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Nuovo governo Conte: un primo commento

Quasi un mese ci è voluto per comporre la crisi di governo aperta in riva al mare da Matteo Salvini. Alla fine è nato un governo in larga parte ancora da valutare, ma con alcuni aspetti che già oggi possiamo definire positivi. È positivo il cambio al Viminale, che non sarà più usato come megafono di odio e xenofobia ma – sotto la guida dell’ex prefetta di Milano – di sicuro tornerà ad essere un presidio democratico a garanzia di tutti.

È positiva l’istituzione di un ministero per l’Innovazione e il digitale ed è positivo che un uomo di sinistra come Roberto Speranza sia ministro della Sanità, che deve rimanere pubblica e universale. Trovo soddisfacente anche il ritorno di un politico al ministero dell’Economia, perché è fondamentale che eventuali scelte di rigore economiche siano fatte da chi si è confrontato con il consenso e le aspettative dei cittadini.

Alcuni curriculum dei neoministri sono di assoluto valore per esperienza professionale ed accademica e questo lascia ben sperare sulla qualità del lavoro quotidiano, così come lascia ben sperare il fatto che la sinistra intera – sia nella sua componente più istituzionale che quella più movimentista – sieda assieme al governo. Il M5S rivendica la propria apoliticità ma molti dei suoi punti programmatici sono parte del patrimonio ideale della sinistra e questo rappresenta una sfida sia per il PD che per il Movimento.

Ci sono poi i punti del governo Conte, saliti a 26. Sono tutti condivisibili in astratto, ma sarà fondamentale capire come verranno declinati in sede di dichiarazioni programmatiche e soprattutto con i primi atti politici concreti. Quindi aspettiamo, con moderata fiducia.

Emissioni di gas serra e piani d’azione

Bene preparare una conferenza sul riscaldamento globale in area Adriatica, che come è noto sarà più esposta di altre agli aumenti della temperatura, ma non basta più solamente parlarne. Questa amministrazione regionale è stata incapace fino ad oggi di fare alcunché per ridurre le emissioni di gas serra. Quanti piani di azione ha attuato? Quanti ne ha promossi presso gli enti locali?
Assistiamo invece al tentativo di fare proclami per accattivarsi l’elettorato che sembra un po’ più sensibile. E intanto la temperatura sale. Poi dare i dati dell’aria su un anno solo dice poco, e forse nasconde molto.

Immagine tratta dal Messaggero Veneto

Sovraffollamento delle carceri in FVG: dati ed osservazioni

Sul tema del sovraffollamento delle carceri in FVG ci eravamo già pronunciati l’anno scorso, proprio in questo periodo, con alcune riflessioni dopo il tragico suicidio di una persona nel carcere di Udine.

I dati, come divulgati nell’incontro organizzato ieri mattina al Caffè Caucigh, parlano chiaro: permane ad oggi una situazione di forte emergenza in tutte le realtà carcerarie della Regione FVG: il carcere di Udine accoglie 155 detenuti (con una capienza di 90), quello di Gorizia accoglie 27 detenuti (57), quello di Pordenone 67 (38), quello di Trieste 195 (145) mentre quello di Tolmezzo 230 (149).

Non si tratta però solo del fenomeno del “sovraffollamento” delle strutture che ci deve fare riflettere ma anche tutta una serie di questioni relative all’idonea assistenza psicologica dei soggetti, alla possibilità del ricorso a pene alternative, alla migliore definizione di percorsi punitivo-rieducativo delle persone condannate: una riflessione puntuale va compiuta quindi non tanto sulla necessità (più o meno immediata) nella costruzione di nuove strutture ma più sul cambiamento di paradigma nell’organizzazione di queste e sulla riforma del procedimento penale e del sistema della giustizia più in generale.

Secondo la relazione Space I, realizzata per il Consiglio d’Europa dall’Università di Losanna con i dati del 31 gennaio 2018 provenienti da 44 amministrazioni penitenziarie, l’Italia primeggia, tra i grandi Paesi europei, per la percentuale di detenuti non condannati in via definitiva – il 34,5% rispetto a una media europea del 22,4%. In numeri assoluti si tratta di 20mila persone, di cui quasi la metà sono in attesa di un primo giudizio, mentre gli altri hanno fatto appello contro la condanna o sono entro i limiti temporali per farlo.

E questo non è un appello casuale, deve essere un appello all’intero mondo politico ed istituzionale, perché troppo poco (purtroppo) è stato fatto sul tema della tutela dei diritti e della giustizia per queste persone negli ultimi anni.

Alcune considerazioni sulla contro-riforma Ater

Open Sinistra FVG è contraria alla contro-riforma delle Ater proposta con procedura d’urgenza dal Presidente Fedriga: la legge non permette di trattare con maggiore efficacia la riqualificazione degli immobili, non promuove nuove strategie di inclusione e di contrasto alla ghettizzazione e non introduce nulla che possa migliorare la rapidità di servizi e interventi a tutela del diritto alla casa.

Fa confluire l’Ater dell’Alto Friuli in quella di Udine: ci si domanda come ciò permetta di rispondere con maggiore puntualità nelle zone disagiate della montagna?

Re-introduce ben 4 consigli di amministrazione creando nuove “poltrone” e mettendo i direttori “a scavalco”: ci si domanda come ciò possa permettere migliore esecutività e non solo clientele?