Quasi un mese ci è voluto per comporre la crisi di governo aperta in riva al mare da Matteo Salvini. Alla fine è nato un governo in larga parte ancora da valutare, ma con alcuni aspetti che già oggi possiamo definire positivi. È positivo il cambio al Viminale, che non sarà più usato come megafono di odio e xenofobia ma – sotto la guida dell’ex prefetta di Milano – di sicuro tornerà ad essere un presidio democratico a garanzia di tutti.
È positiva l’istituzione di un ministero per l’Innovazione e il digitale ed è positivo che un uomo di sinistra come Roberto Speranza sia ministro della Sanità, che deve rimanere pubblica e universale. Trovo soddisfacente anche il ritorno di un politico al ministero dell’Economia, perché è fondamentale che eventuali scelte di rigore economiche siano fatte da chi si è confrontato con il consenso e le aspettative dei cittadini.
Alcuni curriculum dei neoministri sono di assoluto valore per esperienza professionale ed accademica e questo lascia ben sperare sulla qualità del lavoro quotidiano, così come lascia ben sperare il fatto che la sinistra intera – sia nella sua componente più istituzionale che quella più movimentista – sieda assieme al governo. Il M5S rivendica la propria apoliticità ma molti dei suoi punti programmatici sono parte del patrimonio ideale della sinistra e questo rappresenta una sfida sia per il PD che per il Movimento.
Ci sono poi i punti del governo Conte, saliti a 26. Sono tutti condivisibili in astratto, ma sarà fondamentale capire come verranno declinati in sede di dichiarazioni programmatiche e soprattutto con i primi atti politici concreti. Quindi aspettiamo, con moderata fiducia.
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