Archivio degli autori Furio Honsell

Relazione Honsell su Pdln 8 “Modifica all’art. 604-bis del c.p. in materia di negazione, minimizzazione in modo grave o apologia dei massacri delle foibe”

Egregio Presidente, gentili colleghe e colleghi,

ci sarebbero molti modi per trattare il tremendo capitolo della storia italiana che riguarda l’esodo delle tante famiglie di lingua italiana che furono spinte ad abbandonare le loro terre di origine in Dalmazia e in Istria nell’indifferenza o addirittura nel disprezzo di coloro che rimanevano o di coloro che le accoglievano.

Ci sarebbero molti modi per trattare gli orrendi crimini commessi nelle terre del confine Italo-Jugoslavo dalla fine della prima guerra mondiale fino al 1945, rendendo così omaggio rispettoso ai morti ammazzati e alle altre vittime, soprattutto quelle innocenti.

A distanza di oltre settant’anni si dovrebbero affrontare tali tragedie basandosi solamente sui fatti accertati dagli storici e comunque solamente con l’intento di cercare di comprendere il dolore e la sofferenza, in primo luogo quella “degli altri”, prima ancora della propria. Solamente così si potrebbe superare il concetto di confine in una prospettiva europea. Ma soprattutto, si dovrebbero evitare le semplificazioni. Questo oggi è il crimine più grave: trattare in modo superficiale vicende che hanno bisogno ancora di tante spiegazioni senza ipocrisie, ma che mai più dovrebbero essere strumentalizzate o ancor peggio mistificate. Sarebbe una mancanza di rispetto imperdonabile nei confronti di tutte le vittime. Nessuna violenza può giustificare un’altra violenza, ma le centinaia di migliaia di morti nella Prima Guerra Mondiale spiegano la pretesa italiana su quelle terre non è possibile affrontare il tema degli scomparsi alla fine della Seconda Guerra Mondiale senza parlare dei crimini di guerra commessi dalle truppe italiane nella loro guerra imperialista in Jugoslavia e le politiche di italianizzazione forzata e di repressione compiute dal fascismo nelle terre di confine sulle popolazioni di lingua slovena fin dal 1921.

Affrontare queste tematiche nell’aula del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia mi sembra importante ma solamente se vale come esempio di come si ragiona in modo consapevole e rispettoso, e non essere un’occasione per perpetrare un’atroce propaganda che non saprei come definire se non anacronisticamente “antislava” o “anticomunista”. Stiamo assistendo in meno di due anni, invece, ad un martellamento di mozioni e proposte di legge all’insegna della strumentalizzazione politica delle “foibe”.

La PDLN che viene proposta e che prevede l’aggiunta di “solamente” le quattro parole “dei massacri delle foibe” va in una direzione pericolosa che non aiuta a costruire uno spirito di pace, di reciproca comprensione e tolleranza. La locuzione infatti è di calco propagandistico e gergale, piena di sottintesi, una sineddoche che anche nel registro linguistico mal si accorda con il riferimento molto più sobrio, e per questo molto più rispettoso con il quale il legislatore si riferisce allo sterminio di milioni di ebrei e altri “diversi”, ovvero con la parola “Shoah”. La proposta invece cristallizza una simbolica raccapricciante smarcandola rispetto a quanto successivamente viene articolato nel testo di legge, in primo luogo i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra.

La proposta di legge da un lato si riferisce in modo squilibrato alla complessità delle vicende del confine italo-jugoslavo dall’altro vuole porla sullo stesso piano della Shoah non ritenendo di ricomprenderla tra i crimini contro l’umanità. La proposta di legge non coglie che la Shoah è qualcosa di incomprensibile proprio per la sua tremenda razionalità e banalità quasi industriale, e pertanto sfugge a qualsiasi tentativo di spiegazione. Proprio per questo, della Shoah saremo tutti colpevoli per sempre, anche chi dovrà ancora nascere, perché pesa come macchia sul genere umano per l’eternità. Molti sono stati altri crimini feroci contro l’umanità, i genocidi e i crimini di guerra che l’uomo ha compiuto contro i suoi simili, ma non sono stati elencati e non per questo sono dimenticati dalla norma o rimane impunita la loro apologia. Le natura tremenda delle vicende del confine Italo-Jugoslavo alla fine della seconda guerra mondiale sono già riconosciute con la Legge 30 marzo 2004 n. 92. Non sono stati invece riconosciuti i crimini contro l’umanità commessi dall’esercito italiano nel ventennio fascista.

