Il sociologo Marc Augé sostiene che la più grave disparità nel mondo contemporaneo, alla radice di tante altre disparità, è la disparità di conoscenza.
La disparità in salute, rilevata per la prima volta dagli ormai classici studi epidemiologici del Marmot Institute, che correlano l’aspettativa di vita alle fermate della metropolitana di Londra, è diventata la chiave per qualsiasi politica efficace di welfare urbano. A Udine abbiamo studiato l’indice odontoiatrico dmft, come proxy della disparità, e abbiamo basato su di esso alcune delle politiche di promozione della salute più efficaci.
Perché è importante contrastare le disparità, però?
La risposta più convincente è offerta nel famoso The Spirit Level di Wilkinson e Pickett (tr.it. La misura dell’anima): l’equità va a vantaggio di tutti! Anche il percentile dei privilegiati manifesta indicatori di benessere migliori se appartiene ad una società con minore indice di Gini. Certamente si può discutere su cosa sia l’equità. Emblematico al riguardo è il flauto di Amartya Sen.
Rapportando questi ragionamenti all’Università, si può concludere che la meritocrazia rischia di danneggiare gli stessi meritevoli! In qualità di Rettore ho sostenuto la riforma del 3+2, ma ho anche promosso le scuole di eccellenza in ogni Ateneo. Sulla base di questi elementi argomenterò la mia convinzione che, nell’era della complessità, le torri d’avorio sono incompatibili con la qualità.