Relazione di minoranza Honsell a NADEFR 2023

Relazione di minoranza Honsell a NADEFR 2023

questo documento di 120 pagine, presentato alla fine di una legislatura, dovrebbe offrire un quadro appassionato e appassionante di come la Regione Friuli Venezia Giulia, a incominciare dal suo Presidente Fedriga, sulla base di quanto è stato posto in essere nel quinquennio 2018-2022, immagina il prossimo triennio 2023-2025. Invece, già nell’introduzione del Presidente, il documento guarda solo al passato e, timorosamente, parla di un’economia azzoppata, di un futuro in salita. Ma allora non sono serviti a nulla questi anni di oggettiva straordinaria disponibilità finanziaria, senz’altro i più opulenti che la storia registri, per rendere il Friuli Venezia Giulia più resiliente e pronto per le sfide del XXI secolo? In verità, vengono snocciolati alcuni numeri che riflettono i risultati positivi conseguiti dal sistema economico regionale nel 2022, ma questi non sono posti in prospettiva. Delle vere sfide del futuro che sono l’ambiente, la salute, il lavoro e l’equità non si fa menzione e nell’articolazione del documento non vi è nulla che le ponga in rilievo. Colpisce, che nell’ultima occasione nella quale il Presidente ci poteva consegnare un messaggio importante, in vista anche di una sua futura candidatura, egli non offra nulla di programmatico, non dia nessuna visione, salvo un generico auspicio di un altrettanto generico patto forte tra istituzioni, enti locali, imprese e cittadini, che almeno sul piano retorico non sfigura mai. Questo documento dal nome roboante si sgonfia quindi repentinamente nell’ennesimo tra i molti adempimenti a cui questa Giunta ci ha abituati nei momenti cruciali. È il suggello di cinque anni anonimi nei quali invece di intraprendere una rotta ambiziosa la Giunta ha bordeggiato, senza perdere di vista nemmeno per un istante una visione che apparteneva al passato, un modello ormai vecchio e insostenibile di regione.

In verità i documenti sono 2 ma il NADEFR relativo alle società controllate e partecipate, parzialmente già analizzato alcune settimane fa in occasione del Bilancio Consuntivo 2021, è troppo generico e forse un po’ superficiale. Basti citare il caso dell’UCIT che nel NADEFR-Controllate è convinto di veleggiare business-as-usual controllando le nostre caldaie nel 2023-2025 ma non sembra sapere ancora di essere diventato protagonista, trasformato in FVG Energia grazie all’importantissima grosses Gesetz n. 160, di quasi metà degli obiettivi della Missione 17 “Energia e diversificazione delle fonti energetiche”.

Dispiace che i pur valenti uffici non siano stati incaricati di svolgere un’analisi approfondita sul posizionamento di questa regione rispetto agli indici SDG, BES, ecc. Continua a non esserci, infatti, un quadro completo degli indicatori, né una giustificazione del criterio con il quale ne sono stati selezionati solamente alcuni. Né si dà ragione del perché alcuni indicatori siano scomparsi rispetto al DEFR di luglio (erano forse troppo negativi? Non si potevano aggiornare, negli ultimi 4 anni?). Ad esempio è scomparso il dato sulla Qualità dell’aria urbana – PM2.5 % di misurazioni valide superiori al valore di riferimento per la salute, definito dall’Oms (10 μg/m3), sul totale delle misurazioni valide delle concentrazioni medie annuali di PM2,5 per tutte le tipologie di stazione (traffico urbano e suburbano, fondo urbano e suburbano, rurale) rispetto al quale eravamo di 10 punti sopra la media nazionale. Al riguardo, nella Missione 9 “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, si dichiara genericamente che si attueranno delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria, senza dire però quali. Mi auguro che non sia prevista solamente quella di non guardare più questi indicatori perché troppo imbarazzanti. Mancano anche i dati sull’ozono (e le misure per contenerne le relative concentrazioni) che la stessa ARPA dichiara: “Per quanto riguarda l’ozono il 2021 è stato un anno peggiore rispetto al 2020, ma tutto sommato in linea con il triennio precedente (2018-2020), con un netto aumento del numero di superamenti della soglia giornaliera di 120 μg/m3[1]. Manca il dato sulle aree contaminate; relativamente a queste cito, dal capitolo Ambiente del documento ISTAT “Rapporto BES 2020: il benessere equo e sostenibile in Italia”[2], la frase: “In termini assoluti, il Piemonte è la regione con una maggiore estensione di superficie contaminata (108.207 ettari), seguito da Sardegna, Lombardia, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, che presentano superfici contaminate superiori ai 10.000 ettari”. Ciò significa che per il FVG le aree contaminate sono quasi il 2% del territorio, siamo la seconda regione in Italia rispetto a questo indicatore! Sempre nella Missione 9 viene dedicata quasi mezza pagina a questo tema ma si parla solamente di procedure organizzative (tavoli tecnici, piani, regolamenti, ecc.) non di quali azioni si intende porre in essere per ridurre la percentuale di tali superfici. Non ci sarà quindi modo di valutare se la burocrazia e le consulenze attivate avranno dato effetto. Circa il consumo di suolo il FVG è sopra la media nazionale. Sempre dal documento ISTAT Rapporto SDG 2022[3] si legge: “Per il Goal 6 (Acqua) Lazio, Sicilia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono le uniche regioni distanti dalla media Italia” e poi dal Rapporto BES 2020 si legge: “Un livello di perdite idriche totali di rete inferiore a quello nazionale si rileva in tutte le regioni del Nord, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia. Cercando i dati[4] si trova che il livello di perdite è del 45,7%. Non c’è né nel NADEFR né tantomeno nella Stabilità uno sforzo per colmare questo deficit. Evidentemente si immagina di ridurlo grazie alla siccità che asciugherà le condotte! Certamente alcune modifiche degli indicatori manifestano solamente la furbizia dell’estensore, ma non è con la furbizia che si risolvono le criticità! Cito ad esempio il tasso di crescita delle coltivazioni biologiche, introdotto quest’anno nel NADEFR. È estremamente positivo 23,4%, ma riportare solamente la derivata prima positiva di questo indicatore quest’anno senza dire nulla della ben più persistente derivata prima negativa degli anni passati nonché il basso valore assoluto attuale. Nulla poi si dice più sull’uso di fertilizzanti o di fitofarmaci che erano abbondantemente sopra la media nazionale fino al luglio scorso.