Io ho conosciuto il dolore di chi è rimasto e di chi è stato espropriato, di chi non ha visto più rientrare a casa il figlio, il padre, il marito, di chi ha dovuto cambiare il cognome per avere un lavoro e di chi lo perse perché ebbe l’orgoglio di non farlo. Per questo ho difeso la scuola bilingue di San Pietro al II Natisone quando ero rettore e ho intitolato un parco alle “vittime delle foibe”, primo sindaco a Udine. Nome che il mio successore ha voluto strumentalmente e poco rispettosamente per le vittime cambiare in “martiri delle foibe”. Ho chiesto scusa al cimitero di Gonars ai rappresentanti della comunità slovena e al sindaco di Granollers. Ricordo come, in qualità di Sindaco di Udine, città che aderisce all’associazione Mayors for Peace (Sindaci per la Pace) e il cui presidente è il Sindaco di Hiroshima, un giorno incontrai il suo vicepresidente. Era uno spagnolo, sindaco della città catalana di Granollers. Gli chiesi cosa l’avesse spinto ad un ruolo così preminente nell’associazione. Mi disse che la sua città subì uno dei primi bombardamenti contro obiettivi puramente civili della storia, quello compiuto dall’aviazione fascista che il 31 maggio del 1938 distrusse la città provocando oltre 250 morti.

Abbiamo il dovere di parlare di queste vicende ma solamente allo scopo di superare i pregiudizi e i rancori. Solamente così è possibile rendere omaggio alle vittime di tutti gli imperialismi che ci sono stati e che potrebbero continuare ad esserci se non ci adoperiamo per la riconciliazione, senza strumentalizzazioni per guadagnare un pugno di voti.

Voterò dunque contro a questa Proposta di Legge Nazionale in quanto va nella direzione della capitalizzazione politica del dolore e del rancore senza alcun rispetto per le “Vittime delle Foibe”.

Relazione Honsell su Pdl 21 “Interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”

Presidente, illustri colleghi e colleghe,

questa proposta di legge è l’ennesima strumentalizzazione di un dramma umano collettivo che fino alla legge n. 92/2004 che istituì il “Giorno del Ricordo” non fu mai riconosciuto ufficialmente dalla Stato italiano. Parlo di “strumentalizzazione” perché in meno di due anni in quest’aula sono già state presentate varie mozioni su questa tematica, alcune delle quali hanno avuto toni assai minacciosi nelle premesse. Questa vicenda oggi non ha però più bisogno di essere portata alla luce perché è riconosciuta come una delle tragedie del ‘900 e ogni iniziativa, a cominciare dal Giorno del Ricordo deve condurre a riflessioni rispettose e commemorazioni composte, volte a unire le comunità, non a dividerle.

Penso che nessuno possa negare che sia in qualità di sindaco di Udine (sono stato infatti il sindaco che ha dedicato un parco alla memoria delle “Vittime delle Foibe”) che con il mio comportamento in occasione delle precedenti mozioni discusse in quest’aula ho sempre avuto un atteggiamento ispirato al riconoscimento della tragedia e al superamento degli odi. Ritengo però, che questa legge non vada approvata per i seguenti motivi:

1. pone in capo al Consiglio regionale, attraverso gli artt. 3 e 4, un ruolo che non è legislativo, ma puramente esecutivo e gestionale, ovvero la direzione di commissioni, nonché l’organizzazione di altre iniziative pubbliche. Il Consiglio regionale non ha strutture operative o gestionali per svolgere queste attività. Dovrà quindi delegarle di fatto ad altre strutture. Questa legge introduce dunque un protagonismo fuori luogo del Consiglio con chiari intenti meramente propagandistici e mediatici;

2. trattare una tematica così complessa che suscita ancora rancori e sentimenti tanto contrastanti richiederebbe che venissero coinvolte figure istituzionali che si occupano di Storia contemporanea e in primo luogo i Dipartimenti di Storia delle nostre Università. L’assenza di qualsiasi loro coinvolgimento, per esempio nella composizione della commissione dell’art. 3, comma 2, rischia di promuovere un’attività con finalità educative senza nessuna qualificazione metodologica. Una legge regionale dovrebbe avere invece sempre finalità alte ed ampie;

3. la legge statale n. 92/2004 giustifica già il sostegno di iniziative come quelle delineate da questa legge regionale, attraverso i canali degli assessorati; i quali peraltro già lo stanno facendo;

4. istituire una legge solamente su queste vicende senza tenere conto di un più ampio inquadramento e approfondimento sulle caratteristiche e i crimini della guerra imperialista condotta dall’Italia fascista nei Balcani e delle sue politiche totalitarie, nazionalistiche e razziste in questi territori, alimenta una lettura rancorosa, squilibrata e divisiva di questa tremenda vicenda. Così purtroppo è avvenuto negli ultimi 70 anni. Si dovrebbe favorire invece soprattutto nelle scuole una riflessione e una commemorazione condivisa, che unisce.

