l’impoverimento.
In conclusione, per tutti i motivi sopra esposti, come Gruppo Misto – composto dalle forze politiche Open Sinistra FVG, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – esprimeremo voto contrario in aula se non interverranno elementi nuovi che ci facciano rivedere le pesantissime critiche qui espresse a quanto attualmente è stato depositato.
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