Volendo individuare con precisione ciò su cui si dovrebbe intervenire, si potrebbe andare alla ricerca di molti altri indicatori, che purtroppo non compaiono nel documento, a cui riferire in parallelo le azioni del NADEFR. Ma ci fermiamo qui perché il compito sarebbe demiurgico per una relazione. Abbiamo solamente indicato a futura memoria, alcune prospettive su quanto si sarebbe potuto fare e dire e non è stato né detto né fatto. Forse il vero scopo di questi adempimenti per la Giunta Fedriga è puramente mediatico: bisogna scopare sotto il tappeto i dati imbarazzanti, dati per i quali il NADEFR non è in grado nemmeno di immaginare azioni compensative o risposte, figuriamoci di pianificare le strategie per affrontarle!

I dati di contesto relativi ai cittadini di questa Regione meritano attenzione perché a mio avviso sono preoccupanti. Malgrado il trionfale quoziente rivendicato dal Presidente Fedriga di un PIL pro/capite di 33.000€ in FVG, roba da Hudson Yards, lo stesso documento, che egli firma 120 pagine dopo, segnala che i nuclei con figli minori con ISEE inferiore a 30.000€  in FVG è cresciuto del 10% solo nel 2021, fino a raggiungere i circa 60.000 nuclei, e che il valore medio dell’ISEE delle famiglie con almeno uno straniero è meno della metà di quelle italiane, quando la percentuale di stranieri si attesta intorno al 10% della popolazione. Il documento sfoggia il fatto che la percentuale delle famiglie in povertà relativa in FVG è la metà di quella a livello nazionale, ma facendo i calcoli, questi sono pur sempre il 5,7%, ovvero quasi 30.000 nuclei. Analogamente ci si compiace che le persone al di sotto della soglia di povertà siano solo l’8,3% rispetto al 14,8%. Ma sono pur sempre quasi 100.000. Preoccupanti sono i dati dei NEET (16,2%) ovvero i giovani da 15-29 completamente inattivi, che malgrado tutte le rassicurazioni ricevute per le nostre ormai quinquennali sollecitazioni all’Assessore al lavoro, non accennano a scendere. Anche il dato sui celibi-nubili e occupati, che vivono in famiglia indica che qualcosa non funziona nelle politiche della casa o sui lavoratori poveri.

Ma, Presidente Fedriga, quando la vogliamo smettere di dare contributi a chi non ne ha bisogno per pensare invece a chi bisogno ne ha? Le disparità e le disuguaglianze minano la democrazia stessa! Tutti questi dati dovrebbero trovare delle riposte precise nel DEFR perché evidenziano sperequazioni molto profonde, una difficoltà di raggiungere un’autonomia individuale, una potenziale crescita di lavoratori poveri. Ma, senza considerare questi numeri, le linee strategiche delle Missioni riconfermano invece le azioni varate nel passato che ci hanno condotto a questa situazione.

