Questa proposta di legge non ha ancora raggiunto il livello di chiarezza nelle finalità e nella formulazione che sarebbe stato opportuno raggiungere prima di discuterla in aula. Si era infatti deciso in Commissione di avviare un tavolo di confronto per chiarire i numerosi punti nei quali appare ancora piuttosto vaga, se non addirittura ambigua. Purtroppo i proponenti hanno voluto accelerare i tempi, per l’approssimarsi del 20 maggio, immagino, e la proposta di legge è stata votata senza gli approfondimenti che certamente avrebbero portato a delle condivisioni. Per questi motivi in commissione siamo stati costretti ad astenerci. Inoltre, in sede di votazione si è lasciato intendere che ci sarebbe stato un incontro prima della scadenza per la stesura della presente relazione, ma ciò non è avvenuto. Procedendo così, a mio avviso, si è fatto un torto sia all’Associazione Nazionale Alpini, sia alla memoria dei tanti Alpini in armi che hanno sacrificato la loro vita nelle imprese nelle quali i Corpi Alpini sono stati impegnati nel corso della Storia.
Evidentemente, i proponenti hanno voluto puntare esclusivamente sull’effetto propagandistico, per così dire di “bandiera” della presente legge. Dubito che ci sarà tempo in aula per raggiungere un livello adeguato di chiarezza nella formulazione di questa legge. Dunque, con amarezza e disappunto, ancora una volta, assistiamo ad una strumentalizzazione sia dell’A.N.A. che del Consiglio Regionale stesso da parte di alcune forze politiche. La parola “legiferare” non è sinonimo di “fare propaganda”!
I motivi di ambiguità della legge derivano dalla confusione che viene fatta tra l’A.N.A. e il corpo militare degli Alpini.
Nutriamo profonda riconoscenza e ammirazione nei confronti dell’A.N.A. e dei suoi associati per le innumerevoli occasioni, come nel caso del tragico sisma del 1976, nelle quali con dedizione e senso del sacrificio, in modo assolutamente volontariato, animati da nobile senso di solidarietà, si sono resi disponibili ad aiutare chi si trovasse in una situazione di bisogno o di difficoltà. Inoltre l’A.N.A., attraverso la distribuzione capillare dei suoi gruppi nei nostri territori, costituisce una delle organizzazioni di volontariato più affidabili nell’organizzare, o collaborare all’organizzazione, di importanti momenti celebrativi e di coesione sociale nei nostri comuni. Chiunque sia stato amministratore locale, come me, che fui Sindaco di Udine per 10 anni, non può che essere loro profondamente grato per il pronto e prezioso aiuto prestato in tante iniziative e per la promozione della buona reputazione della città che, grazie a loro, ne è derivato. Per questi motivi, nessun amministratore ha mai fatto mancare loro contributi per iniziative. Anzi, ha sempre assegnato loro spazi pubblici di aggregazione, anche in luoghi di alto significato, con la sicurezza che ne avrebbero fatto tesoro sia nella manutenzione che nella qualificazione. Ricordo che a Udine il gruppo “Udine Centro” ha la propria sede in alcune sale sotto la Loggia di San Giovanni sul terrapieno in Piazza Libertà a tutela anche del Tempietto di San Giovanni, adesso Tempietto ai Caduti. È uno dei luoghi simbolo della città di Udine, ambìto da tante organizzazioni e associazioni. Ebbene, questi locali prestigiosi furono a loro ri-assegnati, durante il mio mandato, anche dopo la significativa riqualificazione avvenuta sotto la sapiente guida architettonica dell’architetto Burelli.
C’era bisogno davvero di una legge per sostenere l’A.N.A. in modo formale? Non lo credo. Come ho detto, sfido a trovare un Sindaco o un Presidente di Regione che non ne abbia riconosciuto e valorizzato il ruolo. E non a caso la PDL, con un emendamento degli stessi proponenti all’Art. 3, sceglie come data per celebrare la “Giornata regionale della riconoscenza…” la data del 20 maggio in ricordo di quel 20 maggio 1976 nel quale all’A.N.A. venne assegnato il compito di gestire gli 11 cantieri che si adoperarono per ricostruire il Friuli terremotato. Va detto al riguardo che la presente PDL, in un primo momento, proponeva il 6 maggio come data per la “Giornata regionale della riconoscenza…” ma molte altre Associazioni, tra cui tante Associazioni d’Arma, avevano espresso parere negativo alla proposta in audizione, argomentando che in quella giornata andava espressa riconoscenza anche a tanti altri enti e associazioni, come anche a tante semplici cittadine e cittadini, che avevano contribuito alla ricostruzione del Friuli. Noi stessi avevamo segnalato il carattere estremamente patriarcale di un’associazione che in buona sostanza non rappresenta la parità di genere, che invece è stata ampiamente testimoniata nella ricostruzione.
Se i proponenti di questa PDL volevano scegliere una data per celebrare l’impegno dell’A.N.A. e garantire una somma di denaro all’A.N.A. per l’organizzazione di una giornata celebrativa, se questo era l’intento? Questo doveva essere il punto centrale posto esplicitamente già all’Art. 1.
Così invece non appare nella presente legge, a incominciare dal titolo. La prima volta che compare l’A.N.A. è solo in un emendamento all’Art. 2. L’Art. 1 dichiara invece che la “Regione attua promuove e sostiene attività dirette a diffondere le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta …” e a titolo d’esempio cita la Grande Guerra e il terremoto in FVG del 1976. Ma allora, in questa legge, si parla di un corpo militare e della sua storia!
Questa formulazione dell’Art.1 getta una luce molto discutibile su tutta la PDL, per due motivi.
