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Discussione in VI Commissione Programma annuale immigrazione

Ieri in VI Commissione del Consiglio Regionale abbiamo discusso il Programma annuale immigrazione previsto dalla L.R. 31/2015 che – nell’intenzione della Giunta – si caratterizzerà essenzialmente per una serie di soppressioni di progetti avviati e di risorse fondamentali per una equilibrata gestione del fenomeno. Nella prima parte della seduta abbiamo ascoltato le relazioni dei 4 prefetti della Regione, dell’Anci nonché di qualificati esponenti del volontariato sociale civile e religioso.

Dalle molte audizioni – in particolare da quelle molto documentate e attente dei prefetti – è emersa una visione ampiamente condivisa sull’opportunità di procedere con le politiche fin qui seguite basate sull’accoglienza diffusa, sul dialogo con le amministrazioni locali e sulla concertazione con gli operatori e il mondo del volontariato, il tutto supportato da dati e informazioni puntuali portate alla nostra attenzione non solo dai prefetti ma da tutti gli intervenuti. Oltre a confermarsi la bontà del mantenimento delle politiche di accoglienza diffusa, dalla pluralità di contributi è emersa la necessità di attivare progetti di intercultura e di mettere in atto una pluralità di strategie per ridurre la dimensione “concentrazionaria” del fenomeno e agire per una inclusione attiva.

Malgrado l’impegno e la buona volontà di molti, la maggioranza e in particolare l’assessore Roberti si sono dimostrati insensibili all’ascolto non solo del mondo del volontariato, ma anche dei prefetti – che per ruolo e funzioni ne sanno ben di più – e sembrano intenzionati a proseguire nella loro strategia volta a ridurre ogni forma di supporto economico e progettuale per governare il fenomeno dell’immigrazione e di autoritarismo solipsistico nei processi decisionali, con la soppressione unilaterale e arbitraria di qualsiasi sede di concertazione e informazione sul fenomeno dell’immigrazione, che pure l’esperienza di oggi ha confermato essere necessario.

Per l’assessore Roberti e per la sua maggioranza siamo sempre e continuamente dentro un’interminabile campagna elettorale permanente, senza una vera strategia per affrontare il fenomeno dell’immigrazione e il suo impatto sulle comunità, secondo il principio per il quale ciò che conta non è risolvere i problemi ma enfatizzarli ed esasperarli, senza curarsi delle conseguenze non solo per i gli ospiti stranieri, ma anche per la popolazione tutta e per gli enti locali interessati.

La Regione “scippa” Palazzo Belgrado

Lo scorso 19 luglio, la Giunta Fedriga ha stabilito il passaggio alla proprietà della Regione dei beni immobili già appartenenti alla Provincia di Udine, tra i quali i patrimoni storici di Palazzo Antonini-Belgrado, Antonini-Cernazai e Snaidero, nel silenzio dell’attuale giunta comunale.

Durante il mio mandato di Sindaco ho costantemente rivendicato l’opportunità che la proprietà dei palazzi storici, intimamente legati alla storia e alla memoria cittadina, rimanesse al comune di Udine e un anno fa sono riuscito attraverso il CAL a impedire che il Mito di Fetonte e gli altri meravigliosi affreschi di Giulio Quaglio diventassero di proprietà regionale.

Come consigliere regionale (Open – Sinistra FVG) farò quanto possibile per mantenere a disposizione della città beni artistici e architettonici di primaria importanza e tra i primi atti alla ripresa dei lavori consiliari presenterò una proposta in tal senso, sulla quale spero di avere anche il supporto del Comune di Udine.

In passato su questo tema era attivo polemicamente anche l’allora presidente Fontanini, che in dichiarazioni pubbliche di varia natura aveva più volte ribadito come“si sarebbe dovuto evitare un affronto al popolo friulano”, per citare un suo comunicato stampa del luglio 2017. Ci si chiede che ne sia stato di tanta vivacità polemica ora che “l’affronto” proviene da un governo amico.