Per tutti questi motivi, proprio il rispetto per le vittime innocenti e per la sofferenza umana dei loro familiari e dei testimoni di quelle vicende dovrebbe spingere a non formulare mai leggi come questa che cinicamente cercano di capitalizzare a fini elettorali tanta sofferenza e tragedia.

Se davvero si vogliono promuovere concorsi nelle scuole sulla complessa tematica dei confini orientali dell’Italia e la presenza italiana in Istria e Dalmazia, per favorire la convivenza civile tra i popoli e scongiurare che tragedie come queste si possano ripetere, allora andrebbero coinvolti oltre alle Università anche rappresentanze istituzionali delle comunità slovene in Italia e italiane in Slovenia e Croazia.

Per Open-Sinistra FVG il primo pilastro per il futuro è l’ambiente e la sua sostenibilità

“In questi ultimi mesi Open-Sinistra FVG ha presentato una serie di atti e provvedimenti legislativi che vanno a rispondere alla richiesta di diverse associazioni e movimenti del territorio per una sempre maggiore attenzione all’ambiente, alla salute e al benessere dei cittadini da parte delle nostre istituzioni locali e regionali” afferma il consigliere regionale Honsell.

Continua Honsell: “Il momento di agire è arrivato e sempre di più lo sarà: abbiamo una responsabilità verso le generazioni più giovani e quelle future, volta a garantire loro il diritto al patrimonio di biodiversità del pianeta Terra. È nostro dovere quindi promuovere stili di vita sostenibili per evitare che la sesta estinzione di massa iniziata con lo sviluppo del sapiens nel neolitico, possa includere a breve anche la nostra stessa specie”.

Il primo provvedimento presentato è la proposta di legge Disposizioni per la promozione di iniziative e azioni positive volte alla limitazione di emissioni di CO2 da fonti fossili e al riscaldamento globale antropogenico che mira a esplicitare, integrare e sostenere l’impegno della Regione FVG e dell’intera comunità regionale nel contrasto alle emissioni di C02 da fonti combustibili fossili e di altri gas climalteranti. L’obiettivo strategico è la riduzione di emissioni almeno del 40% entro il 2030 sul dato del 1990 e la decarbonizzazione entro il 2050, conformemente alle previsioni del pacchetto “Clima Energia 2030” dell’Unione Europea, al fine di mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Tra le azioni proposte nel provvedimento vi sono: la creazione di un Piano d’azione delle politiche regionali per l’energia sostenibile e il clima; la predisposizione di una Scheda Sostenibilità Ambientale per ciascuna delle leggi approvate dal Consiglio; la promozione di azioni locali fra le quali l’adesione da parte dei Comuni del Friuli Venezia Giulia al Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima; la predisposizione di efficaci misure per l’ efficienza energetica del settore pubblico, la promozione del Green Public Procurement;la definizione di procedure di semplificazione nelle fasi di rilascio delle autorizzazioni e nelle attività controllo per gli enti e le organizzazioni in possesso della certificazione Eco-Management and Audit Scheme ed infine il sostegno nell’adozione e scambio di Titoli di Efficienza Energetica.

Altro tema che Open-Sinistra FVG ha voluto affrontare con una mozione in Consiglio regionale è quello del contrasto all’inquinamento atmosferico nel nostro territorio, alla luce degli ultimi preoccupanti dati provenienti da studi indipendenti e di una serie di superamenti dei limiti di legge previsti per le polveri sottili PM10 in diversi Comuni del FVG nel mese di gennaio. La mozione vuole porre l’attenzione su una serie di azioni volte alla riduzione del fenomeno, che devono essere maggiormente strutturate ed efficaci: l’aggiornamento del Piano di Miglioramento della Qualità dell’Aria; la redazione di linee guida sull’utilizzo di stufe a legna o a pellet; l’eliminazione di contributi erogati per l’uso di combustibili fossili; l’istituzione di incentivi per il miglioramento dell’efficientamento dell’impiantistica per il riscaldamento negli edifici pubblici e per la sostituzione delle caldaie a gasolio con sistemi più rispettosi dell’ambiente; la predisposizione di ulteriori agevolazioni per l’acquisto di nuove vetture e ciclomotori, preferibilmente ad “emissioni zero”; il potenziamento della rete di TPL con un parco mezzi meno inquinante; il potenziamento dei trasporti ferroviari ed infine la redazione di strumenti legislativi per la realizzazione di piattaforme che promuovano la mobilità condivisa.

