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Sul Documento di Economia e Finanza Regionale 2021: la mia relazione

Come un mantra viene ripetuto in modo martellante nei documenti che ci sono stati consegnati (addirittura 3 volte verbatim) l’affermazione “In attesa della definizione del quadro finanziario […] non risulta attualmente possibile effettuare una puntuale previsione finanziaria e di conseguenza non si rilevano margini per operare scelte strategiche né per la seconda parte dell’anno 2020 né per l’inizio dell’anno 2121.”

A fronte delle oltre 100 pagine del DEFR 2020, il DEFR 2021 si articola solamente in 24, manca completamente tutta la parte programmatica ovvero quella relativa alle cosiddette Missioni.

Con osservanza religiosa, in un clima paradossale, la maggioranza ha comunque approvato questo “importante documento programmatorio con cui la Regione determina gli obiettivi dei propri bilanci annuali e pluriennali”, ai sensi del decreto legislativo 118/2011, secondo le modalità previste dall’allegato 4/1, che definisce il sistema di programmazione. Insomma è stata approvata la programmazione vuota!

La cosa non mi stupirebbe se stessimo parlando dell’universo cantoriano della gerarchia degli insiemi di Von Neumann, che costituisce il quadro ontologico-fondazionale della matematica più condiviso e che si può riassumere con la formula apparentemente paradossale “tutto si fonda sull’insieme vuoto”. Ma rimandare l’intera programmazione alla Nota di Aggiornamento del DEFR 2021 da approvare contestualmente al Bilancio pluriennale 2021-2023, il prossimo dicembre, sembra un classico “mandare la palla in tribuna” per usare una metafora calcistica molto frequentata in questo Consiglio.

Sebbene sia condivisibile l’incertezza sulle stime del gettito fiscale, sia diretto che compartecipato, a seguito della recessione innescata dall’emergenza epidemiologica, e sia certamente prevedibile un aumento delle spese volte alla prevenzione di un secondo picco dell’epidemia in autunno, si profila però a compensazione di ciò una quota significativa di entrate derivante dal Recovery Fund, ed eventualmente anche dal MES, per la nostra regione. Inoltre ci sono i contributi statali straordinari attualmente in discussione che dovrebbero ammontare a quasi 500M per il FVG. Si rimane dunque sconcertati nel riconoscere che la Giunta ha rinunciato a delineare una rotta in un momento così difficile. E constatare che preferisca sancire il principio della navigazione a vista non solo sul piano immediato ma anche su quello programmatico.

Ricordo al riguardo che le fonti legislative che disciplinano la riforma del 2011 dell’ordinamento finanziario e contabile delle Regioni, ispirato al principio programmatorio, ben sottolineano come carattere qualificante della programmazione siano la valenza pluriennale del processo e soprattutto la lettura non solo contabile dei documenti nei quali le decisioni politiche e gestionali trovano concreta attuazione.

A nostro avviso con questa scelta è venuto meno un dovere programmatorio della Giunta, e il DEFR proposto è ai limiti dell’illegittimità amministrativa. Non ha senso sospendere il principio programmatorio a seguito di una congiuntura meramente finanziaria, per quanto complessa. Tanto più che moltissimo ci sarebbe da pianificare!

Più volte ho detto che così operando viene meno un ruolo fondamentale da parte di coloro che si sono candidati a guidare la Regione e hanno ricevuto tale mandato attraverso le elezioni. Così operando, manca nella loro azione politica l’aspetto più importante ovvero la leadership, cioè la capacità di ispirare la regione e di indicare un possibile percorso. È la leadership la qualità che deve essere presente soprattutto nei momenti critici.

Analizzando più in dettaglio questo DEFR mutilato nelle sue parti macroeconomiche emerge una regione FVG nella quale oltre il 60% si dichiarava soddisfatto della propria qualità della vita e nella quale oltre l’80% percepiva positivamente la propria condizione di salute. Emerge un FVG che si collocava tra le regioni più innovative a livello italiano. Insomma una regione ad alto tenore di vita. Sarebbe importante almeno indicare come si intenda mantenere queste caratteristiche.

