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La retorica dell’antipolitica e l’ambiguità dei comportamenti quotidiani

L’attuale classe politica regionale ha vinto le elezioni con una facile propaganda contro i privilegi della politica e la stessa natura della democrazia rappresentativa ma sono bastate poche ore di lavoro d’aula per smentire alla radice la scoppiettante retorica degli ultimi mesi.

Mercoledì 25 luglio sera è stato presentato e approvato un emendamento estraneo alla materia in discussione a prima firma Giacomelli che riduce le sanzioni previste dalla legge nel caso in cui un candidato superi la cifra massima prevista per le spese collegate con la campagna elettorale. Cioè il potenziale sanzionato che si riduce l’importo della sanzione, un po’ come se una persona che prende una multa per divieto di sosta comunicasse che ritiene giusto ridurla di una percentuale arbitrariamente definita.

Il secondo scivolone dei “professionisti dell’antipolitica” è avvenuto in sede di interrogazioni a risposta immediata. A mia espressa domanda al presidente Fedriga su come mai non sia riuscito ancora a far dimettere gli assessori consiglieri, malgrado in più sedi avesse affermato che avrebbe avuto una Giunta “tutta di esterni di alta professionalità” mi è stato risposto dall’assessore Calleri con una fumoseria tecnica dietro la quale c’era un punto preciso: i dimissionandi non hanno alcuna voglia di dimissionare.

E’ bene incalzare su questi temi per mettere sempre le persone di fronte al rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale e per far sapere ai nostri cittadini quanto sia debole la parola data quando dietro vi sono interessi ben precisi.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto di oggi:

La Mozione Open-Sinistra FVG su verità e giustizia per Giulio Regeni approvata all’unanimità dal Consiglio

In questi giorni di discussione su temi importanti come l’assestamento di bilancio o la disciplina degli Enti Locali in cui la politica regionale si è costantemente divisa in modo verticale su tutto o quasi si è realizzato oggi un importante momento di unità.

Quale consigliere regionale di Open Sinistra FVG ho presentato infatti una mozione che vincoli la Giunta regionale a mantenere gli impegni assunti con la Famiglia Regeni e con la comunità regionale in relazione alla fattiva ricerca della verità politica e processuale da parte delle autorità e di riferire tempestivamente al Consiglio su azioni e decisioni positive adottate.

La mozione – resasi necessaria anche per l’assenza di una direzione univoca da parte del governo su questo tema – è stata approvata all’unanimità dal Consiglio e questo conferma come la drammatica vicenda umana e civile di Giulio Regeni abbia fortemente turbato e ferito la comunità del Friuli Venezia Giulia senza distinzione di convinzioni politiche o filosofiche.
È infine – per me – motivo di particolare soddisfazione dato che Open Sinistra FVG è un gruppo composto da un solo componente, ma questo voto testimonia anche che quando si discute senza pregiudizi o vincoli ideologici la forza della ragione può prevalere su quella dei numeri.

So bene che nulla può restituire serenità ai genitori e all’universo degli affetti di Giulio, ma spero che la consapevolezza che l’intera comunità politica regionale sia vicina a loro non possa che rappresentare una fonte, per quanto debole di conforto.

Più attenzione alla disabilità

Il momento in cui il Consiglio Regionale discute del Documento di Economia e Finanza rappresenta la sede opportuna non solo per definire le macrostrategie regionali in materia di politica di bilancio, ma anche per fare il punto su tutta una serie di questioni apparentemente minori, ma che nei fatti coinvolgono la vita e i bisogni di molte famiglie, di nostri corregionali.

Tra le questioni che meritano attenzione e sulle quali la nostra attività consiliare intende orientarsi vi sono quelle relative alla disabilità che si collegano in modo profondo con il godimento pieno dei diritti di cittadinanza e del principio di uguaglianza. In particolare, come Open Sinistra FVG sollecitiamo l’attenzione della Giunta regionale e della maggioranza politica su due temi precisi: le liste di attesa del Fondo di Autonomia Possibile (FAP) e il trasporto dei ragazzi disabili frequentanti la scuola secondaria.

