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Giornata Mondiale del Rifugiato: una breve riflessione

In occasione di questa Giornata Mondiale del Rifugiato, penso sia doveroso, almeno per qualche istante, immedesimarsi in chi stia vivendo questa condizione. E non penso solamente a coloro che vinta la paura del diverso e del razzismo, che certamente subiranno, sono costretti a lasciare i propri cari e le cose che sono loro familiari, e partire verso un altrove a cercare sicurezza, dignità, futuro e speranza –  in una parola sola – rifugio. Penso anche a chi invece rimane. Madri, padri e familiari che trepideranno per loro e, troppo spesso, non ne avranno forse mai più notizia. Dobbiamo aver cura di chi si rifugia da noi anche nel nome delle loro madri e dei loro padri, di chi non ha potuto accompagnarli e ce li ha affidati, ogni giorno augurandosi che possano avere una vita migliore, in salvo.

A Udine nei 10 anni nei quali sono stato Sindaco della città, non solamente non abbiamo mai mandato via nessuno, ma abbiamo cercato di offrire a chi cercava rifugio a Udine dignità e futuro, come del resto a tutti gli altri che sono parte della nostra comunità. Abbiamo promosso progetti SPRAR per quasi un centinaio di persone, ospitato fino alla maggiore età ogni anno oltre 120 minori non accompagnati e abbiamo soprattutto avviato l’iniziativa di accoglienza diffusa AURA (Accoglienza Udine Rifugiati Richiedenti Asilo) in collaborazione con molte cooperative e associazioni per oltre 350 posti. Iniziative che, oggi, qualcuno che non mi rappresenta vorrebbe chiudere. Abbiamo anche dato a molte altre migliaia di persone, arrivate quando tutti gli altri posti erano già occupati, accoglienza dignitosa con la Croce Rossa alla Cavarzerani.

Provo orrore per la distinzione tra migranti non economici e migranti economici, che distingue tra i primi, forse meritevoli, e gli altri colpevoli di essere poveri. Forse sono tutti migranti ecologici, perché abbiamo reso questo pianeta meno abitabile.

Provo orrore in questi giorni per le dichiarazioni del vice-premier italiano Salvini, per la sua crudeltà nei confronti di chi si torva sulla nave Aquarius alla deriva nel Mediterraneo, per il suo gongolante cinismo. Provo orrore per la nave della marina americana che ha abbandonato in mare i corpi dei migranti morti annegati senza un gesto per le loro famiglie, perché una marina che ha dieci portaerei nucleari, non aveva delle celle frigorifere.

Provo paura che questo pensiero possa diffondersi e diventare dominante ora che viene legittimato così ad alto livello.

Penso invece come la filosofa francese Simone Weil: ““Tu non mi interessi” è qualcosa che nessuno può dire se non commettendo una crudeltà e ferendo la giustizia”. “Perché dalla più tenera infanzia sino alla tomba, in fondo al cuore di ogni essere umano, c’è qualcosa che malgrado tutti le esperienze dei crimini subiti, sofferti o osservati, si aspetta indomabilmente che gli si faccia del bene e non del male”.

 

Sull’attacco al principio della separazione dei poteri e alla funzione di garanzia del Presidente

La situazione creatasi a livello istituzionale e politico con la rinuncia all’incarico da parte del prof. Conte preoccupa a prescindere dalle opinioni che ciascuno di noi può avere sulle questioni legate alle politiche europee. E’ molto grave infatti l’attacco diretto al principio della separazione dei poteri e alla funzione di garanzia del Presidente della Repubblica, spinta in queste ore fino ad ipotizzare una stravagante e pericolosa ipotesi di messa in stato di accusa dello stesso presidente che, anche se finirà nel nulla, dimostra chiaramente la lontananza culturale dei partiti populisti e sovranisti dallo spirito e dalla lettera della nostra Costituzione.

Esiste una oggettiva necessità di riequilibrio delle scelte europee in favore di politiche di crescita e di sviluppo, esiste il tema della riforma in senso democratico delle istituzioni comunitarie e di una rilegittimazione popolare del grande disegno sortito dal Manifesto di Ventotene. Ma tutto questo non può essere perseguito attraverso gli insulti scomposti, le campagne di aggressione via web, il sobillare le persone semplici fomentandone gli istinti e i pregiudizi peggiori, per questo manifesto la mia piena solidarietà al presidente Mattarella e mi auguro che tutte le forze di centrosinistra nazionale e regionale si impegnino per ricostruire in fretta il filo spezzato con il proprio popolo, che mai come ora ha bisogno di rappresentanza, punti fermi e progetti chiari.

Per restituire la Politica alla Politica ritengo necessario un piccolo contributo per porre un argine al progressivo imbarbarimento del linguaggio e delle modalità di rapporto tra partiti e istituzioni ed è per questa ragione che domani mattina presenterò un esposto formale alla Procura della Repubblica verso Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Giorgia Meloni per presunta violazione dell’art. 278 del c.p. “Offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica”. Lo farò non solo come rappresentante del popolo, ma anche come cittadino mite che vuole vivere e contribuire al dibattito pubblico del proprio Paese in un clima di rispetto e di equilibrio.