Certamente emergono nel DEFR zone di criticità che destano forte preoccupazione e si sarebbero dovute affrontare già prima del Covid. E che si sono aggravate con il Covid. Spicca l’alto numero di inattivi tra i 15-64 anni, pari 216 K a fronte 544 K di occupati (tra cui rientrano però anche coloro che dichiarano la propria attività non interrotta da più di 3 mesi). Il numero di inattivi è cresciuto in questi mesi ed è destinato a crescere ulteriormente. Ciò è molto grave per una regione che aveva un indice dipendenza di oltre il 60%  già prima dell’emergenza. Desta inoltre preoccupazione il fatto che il 71% del nostro valore aggiunto complessivo fosse dovuto al settore terziario, tra cui sono classificati i settori del turismo e dei trasporti, che sono i settori che sono stati e saranno i più duramente colpiti dall’emergenza e dai suoi strascichi.

L’emergenza Covid ha fatto emergere anche aspetti potenzialmente positivi se opportunamente orientati. Ne cito due. Il primo riguarda il forte slancio dato ai negozi di prossimità a scapito delle grandi superfici di vendita, mentre il secondo riguarda la riduzione di emissioni inquinanti e dell’impronta carbonica. Purtroppo ci sono segnali in tutto il mondo che i mutamenti nelle abitudini possano non proseguire su questa strada. C’è la preoccupazione che cresca soprattutto l’e-commerce ad ampio raggio. E il risparmio di CO2 di questi mesi si riduca significativamente nel dopo lockdown con un utilizzo ancora più massiccio di autoveicoli privati.

Il DEFR avrebbe dovuto gettare le basi per sostenere e guidare lo sviluppo di questi due processi virtuosi. Avrebbe dovuto prevedere inoltre un impegno ancora più convinto della Regione sull’infrastruttura digitale e sulla sua piena utilizzazione da parte del sistema socio-economico regionale. Avrebbe potuto indicare come arginare il tema degli inattivi, e come riorientare il turismo.

Il DEFR avrebbe dovuto poi fare una ricognizione sulle tipologie di investimenti che forse non sono più sensati a fronte delle ormai definitivamente mutate abitudini e stili di vita di aziende e famiglie nell’era dopo-Covid. O almeno si sarebbe potuta avviare una riflessione.

Questa Giunta e questa Maggioranza hanno preferito invece nascondere la testa sotto la sabbia, sperando che passi la buriana. Intanto sui social viene condotta una guerriglia costante e non strutturata. Contro chi? Contro lo Stato centrale. Schermaglie quindi puramente elettoral-politiche. La Giunta cerca di argomentare che mancano i soldi al fine di non versare i 710 M del contributo al saldo di finanza pubblica previsto dal patto Tria-Fedriga. E continua a non venir fornito un quadro esatto delle maggiori entrate derivanti dai contributi statali, trasformando la richiesta dei 710M in dogma politico.

Originariamente avevo pensato di limitarmi a giocare sul paradosso concludendo questa relazione sul DEFR 2021 limitandomi a “dire che non c’è nulla da dire”, ma dopo la sua lettura attenta rinuncio al gioco di parole per dichiarare invece, con preoccupazione, che la “macchina della Regione FVG è senza guidatore”.

Qui puoi visualizzare il DEFR 2021

Presidio sindacati a Trieste per una sanità regionale del futuro

“La situazione critica della Sanità in Regione FVG necessita di un dialogo costante con i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. Molte delle criticità della fase emergenziale del Covid e ancora di più degli strascichi post emergenziali sono dovute a gravi problemi anteriori all’emergenza che non possono più essere elusi. Non si può pensare di gestire questa difficoltà in modo opaco potenziando l’intervento del privato. La più grande conquista civile in Regione è proprio un sistema sanitario universalistico pubblico. Questo è un principio da difendere.”

