La maggioranza – su impulso pressante della Lega e del presidente Fedriga – ha deciso di imporre all’ordine del giorno l’adesione del nostro Consiglio Regionale FVG al referendum abrogativo della parte proporzionale del sistema elettorale.
“Pontida chiama, piazza Oberdan risponde”, potremmo dire. Senza un dibattito, senza una riflessione sull’impatto che una così radicale modifica della rappresentanza avrà sul territorio regionale, considerando anche la riduzione del numero dei parlamentari parimenti decisa senza un dialogo con le regioni e una riflessione sulle conseguenze per la qualità della democrazia di una così drastica compressione delle possibilità di accesso agli istituti di rappresentanza, che colpisce in particolare le regioni più piccole come la nostra.
La “regola delle regole” della democrazia non può essere adottata a colpi di referendum e senza una riflessione seria del suo impatto sul sistema. Scegliere tra “maggioritario” e “proporzionale” senza capire esattamente quale sia il modello di riferimento ultimo e come andrà a inserirsi nei più generali equilibri costituzionali è assurdo. Esistono democrazia proporzionali, come la Germania o la Spagna e democrazie maggioritarie come la Francia o il Regno Unito e la differenza tra i modelli è spesso data da un attento bilanciamento di fattori diversi, come la dimensione delle circoscrizioni, le modalità matematiche di riparto dei seggi, le soglie di sbarramento o la scelta tra turno unico e doppio turno.
Open Sinistra FVG non ha una posizione pregiudizialmente favorevole per un modello o per l’altro. Siamo a conoscenza di vizi e virtù di ciascuno di essi e non intendiamo essere comprimari in quello che sembra essere più un escamotage di marketing politico che una vero dibattito sulle radici della nostra democrazia. Per questa ragione non parteciperò al voto.
Foto: Giovanni Montenero