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Non cementate l’autonomia dei Comuni: incontro aperto sulla Proposta di Legge 26

Siete tutti invitati a partecipare all’incontro dal titolo “Non cementate l’autonomia dei Comuni: incontro aperto sulla Proposta di Legge 26 – Misure urgenti per la competitività regionale” che si terrà sabato 01 dicembre, alle ore 11, a Monfalcone c/o il Caffè Brocante, in Viale San Marco 44.

All’incontro parteciperanno:
 Furio Honsell, Cons. regionale FVG
 Cristiana Morsolin, Cons. comunale de La Sinistra per Monfalcone
 Fabio Fabris, Ass. comunale all’Urbanistica Grado.

Per scaricare la proposta di legge 26 clicca qui

Honsell: la pdl 26 incide su strumenti urbanistici delicati

Se c’è una legge omnibus questa è proprio la Proposta di Legge n. 26 “Misure Urgenti per il recupero della competitività regionale”: questo frappè di micro adattamenti e piccole manutenzioni preoccupa soprattutto perché va ad incidere su strumenti urbanistici molto delicati.
Ad esempio, quali effetti perversi potranno avere le norme stabilite all’articolo 5 di modifica alla Legge regionale 19/2009? Altri articoli ancora escludono tutta una serie di controlli. Tuttavia dovrebbero spaventare qualsiasi cittadino quegli incrementi volumetrici cospicui, elargiti anche solamente in occasione di una manutenzione oppure nel settore dell’accoglienza alberghiera.

Queste norme possono produrre degli effetti devastanti sugli skylines delle nostre città e sull’intensità dell’urbanizzazione e dunque sui servizi.

Queste norme andrebbero maturate e varate con chiarezza strategica, mancano invece visioni alte. Questo Consiglio regionale pensa come oggi non progetterebbe nemmeno un piccolo Comune.

Open FVG Sinistra Civica porterà in Consiglio regionale una serie di emendamenti che andranno ad incidere pesantemente sulla portata della Proposta di Legge.

Decreto Salvini (si salvi chi può!)

In seguito all’approvazione da parte del Senato del Decreto Salvini, Open Sinistra FVG propone un incontro dal titolo “Decreto Salvini (si salvi chi può!) – Prima i diritti di tutti e tutte”.

L’incontro, aperto al pubblico, avrà luogo giovedì 15 novembre alle ore 17:00 a Trieste, presso la Sala Tessitori in Piazza G. Oberdan 5.

L’evento prevede gli interventi di:
– Furio Honsell, Consigliere regionale – lista Open Sinistra Fvg
– Sabrina Morena, Consigliera comunale del Comune di Trieste
Gianfranco Schiavone, Presidente ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà
– Caterina Bove, Avvocato Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

I diversi interventi andranno ad analizzare dal punto di vista politico e giuridico il decreto con il quale si distrugge il sistema SPRAR favorendo invece la forte concentrazione di persone nei grandi centri di accoglienza straordinaria.

Con questo incontro si vuole spiegare come il decreto sicurezza creerà in realtà profonda insicurezza puntando a ledere i principali diritti umani come il diritto all’asilo, il diritto alla libera circolazione, il diritto a un trattamento equo e dignitoso.

Per info organizzative: [email protected] 

Relazione di Furio Honsell sul ddl 24 di modifica del pubblico impiego

Ancora una volta questa Giunta perde un’importante occasione politica e fa rapidamente rotta sul vecchio… e la sua maggioranza la segue a rimorchio.

La sedicente Giunta della discontinuità e del cambiamento ha scelto infatti di azzerare completamente l’ipotesi di riforma della dirigenza delineata dalla precedente Amministrazione regionale con la Legge 18 del 2016, e ha fatto un reset. Ma a differenza dei computer dove ciò può essere salutare quando il sistema operativo va in deadlock, quando si parla come in questo caso di organizzazione di servizi, fare reset vuol dire perdita di elaborazione e disorientamento. Questa Giunta, dimostrando ancora una volta di non avere il coraggio di innovare davvero, ritorna indietro in Sacchetta, rimettendo tutti i segnaposto alla casella 0 in un inutile “gioco dell’oca”. Ovviamente anche l’Assessore Callari, come altri prima della Giunta, non manca di dichiarare che questa “non è ancora la riforma”, “questo è solo un passaggio”, “che la riforma arriverà”. Proprio come è avvenuto per le unioni sovracomunali, per le politiche abitative, ecc. Ma intanto reintroduce l’inefficace vecchiume.

Un unico ruolo regionale dei dirigenti poteva creare qualche difficoltà relativamente ai segretari comunali, e infatti prontamente avevamo concesso una proroga all’entrata in vigore della legge, ma mai avremmo immaginato che la riforma sarebbe stata l’eliminazione completa di questo ruolo unico che viene ridotto a poco meno di un gruppo WhatsApp, senza nessuna valenza.

