Queste elezioni europee sono lo spartiacque tra due idee di Europa, due modi di concepire il futuro e il progresso di tutto il pianeta. Da un lato c’è la tutela delle minoranze e delle diversità attraverso l’emancipazione di tutti. Un’idea di Europa che non lasci indietro nessuno, dialoghi con tutti, alzi la voce verso le multinazionali, costruisca ponti, condivida i propri valori ma sappia anche imparare dalle altre culture. Dall’altro lato c’è invece l’Europa dei muri, nostalgica dei nazionalismi bellicosi del passato, che promuove il rancore e l’odio, populista e oscurantista. Queste elezioni europee sono una chiamata all’impegno per una nuova resistenza alla montante ondata fascista.
L’idea di Federazione Europea, espressa nel Manifesto di Ventotene, è ancora la stella polare verso la quale guidare il nostro continente diventando modello per l’intero pianeta. Dopo ottant’anni ci sono diversi errori che l’UE ha commesso privilegiando logiche liberiste, economicistiche e consumistiche a scapito dei cittadini. Sono errori che hanno portato ad una crescita delle disparità e vanno corretti. Ma dobbiamo anche riconoscere che l’Europa si è distinta nella difesa dei diritti umani e civili e dell’ambiente, nel garantire un welfare universalistico, uno scambio libero di persone e idee, uno spazio ampio per l’alta formazione, la ricerca e l’innovazione. E quest’Europa ci ha dato il periodo di pace più lungo dell’ultimo millennio. I difetti di questa UE nascono dal potere ancora così massiccio degli stati nazione. Proprio i nazionalismi che adesso vengono sbandierati come futuro sono l’origine dei mali che hanno afflitto l’Europa e bloccato i percorsi di federazione e definizione di una Costituzione Europea.
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1. Mutamenti climatici
Continuando ad emettere gas serra da fonti fossili entro un paio di generazioni la temperatura media del pianeta salirà di 4° e quelli che oggi sono eventi meteo estremi diventeranno la norma.
La desertificazione e l’innalzamento dei mari provocheranno migrazioni con centinaia di milioni di profughi ambientali. L’era dell’antropocene che ha avviato la VI estinzione di massa potrà portare all’estinzione lo stesso homo sapiens che le dà il nome.
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2. Lavoro
La rivoluzione digitale ha cancellato molti posti di lavoro tradizionali nei settori manifatturiero e dei servizi. La globalizzazione ha spinto diabolicamente a una riduzione del costo del lavoro che ha prodotto precarizzazione e delocalizzazione.
L’Unione Europea è stata troppo debole nell’arginare disparità e disuguaglianze ma ora va posto rimedio a questo stato di cose, altrimenti il populismo delle promesse irrealizzabili travolgerà tutto nella sua inevitabile parabola di illusione-disillusione.
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3. Parità di genere
Tra le disparità più visibili e più ingiuste vi è quella di genere. Le donne vivono una drammatica disuguaglianza remunerativa, di opportunità e di leadership e tutto ciò continua ad avvenire malgrado la vasta legislazione sulle pari opportunità e le innumerevoli iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica. Ci vuole dunque un cambio di passo convinto.
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4. Innovazione e ricerca
Il paradosso di questa nostra Grande Epoca, come l’avrebbe chiamata Karl Kraus con ironia beffarda, è che sebbene il web dia accesso ad una mole di informazione impensabile, la maggiore disparità oggi è proprio la disparità di accesso alla conoscenza. Le prime vittime dello strapotere delle multinazionali e dei populismi sono proprio le persone più fragili sotto il profilo dello spirito critico e meno informate correttamente.
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5. Salute e welfare
È sfida epocale garantire la sostenibilità di quel sistema di welfare che ha contraddistinto l’Europa e rendere le nostre città a misura di tutte le persone più fragili dagli anziani ai bambini! L’aspettativa di vita è cresciuta più del 60% nell’ultimo secolo: per la prima volta nella storia dell’umanità convivono oggi contemporaneamente 4 generazioni. Si vive più a lungo, ma si deve fare in modo che gli anni in più di vita siano anni più pieni di vita! Va perseguita la salute, intendendola non solo come assenza di malattia, ma come benessere sia fisico, che mentale, emozionale e relazionale.
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6. Cultura
Chi disse che con la cultura non si mangia, sbagliò. Non solamente l’Italia e l’Europa sono superpotenze nei beni culturali, ma proprio per la loro cultura devono essere modello della necessità di tutelare e conservare tali beni. Qui ci sono grandi opportunità di nuovi posti di lavoro. Ma non si tratta di quel turismo che sta diventando la speculazione più spietata del terzo millennio, come ci dimostrano certe immagini nelle quali lo scafo di navi da crociera rivaleggia con la cupola di San Marco mentre la laguna affonda per l’innalzamento delle acque e la subsidenza dei terreni!
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7. Diritti
La città di Udine è stata un baluardo nella difesa dei diritti civili. Da Sindaco nel 2009 garantii a un padre ed una figlia, a Beppino ed Eluana Englaro, il diritto alla giustizia, espresso nell’art. 32 della Costituzione Italiana: il diritto a rifiutare le cure.
I temi di Bioetica sono complessi e non possono essere ipocritamente elusi. Oggi guardiamo all’Europa per ricevere risposte su temi quali il suicidio assistito e proseguire nel percorso intrapreso dalla legge 219/2017 sul consenso informato e la dichiarazione anticipata di trattamento, ancora drammaticamente non attuata.
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