Il FAP è uno strumento fondamentale di tipo economico ma con un impatto anche di natura socio-culturale, considerato che la sua finalità non si limita all’elargizione di un sostegno di tipo materiale, comportando anche un positivo impatto nelle strategie di contrasto all’emarginazione sociale del portatore di disabilità fisica o psichica e quindi riteniamo necessario che una regione inclusiva e attenta alle necessità di tutti i propri cittadini investa risorse in questo ambito. Per quanto concerne invece il tema del trasporto degli studenti disabili è fondamentale porre rimedio ad un vuoto creato dalla riforma del sistema delle Autonomie Locali che non ha chiarito pienamente il nuovo equilibrio di competenze e risorse tra Regione e UTI su questa tipologia di servizio precedentemente svolto dall’ente provinciale.

Perché riaprire Via Mercatovecchio al traffico delle auto private è una brutta cosa per la nostra città?

Riaprire Mercatovecchio al traffico privato è una cattiva idea perché peggiora la nostra salute. Aumenteranno le polveri sottili, che con tanta fatica siamo riusciti a contenere, limitandoci a meno di 35 sforamenti annui, diversamente da quanto avviene in altre città del Nord. Aumenteranno le concentrazioni di ossidi di azoto, benzopireni e idrocarburi policiclici aromatici, che si stima conducano in Italia a 100 mila morti premature. Perché aumenterà il rumore acustico che ormai l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riconosce come collegato all’insorgenza di molte malattie croniche invalidanti come l’ipertensione o il diabete. Perché aumenterà il rischio di incidenti.È una cattiva idea per il nostro spirito, che ha bisogno di luoghi da vivere a misura d’uomo. Perché a causa della minore vivibilità in centro diminuiranno i residenti. Perché rallenterà la velocità di servizio dei mezzi pubblici, provocando la diminuzione del loro utilizzo. Perché faremo un salto culturale all’indietro nell’idea di città del XXI secolo quale luogo inclusivo e accessibile. Avete mai sollevato lo sguardo verso gli edifici che si affacciano su Mercatovecchio, valorizzati dall’illuminazione realizzata da Amga-Hera, facciate che i grandi maestri come Gino Valle hanno lasciato in eredità a dimostrazione della nostra secolare cultura urbana e civile? Chi potrà più goderne senza il rischio di venir arrotato?
La decisione di riaprire alle auto è stata presa a Udine mentre da New York a Seul, da Sacile a Muggia, gli amministratori cercano di creare luoghi al posto dei non-luoghi. Mentre il modello ideale è la piazza medievale delle città italiane intesa come luogo di socialità? Con la forza della ricostruzione storico-scientifica eravamo sul punto di restituire il luogo medievale di Udine, quello che la fece diventare capitale del Friuli: Mercatovecchio, che fu piazza del mercato. Quale modello di città ci viene invece proposto? Riaprire al traffico Mercatovecchio vuol dire privarci di uno spazio che gli amministratori locali e urbanisti illuminati ci invidiano. Dove andrà a finire la Udine, che aveva acquisito una reputazione europea nella lotta all’inquinamento e al traffico? Avevamo costruito un parcheggio di destinazione per combattere il traffico passivo. Il progetto era arrivare rapidamente al centro, procedere a piedi lungo Mercatovecchio pedonale, entrando dal giardino dell’ex-Banca d’Italia. Perché questa riapertura? Solo per una promessa elettorale a qualche commerciante che ha combattuto la riqualificazione di Mercatovecchio nell’illusione che un’impossibile macchina del tempo potesse “dargli la percezione” di rimettere i conti a posto? Ci sono anche commercianti in aree non Ztl che mi hanno chiesto di renderle pedonali per avere l’impressione di essere in centro. Con la riapertura al traffico rischiamo un tremendo ritorno al passato fatto di quella cattiva qualità dell’aria che ci faceva tossire da bambini, mentre storditi dal rumore e oppressi nello sforzo di non farci investire sognavamo un futuro urbano più a misura di persone. La riapertura di Mercatovecchio sarà una cosa brutta per Udine e sarà ancora peggiore per i cittadini che la vivono.
Fonte: Messaggero Veneto