Viviamo un momento tragico per l’Europa, nel quale assistiamo ad un’aggressione militare da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina, che tanti lutti sta portando e sta dimostrando diabolicamente come la guerra e l’uso di armi letali sia ancora un metodo plausibile per risolvere le controversie internazionali. Varare una legge che celebri le “gesta” di un corpo militare, come recita l’attuale Art. 1, assume un significato molto buio, tanto più che l’ultima invasione che subì l’Ucraina da parte di un esercito straniero fu proprio da parte dell’Italia fascista che insieme alla Germania, Romania, Ungheria, Slovacchia e Finlandia avevano dichiarato guerra all’URSS nell’estate del 1941, e proprio con un’armata Alpina! Quella vergognosa campagna imperialista ebbe tragiche conseguenze per gli stessi soldati di leva che furono obbligati a condurla. Simili “gesta” vanno condannate senza se e senza ma. Gli atti di eroismo da parte degli Alpini, che anche in quella sciagurata impresa seppero sacrificarsi a favore dei commilitoni, non possono essere citati o anteposti senza una ferma condanna per l’impresa in sé. È da biasimare che proprio il Senato della Repubblica il 5 aprile 2022 approvando in via definitiva, il disegno di legge n. 1371[1], che istituisce la Giornata Nazionale della Memoria del Sacrificio degli Alpini, abbia scelto una data che celebra invece una vicenda fascista e imperialista. Non si deve ammantare un atto di aggressione bellica internazionale con un atto da celebrare solamente per il suo eroismo. L’eroismo, anche se umanamente ci commuove, non è di per sé un valore. Allo stesso modo non si può, oggi, se non condannare l’altrettanto sciagurata aggressione della Russia all’Ucraina e constatare che dopo 81 anni la Storia si è ripetuta in quei tragici luoghi. Va detto con chiarezza che parlare genericamente di “gesta degli Alpini” ricomprende anche “gesta fasciste degli Alpini” e questo non è accettabile in una Repubblica nata dalla Resistenza.
L’attuale formulazione dell’art. 1 è grave anche perché non ricorda l’eroismo di tanti Alpini che, scampati alla sciagura delle imprese fasciste individualmente, e ciò va sottolineato, si unirono con straordinario coraggio a “quell’epopea che sa di legenda” che fu la Lotta di Liberazione, con competenza, capacità organizzative e lucidità di ideali. Vanno ricordati anche gli Alpini che si rifiutarono di unirsi alle file repubblichine e accettarono di essere internati nei campi di concentramento nazisti. Quanti tra le vittime che ricordiamo proprio in questi giorni in occasione della festa del 25 Aprile, ebbero un ruolo di rilievo nella Lotta Partigiana? Ne ricordo due: la medaglia d’oro Renato Del Din caduto a Tolmezzo il 25 aprile 1944 e Luciano Pradolin fucilato al muro del cimitero di Udine l’11 febbraio del 1945. Ma su tutto l’arco alpino la lotta di Liberazione fu spesso guidata da ex-Alpini. Tutte queste furono però sempre scelte individuali.
Queste considerazioni ci fanno giudicare non appropriato nemmeno l’Art. 4, che prevede la possibilità della Regione di sostenere i collegamenti tra le istituzioni scolastiche e l’A.N.A. per l’arricchimento dell’offerta formativa degli Istituti scolastici e i PCTO su tematiche quali i Principi fondamentali della Repubblica, oppure la Storia della Grande Guerra? Gli Istituti Scolastici e l’A.N.A. hanno già tutti gli strumenti per fare ciò. A cosa serve questo irrobustimento? Un’altra associazione, l’ANPI, che certamente ha competenze altrettanto valide su tematiche storiche e sui principi fondamentali della Repubblica, essendo la Costituzione nata proprio dalla Lotta di Liberazione, non gode di altrettanto privilegio, ma come tutte le associazioni deve partecipare a bandi per vedere finanziate le proprie iniziative. Il compito di insegnare la storia agli studenti va comunque lasciato agli storici. Questa deve essere l’unica garanzia che può dare una Regione. Inoltre tanta enfasi sulla Grande Guerra sembra anche inopportuna in un’epoca storica nella quale stiamo costruendo un’Europa dei popoli. La Prima Guerra Mondiale fu soltanto una grande carneficina che dimostrò solamente la tragica follia dei nazionalismi e dei regionalismi militanti. Quando viene illlustrata, andrebbe inquadrata in una prospettiva ampia e scevra di ogni retorica eroica.
Infine, a margine, si annota che il riferimento nell’Art. 2, comma 3, che giustamente esplicita la riconoscenza per l’impegno dell’A.N.A. nel recupero e tutela dei rifugi e bivacchi montani, dovrebbe prevedere però che future iniziative in tal senso siano sempre coordinate con il C.A.I., che attualmente è l’associazione deputata dalla Regione per la gestione delle strutture e dei sentieri in montagna.
Se in questa legge, a incominciare dal titolo si porrà l’attenzione sull’A.N.A. e si elimineranno tutti le implicite esaltazioni dell’eroismo e della gesta belliche, non avremo nessuna difficoltà a votarla a favore, se invece si continuerà a mantenere l’ambiguità finora presente, che utilizza l’apprezzamento per il volontariato dell’A.N.A. per veicolare retorica bellica, saremo costretti, pur confermando l’impegno e il sostegno a favore dell’A.N.A. in tutte le occasioni, a esprimere un voto contrario.
Al fine di facilitare questo percorso, proporremo degli emendamenti.
Qui il testo del PDL n. 137 fuoriuscito dalla Commissione
[1] Qui il link alla notizia presente nel sito web del Senato (05 aprile 2022): https://www.senato.it/3381?comunicato=399741
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