Ultimo tema di grande attualità per il quale ci siamo attivati in Consiglio regionale mediante una mozione è quello della riduzione ed eliminazione del preoccupante uso di glifosato nell’agricoltura, orticoltura e viticoltura regionale. La mozione vuole impegnare la Giunta alla rimozione entro il 2022 del glifosato dai vari disciplinari di produzione anche nell’ottica del nuovo PSR 2021-2027 e a sostenere approcci agro-ecologici innovativi volti a migliorare la fertilità dei suoli, la diversificazione delle produzioni e l’aumento della capacità di sequestro del carbonio. Infine, si desidera impegnare la Giunta nell’incentivo di collaborazioni con le Università, i Centri di ricerca regionali e le associazioni in questo senso e intervenire presso il Governo e le istituzioni UE per intraprendere azioni volte alla riduzione, limitazione o divieto di prodotti fitosanitari a partire dal glifosato e al sostegno e promozione di soluzioni alternative.

👉 Proposta di Legge n. 77 “Disposizioni per la promozione di iniziative e azioni positive volte alla limitazione di emissioni di CO2 da fonti fossili e al riscaldamento globale antropogenico”

👉 Mozione n. 139 “Predisposizione di misure più efficaci per il contrasto all’inquinamento atmosferico”

👉 Mozione n. 140 “Stop al glifosato, sì all’agricoltura verde e sostenibile”

Un mio breve commento sul DDL “Sviluppimpresa”

“La legge è sicuramente una legge importante ma si tratta di una pura legge di manutenzione: dalla relazione programmatica del Presidente Fedriga ad oggi sono sconosciuti gli obiettivi che si vogliono perseguire. La legge poi non prevede azioni integrate con altre direzioni. Manca quindi di una visione complessiva” afferma Honsell, consigliere regionale di Open-Sinistra FVG.

Prosegue Honsell: “Già negli strumenti forniti ai consiglieri si riscontra un cortocircuito: la legge va infatti a modificare delle misure in atto ma non ci sono indicatori per capire perché sono necessarie.

Certamente alcuni provvedimenti sono positivi ma si tratta di misure di dettaglio in confronto alle necessità del territorio, che ha dovuto affrontare negli ultimi anni importanti crisi aziendali mai risolte: in questo disegno di legge non si trova nemmeno un’idea su come poter risolvere le crisi in atto e prevenirne di nuove.

Il tema dell’internazionalizzazione profondamente correlato a quello delle crisi aziendali è affrontato superficialmente, non viene attuata alcuna misura affinché le aziende evitino di delocalizzare: c’è una mancanza di ragionamento su larga scala, manca un raccordo con la pianificazione europea, non vi è apertura verso il mondo dell’Università, anzi le Università non vengono minimamente prese in considerazione in questa legge.”

“Ritengo positivo che sia data importanza al tema dell’innovazione e della digitalizzazione: ma perché demandare a singoli intermediari tali azioni?

Il 5G non è preso in considerazione: la Regione dovrebbe invece adoperarsi per favorire il suo uso aziendale.

Molto “vecchia” e superficiale è la visione sull’economia circolare, la sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico nonché la decarbonizzazione.

Dare importanza ai giovani e alle imprese femminili è sicuramente una buona cosa ma allo stesso tempo non si può dimenticare che la nostra è una Regione dall’età media particolarmente alta. Dunque perché non basare lo sviluppo della nostra Regione anche sotto questo punto di vista, magari sviluppando una sperimentazione sulla silver economy?”

“Anche sui Cluster doveva essere svolto un ragionamento più puntuale e approfondito, procedendo con delle modifiche alla legge in modo da definirli meglio ed in modo più coerente.”

In conclusione Honsell: “Il peccato originale di questa legislatura è la poverissima relazione programma fatta dal Presidente Fedriga all’atto del suo insediamento. Deficit di idee non ancora colmato.”