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Recesso dalla Re.a.dy: insulto gratuito alla storia della Regione FVG

Il recesso dalla Rete Re.a.dy, la rete della Pubbliche Amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale, è un insulto gratuito alla storia della Regione FVG. Storia di impegno nella promozione di valori di solidarietà, pari opportunità, dignità per tutti. Dalla Resistenza a Loris Fortuna a Basaglia fino ai giorni nostri il FVG si è sempre distinto nella nella difesa dei più fragili. Quale motivo per uscire dalla Rete se non un segnale di prepotenza e di disprezzo per le diversità?
Male Fedriga! Tolleranza e non discriminazione pensavamo fossero valori condivisi!

Invecchiamento della popolazione: sviluppo della silver economy per una maggiore partecipazione attiva

Il vero mutamento demografico non è la menzogna “dell’invasione” sfruttato vergognosamente dalla Lega nelle recenti campagne elettorali: il vero mutamento demografico dell’Europa è l’invecchiamento della popolazione. Sono stato presidente dello European Covenant for Demographic Change, che riunisce vari enti di ricerca, enti locali e molte associazioni europee che si occupano di pensionati e anziani e da qui parte una mia considerazione: l’allungarsi dell’aspettativa di vita va accompagnata da una politica d’invecchiamento attivo, che è la premessa per un invecchiamento sano.
“Gli anni in più di vita devono essere anni con vitalità in più”, recita l’adagio dell’organizzazione Mondiale della Sanità. Va dunque sviluppata quella Silver Economy che vede gli anziani assumere nuovi ruoli attivi. La Silver Economy è l’opposto della legge Fornero che obbliga a svolgere anche in età avanzata il lavoro che si svolgeva da giovani. Al contrario, la Silver Economy propone per gli anziani nuove opportunità di partecipazione attiva.

 

Leggi qui un articolo d’approfondimento de Linkiesta.it.

Per un futuro del sistema sanitario regionale: valorizzare qualità professionali e umane del personale

Il tema della Sanità è centrale nella campagna elettorale di queste settimane e la mia convinzione – come cittadino e come amministratore – è chiara: valorizzare le qualità professionali e umane del personale medico infermieristico e ausiliario; procedere a un ampio piano di assunzioni di figure professionalmente qualificate per riportare a regime il sistema; ribadire sempre e comunque l’assoluta centralità della dimensione universalistica e pubblica del sistema sanitario regionale.

Dal sondaggio pubblicato su “Il Messaggero Veneto” in data 8 aprile emerge, infatti, come la qualità del sistema sanitario regionale sia considerata una delle priorità più urgenti nella percezione dei cittadini e questo non stupisce certo se consideriamo come – anche dal funzionamento del sistema sanitario – vengono a dipendere il futuro, la qualità della vita e la sicurezza di noi stessi e delle persone e noi più care e vicine.

Nei miei 10 anni da sindaco di Udine ho costantemente operato per salvaguardare il ruolo e la qualità delle strutture ospedaliere della nostra città, cercando di fare quanto possibile per impedire che la diminuzione di risorse in questo settore così cruciale, così come il continuo accavallarsi di norme di rango nazionale o regionale portasse a uno scadimento nel servizio erogato alla comunità. Su questo è fondamentale dire alcune parole di verità: una riforma sanitaria regionale era indispensabile; quella del 2014 ha una impostazione e una direzione condivisibili, ma la sua realizzazione si è rivelata troppo spesso calata dall’alto, priva delle necessarie attenzioni alle esigenze dei singoli territori e poco attenta a un dialogo costruttivo con gli operatori del settore e con la comunità dei pazienti. A questi difetti sarà necessario porre quanto prima rimedio.

Dopo la fase della ristrutturazione organizzativa deve ora aprirsi quella del rilancio degli investimenti, puntando sulla valorizzazione del patrimonio di competenze, professionalità e umanità esistente all’interno del comparto, così come sulla definizione di una chiara modalità di valutazione dei risultati finora conseguiti (soprattutto in termini di qualità dei servizi come i tempi di attesa, ecc) dalla riforma, apportando se il caso i necessari aggiustamenti di rotta. A questo si collega e si affianca la necessità di procedere a un ampio piano di assunzioni perché l’esternalizzazione dei servizi dovrà diventare l’assoluta eccezione.

Salute inoltre non significa solamente assenza di malattia accanto al benessere fisico deve tenere conto anche del benessere mentale, relazionale ed emotivo. Prevenzione e cura devono procedere in modo parallelo. Vanno ridotti assolutamente i rischi di disabilità derivanti da cadute o stili di vita patologici, soprattutto in una società come la nostra nella quale l’aspettativa di vita cresce e, positivamente, c’è un invecchiamento della popolazione. Nei dieci anni da sindaco ho operato sviluppando le iniziative di prevenzione della rete Città Sane dell’OMS, portando Udine a diventare modello europeo di invecchiamento attivo.

Il nostro Paese è stato per anni al vertice nella qualità del servizio sanitario pubblico e la nostra Regione al vertice di quello nazionale. L’attenzione alla cura, alla prevenzione, alle politiche di inclusione e integrazione, al ruolo degli anziani, ai bambini, molte di queste esigenze fondamentali per una comunità realmente aperta e democratica, che “non lasci nessuno indietro” passano proprio per il funzionamento degli ospedali, per il presidio talvolta eroico dei medici di base, per i servizi sanitari di prossimità. Per questo la Regione deve andare fiera di quanto ha già e impegnarsi per migliorare ulteriormente l’esistente. Il CRO, il Burlo Garofolo, il Gervasutta sono centri di eccellenza di livello internazionale nei propri ambiti specifici,  e vanno mantenuti tali. Ma la qualità della vita dei pazienti deriva anche da aziende ospedaliere territoriali di eccellenza di servizi domiciliari diffusi, anche nelle aree periferiche come la montagna, facendo attenzione alle individualità e a percorsi di continuità assistenziale. Il trattamento delle acuzie non può essere inoltre efficace se non è affiancato da altrettanta attenzione alle cronicità da un lato e alla riabilitazione dall’altro.

7 aprile 2018 – Giornata mondiale della salute

Salute per tutti e dappertutto“: è questo il messaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
E voglio qui ricordare che per l’OMS la salute non è solamente assenza di malattia o benessere fisico, ma anche benessere mentale, relazionale ed emotivo. Solamente un pianeta veramente equo può dare vera salute a ciascuno.

Voglio anche ricordare come nel 2012 in qualità di Sindaco di Udine fui invitato proprio dall’Ufficio Centrale Europeo dell’OMS a Copenhagen come testimonial di cosa può fare una città per l’integrazione e il benessere per gli anziani: in quell’anno il tema era l’intergenerazionalità e io presentai le tante iniziative che abbiamo realizzato a Udine in questi ultimi dieci anni per promuovere l’inclusione degli anziani e la prevenzione: il programma del Pedibus, quello di ginnastica dolce, quello di contrasto alle demenze, i gruppi di cammino.

Ricordiamoci che il benessere o è di tutti oppure non è.