La notizia di ieri relativa alla sentenza sul caso di Marco Cappato è molto positiva poiché dimostra come i concetti quali il rispetto della persona, delle sue volontà e della cd. autodeterminazione, che furono in precedenza evidenziati nella vicenda di Eluana Englaro, sono ancora condivisi.
Il concetto fondamentale dell’autodeterminazione è un concetto ampio, che riguarda la dignità della persona ed è un valore civile molto importante: a distanza di dieci anni dalla vicenda di Eluana abbiamo un altro momento moralizzatore per la nostra società, rappresentato dall’affermazione della non perseguibilità del suicidio assistito e del diritto all’autodeterminazione di una persona che conduce una vita che non ritiene più completa, solo parziale.
Per me è un grande risultato di civiltà che accomuna il nostro paese ad altri ma purtroppo, ad oggi, permane un vuoto normativo, che deve essere al più presto colmato con la predisposizione di una normativa chiara in questo senso: è grave che il Parlamento, su temi così generali che riguardano tutta la popolazione, scelga di non decidere delegando giudici. È un Parlamento che manca della sua funzione primaria di legiferare: in questo senso è una sconfitta per il nostro sistema democratico.
Speriamo che questo nuovo precedente, stabilito dalla Corte Costituzionale, possa rappresentare una pietra miliare, portando in maniera rapida alla realizzazione ed approvazione di una Legge su questo tema.