 

Pd e Open rinsaldano l’intesa e denunciano i bluff di Fedriga

Si pubblica qui sotto l’articolo di oggi tratto da Il Piccolo di Trieste (p. 3).
Contrastare la «furia distruttrice della destra» contro le politiche economiche e sociali del centrosinistra, ricostruire un clima di fiducia nei cittadini, in particolare tra quei settori popolari che dopo aver votato per le forze populiste sono stati abbandonati e vivono il disinganno, e prepararsi alle amministrative.Sono le conclusioni dell’incontro incontro organizzato ieri a Trieste fra una delegazione del Pd, formata dal segretario regionale Salvatore Spitaleri, dal capogruppo Sergio Bolzonello e dal vice Diego Moretti, e una delegazione di Open – Sinistra Fvg formata dal presidente regionale Giulio Lauri, dal consigliere di Open Furio Honsell, da Loredana Panariti e da Alessio Gratton. Obiettivo del vertice, rinsaldare l’unità dell’opposizione di centrosinistra sia in Consiglio soa nella società regionale e, come ha indicato Spitaleri, «ha registrato larghe convergenze sia sul giudizio politico sui primi mesi di governo della destra, sia sulle azioni da intraprendere per costruire un riscatto fin dalle prossime elezioni amministrative, che vedranno coinvolti oltre 100 Comuni. Ora dobbiamo lavorare insieme per aggregare forze sociali e civiche che ormai sentono la necessità di una nuova sinergia».«Pd e Open – ha sottolineato Bolzonello – hanno condiviso un primo bilancio sull’azione della Giunta Fedriga: oltre allo smontaggio delle principali riforme del centrosinistra, da parte della destra non si vede una strategia per rilanciare l’economia e alzare il livello di vita dei cittadini, nessuna proposta per rispondere ai bisogni dei ceti medi e degli strati più deboli, impoveriti e più precari».
Per Honsell «sotto la propaganda sui migranti e contro i diritti civili non c’è nulla, solo la demolizione di alcune politiche del centrosinistra e la continuità su tutto il resto, a cominciare dalla grottesca rivendicazione dei meriti sui 200 milioni recuperati dallo Stato per effetto delle sentenze della Corte sui ricorsi decisi dalla giunta di centrosinistra».Le due forze politiche si ritroveranno a settembre per rimettere i ferri in acqua sulle principali questioni che riguardano il futuro del Friuli Venezia Giulia. «Su economia e lavoro – ha precisato Lauri – svilupperemo un’azione congiunta e più efficace in Consiglio regionale».

La retorica dell’antipolitica e l’ambiguità dei comportamenti quotidiani

L’attuale classe politica regionale ha vinto le elezioni con una facile propaganda contro i privilegi della politica e la stessa natura della democrazia rappresentativa ma sono bastate poche ore di lavoro d’aula per smentire alla radice la scoppiettante retorica degli ultimi mesi.

Mercoledì 25 luglio sera è stato presentato e approvato un emendamento estraneo alla materia in discussione a prima firma Giacomelli che riduce le sanzioni previste dalla legge nel caso in cui un candidato superi la cifra massima prevista per le spese collegate con la campagna elettorale. Cioè il potenziale sanzionato che si riduce l’importo della sanzione, un po’ come se una persona che prende una multa per divieto di sosta comunicasse che ritiene giusto ridurla di una percentuale arbitrariamente definita.

Il secondo scivolone dei “professionisti dell’antipolitica” è avvenuto in sede di interrogazioni a risposta immediata. A mia espressa domanda al presidente Fedriga su come mai non sia riuscito ancora a far dimettere gli assessori consiglieri, malgrado in più sedi avesse affermato che avrebbe avuto una Giunta “tutta di esterni di alta professionalità” mi è stato risposto dall’assessore Calleri con una fumoseria tecnica dietro la quale c’era un punto preciso: i dimissionandi non hanno alcuna voglia di dimissionare.

E’ bene incalzare su questi temi per mettere sempre le persone di fronte al rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale e per far sapere ai nostri cittadini quanto sia debole la parola data quando dietro vi sono interessi ben precisi.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto di oggi: