Relazione Honsell DDL 145 “Capitale Europea della Cultura 2025”

Relazione Honsell DDL 145 “Capitale Europea della Cultura 2025”

Un titolo roboante per una legge essenzialmente “di manutenzione” e di sostegno economico ad alcuni enti pubblici e ad associazioni, il cui benessere finanziario altrimenti ne risentirebbe. Una legge che certamente non vara quell’autentica “Azione Parallela” che sarebbe invece necessaria per essere all’altezza dell’appuntamento culturale europeo del 2025 a Nova Gorica-Gorizia – in analogia a quanto cercò di organizzare Ulrich, pur essendo senza qualità, per celebrare il genetliaco dell’Imperatore della KaKa, ovvero della doppia monarchia Kaiserlich-Königlich.

In sede istruttoria, appena conosciuta la calendarizzazione in Commissione, peraltro attraverso un mero SMS, auspicando, nelle mie capacità di vicepresidente della V Commissione, di poter avviare questo DDL ad un destino politicamente più ambizioso, ho cercato insieme a molti colleghi dell’opposizione di cogliere, per lo meno, l’opportunità per una fruttuosa sessione di audizioni. Ma questo tentativo è stato soffocato sul nascere. Anzi in Commissione è stata sventolata la minaccia, non tanto velata, che qualsiasi tentativo di ragionare davvero su come si possa avviare il rinascimento culturale necessario a Gorizia in vista dello straordinario evento, sarebbe stato comunicato all’esterno come un tentativo di ostruzionismo ai danni degli enti e associazioni che in base a questa legge riceveranno le risorse per “chiudere il bilancio”. Un bilancio, quindi, che definirei assolutamente ordinario e anonimo, un bilancio di sopravvivenza e non di sviluppo.

Questa relazione di minoranza ha quindi anche lo scopo di denunciare per iscritto, in forma meno volatile delle discussioni svolte in Commissione, che per l’ennesima volta la Giunta Fedriga e la maggioranza stessa, vogliono comprimere le attività del Consiglio e delle sue Commissioni ad un ruolo meramente notarile. A nostro avviso è grave che con un mero sms si sostituisca una riunione dell’Ufficio di Presidenza, e che sia cortocircuitato il percorso in Commissione di un DDL, azzerando di fatto la distanza tra i due momenti quello dell’illustrazione di un DDL e quello del suo esame. Non sembra dunque assolutamente superfluo – per utilizzare la classica formula degli organi di controllo – ribadire che si deve dare dignità agli Organi Consiliari che sono costituzionalmente deputati a legiferare. Le audizioni sono un momento fondamentale dell’attività in Commissione, perché sono il momento nel quale i consiglieri-commissari vengono a contatto con tutti i portatori di interesse e a conoscere la loro prospettiva sulle tematiche a cui dovrebbe rispondere la legge in questione. Il ruolo della Giunta, nelle attività del Consiglio, è quello di un mero partecipante, non è il deus ex-machina della vita del Consiglio. Perché questa maggioranza vuole abdicare al suo ruolo rendendosi succube dell’agenda dell’Assessore? Non penso che questo sia il modo corretto di assolvere il ruolo che è stato assegnato ai consiglieri dai cittadini ed esplicitato nello Statuto regionale.

Quindi, mai più convocazioni via sms, con formule prendere-o-lasciare perché l’assessore “non riesce a trovare un altro momento libero perché ha tanto da lavorare”, come se i lavori della Commissione fossero attività di serie B! Mai più cortocircuiti del meccanismo illustrazione-esame! Ricordo l’umiliazione subita da questa Commissione, che fu costretta all’illustrazione-esame di un decreto relativo all’istituzione delle Comunità di comuni di Montagna, nella pausa pranzo tra la sessione antimeridiana e quella pomeridiana di un Consiglio. Questo modo di procedere non deve più ripetersi, c’è da vergognarsi! Altro che better regulation, il tanto decantato legiferare meglio del Presidente Zanin! Qui ci si trova di fronte a procedure di atrociously embarassing regulation!

Questo Disegno di Legge 145 ha comunque un aspetto positivo, che definirei la riscossa dell’ERPAC. Consegna definitivamente alla Storia l’inversione a “U” compiuta dalla Giunta nei confronti di questa Agenzia. Paradossalmente, qualche anno fa, era proprio dagli enti locali dell’area goriziana che era partito l’attacco a questo ente giudicato superfluo per la gestione dei beni culturali. La decisione di sopprimerla fu fortemente avversata da noi di Open Sinistra FVG e da tutta la minoranza. La Giunta era decisa ad usare la mannaia del DDL-semplificazioni. E invece, via via che i mesi sono passati da allora, sono passati anche i feroci istinti di soppressione e si assiste oggi alla resurrezione, all’apoteosi dell’ERPAC. All’art. 1, c. 2, vengono infatti azzerate tutte le decisioni prese in precedenza e al comma 3 assistiamo all’investitura dell’ERPAC come “Braccio Operativo” non solamente della Regione, ma addirittura di quel Comune di Gorizia che ne auspicava la fine qualche anno fa, e niente meno che per la preparazione del più importante evento culturale in questa Regione dalla sua fondazione.

L’art. 2 è emblematico di questa legge. Porta il titolo di “Individuazione degli interventi per Gorizia Capitale della Cultura 2025” ma si esaurisce in poco più di due righe che non dicono assolutamente nulla, se non che in sede di legge di bilancio si farà il bilancio. Un mero truismo!