Il sistema industriale che pur fa registrare una buona ripresa nel 2022, non è sostenuto da un piano che lo irrobustisca. Nella Missione 14 sono infatti numerosissime le azioni previste, ma proprio questa pluralità di progetti è forse la nostra preoccupazione principale, perché indica una certa incertezza su dove agire e una conseguente dispersione delle risorse. Si parla della nuova partecipata FVG Plus, ma non si sa quando partirà. Si parla dell’insediamento siderurgico nella zona dell’Aussa-Corno, ma senza un progetto socio-economico organico si rischia di ritrovarsi con gli squilibri di Monfalcone dove il numero di lavoratori stranieri in ditte di subappalto non costituisce certamente un modello dignitoso di lavoro. Si parla di Zona Logistica Semplificata ma non si capisce chi e come dovrebbe trarne vantaggio. Si parla di produzione di idrogeno verde, ma non ci sono certezze sui finanziamenti, né tantomeno un cronoprogramma. Si parla di recupero di complessi produttivi degradati ma con quale strategia fare un revamping o una riqualificazione?

Il settore nel quale questo DEFR è più deficitario è proprio quello dell’ambiente, la Missione 9, che prevede miseri 141 milioni nel 2023 e poi meno di 100 nel biennio successivo. Si parla ancora di varare una strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e per la mitigazione dei cambiamenti climatici, quando queste sono state promesse da tempo e non sono mai state accolte le proposte fatte anche da noi di Open Sinistra FVG e un po’ da tutta l’opposizione. Fino ad oggi si sono visti solamente contributi per incentivare l’utilizzo di combustibili fossili e l’unico vagito è stata l’approvazione della grottesca metamorfosi dell’UCIT. Questa missione, che avrebbe dovuto essere il punto archimedeo facendo leva sul quale definire tutto il NADEFR, sembra non essere al corrente dei dati spaventosi relativi alle conseguenze del riscaldamento globale che colpiranno questa regione: dall’aumento dei periodi di siccità all’aumento di temperatura. Non dimentichiamo che il FVG è regione con un’alta percentuale di territori montani che sono i più soggetti all’innalzamento di temperatura.

Anche la Missione 7 “Turismo” non appare molto consapevole del necessario cambiamento di paradigma a cui dovrà attenersi in futuro per muoversi verso un turismo più sostenibile e lento. Ci limitiamo a rilevare come al primo posto si prefiguri un piano per la valorizzazione del Monte Lussari previsto per il 2023, quando proprio quest’anno si è invece proceduto alla cementificazione della strada che lo raggiunge, per permettere un evento di ciclismo professionistico invasivo come il Giro d’Italia e tutto ciò per giunta con le risorse che derivano dal recupero della tempesta Vaia assegnate, udite, udite, alla Protezione Civile. Non riesco a immaginare un esempio più scriteriato dell’uso di risorse pubbliche!

La Missione 13 “Salute” presenta un’elaborazione inversamente proporzionale al peso che le attività di questa missione hanno sul bilancio della Regione. Anche in questo ambito c’è la massima indifferenza ai risultati molto negativi del FVG rilevati dallo studio Bersaglio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nulla viene previsto per compensare le criticità per le quali questa regione risulta essere tra le peggiori: obsolescenza delle attrezzature e appropriatezza delle cure. Un misero paragrafo di tre righe liquida tutta la problematica relativa alla salute territoriale, la continuità assistenziale soprattutto nelle aree montane, le Case della Salute e gli infermieri di comunità. Infine nulla si dice riguardo al tanto strombazzato accordo con Novartis per gli anni 2023 e 2024, che ha visto dirottare sulla sanità i 10 milioni della prima tranche del 2022 il mese scorso.

Un’ultima osservazione riguarda la riforma dell’assetto delle autonomie territoriali. La promessa di far decollare le Provincie, fatta 5 anni fa dal Presidente Fedriga, non è stata mantenuta. Si delinea invece un percorso che vedrà una proposta di legge costituzionale, mentre gli EDR continueranno ad essere commissariati. Dunque quanto all’assetto degli enti locali, 5 anni di gestione Fedriga hanno prodotto solamente la demolizione certosina delle UTI.

In conclusione, questo documento rappresenta un’occasione perduta per affrontare le criticità di questo territorio e progettarne un futuro, e per la sua genericità e superficialità è sostanzialmente inutile, se non a dimostrare che questa Giunta ci ha guidati per 5 anni senza nessuna idea progettuale, ponendo in essere un mero esercizio di potere fine a se stesso. Il nostro voto convintamente contrario, come Open Sinistra FVG, al NADEFR 2023 è un voto contrario a come è stata condotta tutta la XII legislatura guidata dal Presidente Fedriga.

NaDEFR 2023 Regione FVG

Note:

[1] https://www.arpa.fvg.it/cms/hp/primopiano/Pi-ozono

[2] https://www.istat.it/it/files/2021/03/10.pdf

[3] https://www.istat.it/storage/rapporti-tematici/sdgs/2022/Rapporto-SDGs-2022.pdf

[4]https://public.tableau.com/app/profile/istat.istituto.nazionale.di.statistica/viz/SDGs_public_ottobre_2022/SDGs?publish=yes

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Furio Honsell administrator

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