Forse, chi viene da enti locali piccoli, senza dirigenti, non se ne rende conto, ma in quelli medi e grandi, senza la Legge Regionale n. 18 del 2016, assisteremo al perdurare di una situazione nella quale la politica è succube della dirigenza burocratica. “I politici passano i burocrati restano” questo era l’adagio che la riforma della Legge Regionale n. 18 del 2016 cercava di sfatare. Il ruolo unico regionale cercava di mettere fuori gioco quel tipo di mentalità, per premiare invece quella dirigenza che ha voglia di mettersi in gioco e risolvere i problemi, invece di passare il tempo a cavillare, per frenare il progresso. E ce n’è di questa dirigenza, che però non ha vita facile nell’assetto attuale nel quale gli aspetti peggiori della Bassanini ìmperano.

L’assessore Callari purtroppo ci propone di ritornare a 3 anni fa e abroga con l’Art. 3 di questo Ddl le parti più interessanti e innovative della Legge Regionale n. 18 del 2016 senza nemmeno provare a metterci mano, introducendo solamente qualcosa che è poco più di una directory WhatsApp. Il braccio di ferro l’hanno vinto ancora una volta i burocrati gattopardeschi. Continueremo ad assistere quindi ad incarichi dirigenziali di scarsa utilità per paura di contenziosi, e ad incarichi cosiddetti di staff. Tutto viene irrigidito nel rigore dei timori dirigenziali che è il rigor mortis della paralisi burocratica. La speranza di potere conferire incarichi secchi, puntuali, finalizzati, assegnati a dirigenti specialisti orgogliosi della loro professionalità, efficaci nel loro operare, non sarà possibile. Con l’eliminazione del ruolo unico regionale dei dirigenti la politica continuerà a rimanere succube della dirigenza burocratica e il Comparto Unico continuerà a rimanere solamente sulla carta, un’ennesima contradictio in adiecto.

Un primo esempio dell’assurdità che genera lo strapotere della burocrazia fine a sé stessa è l’articolo 6 proprio di questo Ddl, relativamente alla dirigenza dell’ente per il Diritto allo Studio Universitario. Questo è un articolone apparentemente complesso e finemente declinato, ma assolutamente irrilevante, che non produce nulla. Qualche solerte superburocrate deve aver scoperto che c’era un cavillo burocratico che è stato trasformato in una montagna da lui brillantemente scalata. Ben diverso avrebbe dovuto essere l’intervento relativamente alla gestione dell’Ente per il Diritto allo Studio. Un tempo vi era una folta rappresentanza di studenti nel suo Consiglio di Amministrazione. Se mi concedete una nota personale, fu proprio in quel ruolo una quindicina di anni fa, che apprezzai per la prima volta l’attuale Presidente Fedriga. Nel Nord-Europa tali Enti sono addirittura gestiti interamente dagli studenti, gli unici che conoscono a fondo le proprie esigenze. Da noi, invece, è stata perduta un’altra occasione per reintrodurre la voce degli studenti universitari nella gestione del diritto allo Studio, che viene invece riconsegnato ad un superburocrate.

L’unica nota positiva della legge è l’art. 2 che favorisce le proroghe nelle more del processo di stabilizzazione di alcune tipologie di dipendenti.

Ma la vera novità del Ddl è l’art. 9 ed è assolutamente negativa. Va nella direzione di togliere quell’imparzialità alle agenzie che svolgono la comunicazione istituzionale sia del Consiglio che della Giunta e che, secondo l’ordinamento precedente, le rendeva veri e propri organi di garanzia. Quest’articolo permette ai Presidenti Fedriga e Zanin di nominare come direttori dei rispettivi uffici stampa figure di loro fiducia anche esterne. Non vi è più nemmeno la certezza che possiedano un’esperienza nel settore specifico, come avveniva invece in passato quando tale direttore veniva scelto tra i professionisti delle agenzie stesse. A poco valgono i ragionamenti che sono stati fatti dall’Assessore che il rapporto dei due Presidenti con le proprie agenzie è come quello dell’editore nei confronti del direttore di un giornale. Qui si tratta di un ruolo di comunicazione istituzionale, che deve essere anche proattivo. Non si tratta di assicurarsi un mercato di clienti o di fan ma di essere al servizio di tutti. L’art. 9 indebolisce a tutti gli effetti la libertà di comunicazione nella nostra Regione. L’agenzia che cura la comunicazione del Consiglio deve tutelare infatti tutte le minoranze.

In conclusione Open-Sinistra FVG dà una valutazione negativa o insufficiente a quasi tutti gli articoli di questo Ddl e intende presentare emendamenti specifici all’art. 9 per assicurare l’imparzialità della comunicazione istituzionale di questa Regione, nonché ordini del giorno volti a richiamare l’urgenza di ridare voce agli studenti nella gestione degli Enti per il Diritto allo Studio Universitario e nel restituire il primato della politica sulla superburocrazia, attraverso  una riforma efficace della dirigenza in Regione.

Qui sotto puoi scaricare i principali documenti:

DDL 24 | RELAZIONE DI MAGGIORANZA | RELAZIONI DI MINORANZA