“Per questi motivi oggi come Open FVG abbiamo partecipato alla manifestazione indetta dai sindacati confederali CGILCISL e UIL sulla sanità. Quanto è stato portato all’attenzione sia da parte dei rappresentanti dei lavoratori che dei pensionati richiede un intervento importante serio e immediato da parte della Giunta Regionale”: così si sono espressi Furio Honsell, Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG, che ha partecipato insieme a Giulio Lauri e Sabrina Morena alla manifestazione.

Sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro e cultura prevenzione

“Ancora un’altra tragica notizia: la morte di un giovane di ventiquattro anni, ucciso da un fatale infortunio sul proprio luogo di lavoro. E’ il terzo caso in Regione negli ultimi quindici giorni. Alle famiglie e agli amici di questi lavoratori desidero porgere le mie più sincere condoglianze e l’auspicio di una celere giustizia e verità sulle cause della loro morte. Anche se ciò non potrà restituirli ai loro affetti almeno darà loro la consolazione che la loro morte non è stata inutile”: ha dichiarato il consigliere regionale di Open Sinistra FVG Furio Honsell.

“Purtroppo, nemmeno il lockdown ha frenato questo drammatico fenomeno: si parla di ben sei casi nei primi cinque mesi dell’anno (da gennaio a maggio 2020) che salgono a nove con i tre casi dell’ultimo mese. In particolare in questa fase storica, come già dichiarato in una nota dal Segretario della CGIL Pezzetta – non è possibile abbassare la guardia: le aziende in questa fase di transizione sono messe sotto stress e le difficoltà che devono affrontare, fra cui l’incertezza sulle commesse e quindi sul loro futuro, avranno effetti pesantissimi anche sotto il profilo della sicurezza dei luoghi di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici.”

“Le istituzioni rimangono ammutolite e intervengono a tragedia ormai avvenuta. Il loro compito non è solamente quello di controllare e verificare il pieno rispetto di tutte le normative sulla sicurezza, che deve avvenire comunque in modo rigoroso e continuativo, ma anche quello di analizzare il problema e promuovere tutta una serie di azioni virtuose per una “cultura della prevenzione” a 360 gradi, dai luoghi di lavoro all’ambito scolastico e formativo. Questo problema deve riguardare il datore di lavoro ma anche tutti e tutta la rete sociale del territorio. Tutti quindi, nessuno escluso. Il principio della sicurezza deve rimanere una delle maggiori priorità delle istituzioni e questo si sostanzia in investimenti cospicui da parte delle imprese e in contributi finanziari da parte degli assessorati competenti. Le preoccupazioni generali sulla tenuta del comparto economico, imprenditoriale ed occupazionale regionale non possono permettere un accantonamento di tale problematica, come se non esistesse. Purtroppo anche nell’ultimo assestamento di bilancio che verrà discusso a fine mese ci sono tagli significativi proprio a queste voci!” ha concluso Honsell.

Qui sotto i principali articoli del Messaggero Veneto:

Su garanzie per lavoratori interinali della Ferriera Servola necessario intervento Regione

“Le ultime notizie sui lavoratori della Ferriera di Servola, confermano che le garanzie occupazionali sulla chiusura dell’area a caldo non sono poi così rapide e sicure come si è affermato in occasione dell’accordo”: così si è espresso Furio Honsell di Open-Sinistra FVG.

“Apprendiamo che sono ancora centinaia i lavoratori in cassa integrazione che attendono di essere reinseriti nell’area a freddo. Inoltre sono più di 50 i lavoratori interinali che non possono nemmeno usufruire dei corsi di riqualificazione. Essendo stata proprio la Regione FVG a pretendere la chiusura dell’area caldo, facendosi garante del mantenimento dei livelli occupazionali, è la Regione che dovrebbe intervenire in modo attivo per assicurare una transizione di tutti i lavoratori. In primo luogo coinvolgendo l’agenzia interinale per definire un’azione comune volta alla riqualificazione professionale di tutti”.

Conclude Honsell: “In questa situazione tutte le forze di sinistra devono fare sentire la loro voce a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie, che non possono essere le sole a pagare quanto altri sbandierano invece come un “successo politico”.”