Ben altro avrebbe dovuto esserci qui. Si sarebbe dovuto giungere, come auspicavamo si potesse fare attraverso le audizioni, ad un quadro generale che coinvolgesse tutti gli enti culturali goriziani e non, e fornisse le basi per quell’attività transfrontaliera che è la cifra di questa investitura a Capitale Europea. Si sarebbero dovuto audire le Università, gli istituti europei quali l’ISIG, l’Accademia Europeista, associazioni quali il Kulturni Dom, il Palazzo del Cinema, il GECT GO… Invece l’articolo 2 mi fa venire in mente uno dei Sophismata di Buridano che riformulerò così, quando ritornerò all’insegnamento della logica medievale: non più quindi Nihil et Chimera suntne fratres? bensì Nihil et Art.2 DDL 145 suntne fratres?, che sottintende che l’art. 2 sia un altro nome per l’aristotelicamente aborrito vuoto!

L’art. 3 del DDL è l’erogazione al Comune di Gorizia del contributo che il comune stesso dovrebbe a sua volta girare come contributo ordinario – e sottolineo ordinario – al GECT. Insomma, è una “partita di giro” per la gioia degli appassionati della “partita doppia”. Ci si domanda perché non venga erogato direttamente dalla Regione con grande risparmio di tempo e dignità?

L’art. 4, in verità un po’ genericamente, afferma che concorrere alla realizzazione della musiliana futura “Azione Parallela” a favore di Gorizia potrà essere criterio premiante. Qui esprimiamo la preoccupazione che, con future decisioni completamente al di fuori del controllo del Consiglio, possano essere prese delle decisioni dirimenti o operate curvature della politica culturale di questa Regione, anche alla luce della recente vicenda che ha riguardato il sostegno alle case editrici al Salone del Libro di Torino.  Ma le mie obiezioni alla genericità hanno ricevuto l’accusa di ostruzionismo. Evidentemente la maggioranza accetta, che la vera sostanza delle norme sia decisa interamente in altre sedi non istituzionali. Sono molti, infatti, gli articoli in questo DDL che vedono scomparire il ruolo della Commissione e del Consiglio, in favore della Giunta o di altri organismi con la scusa della semplificazione. Emblematici al riguardo sono gli artt. 9, 14, 15, 23. Nessuna di queste modifiche, anche se possono sembrare scontate, è però neutra.

Gli artt. 5 e seguenti vedono ulteriori contributi al Comune di Gorizia e aprono le porte a finanziamenti ad altre associazioni culturali. Non si precisa quali siano, né esattamente come dovrebbero concorrere al grande disegno della musiliana Azione Parallela, già auspicata. Certamente cre-eranno consenso.

Imponente è l’impianto normativo che vede la transizione all’ERPAC della Scuola Merletti, artt. 22-30. Attribuzione che salutiamo con soddisfazione. Mai avremmo immaginato che al tanto vituperato ERPAC fosse assegnata un’azione salvifica, anche in area formativa! Ci si domanda cosa abbia veramente determinato questa inversione a “U” della Giunta.

Arriva poi uno stillicidio di norme puntuali, tra cui emblematici sono gli artt. 25 e 26 che si premurano di sostituire “il programma” con la “programmazione”. Sembrerebbe una modifica linguistica analoga a quella di coloro che salutandosi, invece di augurarsi “Buongiorno” si augurano “Buona giornata”, invece di “Buonasera” si augurano “Buona serata”.  Sono però articoli curiosi perché in controtendenza con gli artt. 17-18-19 che sopprimono invece il concetto stesso di “programmazione culturale” regionale. Ci è stato detto che non è mai stata fatta. A mio avviso sarebbe forse il caso di iniziare. Invece si butta via tutto. Curiosissimo infine l’art. 12 che alle attività che promuovono la cultura umanistica, artistica e scientifica, sente il bisogno di includere anche quelle multidisciplinari. Mi astengo da qualsiasi commento sul senso di legiferare così, perché l’understatement in questo caso è più eloquente.

L’Assessore ha dichiarato infine che “questa norma non è la legge strategica per Gorizia Capitale Europea della Cultura”. Ne prendiamo atto, ma allora forse si dovrebbe cambiare il titolo.  Ad un fine così ampio e alto forse sarebbe necessario dedicare una norma multi-assessorile che permettesse di coniugare alle iniziative culturali anche quelle turistiche, quelle formative, quelle infrastrutturali e soprattutto quelle di imprenditoria culturale. Immaginiamo che numerose saranno le start-up culturali che vedranno la luce da qui al 2025. Ci adopereremo per sollecitarla anche attraverso emendamenti.

Un’ ultima raccomandazione. Visto il ruolo decisivo attribuito all’ERPAC, forse si dovrebbe potenziarlo e non solamente attribuirgli più ampie possibilità di assunzione di lavoratori a tempo determinato. Per presentarsi all’appuntamento con l’Europa è bene reclutare personale su base stabile, si rispetteranno così non solamente i diritti dei lavoratori, ma si potrà assicurare alla nostra regione un’agenzia che possa essere utile anche in futuro, in modo permanente, e non solamente finalizzato al 2025. In questa prospettiva riduttiva, l’evento GO!2025 rischia di essere solamente l’ennesimo fuoco di paglia, che quando finisce lascia solamente un po’ di cenere. Gorizia Capitale Europea Della Cultura deve essere un’iniziativa per rilanciare Gorizia!

Presenteremo alcuni emendamenti e ordini del giorno nelle direzioni indicate.

Per le modalità con le quali è stata gestito l’iter di questa norma e per la sua pochezza strategica difficilmente ci vedrà a favore.

Qui il testo fuoriuscito dalla Commissione

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