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Lavoro e misura d’inclusione attiva, la sfida di Open – Sinistra FVG

L’articolo del Messaggero Veneto di oggi relativo alla conferenza stampa di chiusura campagna elettorale sul tema del lavoro (di Davide Vicedomini).

La lista di Honsell chiude la campagna elettorale parlando di lavoro. «Va rafforzata la Mia, la soluzione non è il reddito di cittadinanza».

Rafforzare la Mia, la misura di inclusione attiva regionale, per immettere nel mercato del lavoro giovani, donne, esodati, tuttora non occupati. Che in termini numerici, secondo l’assessore regionale Loredana Panariti, equivale a «quasi tremila persone all’anno». «Perché – aggiunge Furio Honsell – lo strumento varato dalla Regione, anche se non ha dato sempre risposte adeguate in questi anni, resta pur sempre l’unico in grado, se potenziato, di creare le condizioni per la piena occupazione. La soluzione non può essere di certo il reddito di cittadinanza che non è una misura di inclusione e che rappresenta per i cittadini solo un invito a starsene a casa».
Open-Sinistra Fvg, nella conferenza stampa finale della propria campagna elettorale, richiama al centro del proprio programma il lavoro «che si lega alla forte preoccupazione – sottolinea l’ex sindaco di Udine – per il fenomeno di persone inattive e di quelle che sono state costrette ad abbandonare il nostro paese per il precariato o per gli stipendi non adeguati».
Per questo motivo Panariti insiste su due concetti fondamentali: la formazione «su cui bisogna continuare a investire se vogliamo dare un futuro alle nuove generazioni e a quelli che hanno difficoltà di reinserimento» e la stabilità dell’occupazione. Perché l’obiettivo finale che si pone Open-Sinistra Fvg è quello di rendere indeterminati gran parte di quei diecimila contratti di impiego creati in cinque anni di giunta Serracchiani.
Accanto a Honsell e Panariti, per quest’ultima uscita davanti alla stampa locale, anche Alessio Gratton, presidente della commissione lavoro del consiglio regionale, che nel suo discorso pone l’accento sul sostegno alle piccole e medie industrie e alle imprese di servizi «concetto – spiega – che va legato agli investimenti nei settori dell’agroalimentare e dei beni storico culturali». A livello locale a portare la visione di futuro anche Roberta Grando, rappresentante per il collegio di Pordenone, la quale auspica «il rafforzamento del polo industriale di Pordenone, l’aumento del personale medico e infermieristico, la formazione di una Camera di Commercio unica con attenzione ai diversi poli e la stabilizzazione dei ricercatori». «Non possiamo lasciarci sfuggire menti capaci come accaduto al Cro di Aviano dove, per fare un esempio, – dice – una ricercatrice che è stata citata per uno studio internazionale si è trasferita all’estero per un impiego stabile». Una “fuga” che riguarda anche la montagna, come afferma Mauro Pignataro, rappresentante del collegio dell’Alto Friuli. «Dobbiamo tornare a essere attrattivi – dichiara – attraverso i nostri prodotti di eccellenza, agevolando la formazione di piccole cooperative che si occupano di agricoltura e di filiere corte».

Per un futuro del sistema sanitario regionale: valorizzare qualità professionali e umane del personale

Il tema della Sanità è centrale nella campagna elettorale di queste settimane e la mia convinzione – come cittadino e come amministratore – è chiara: valorizzare le qualità professionali e umane del personale medico infermieristico e ausiliario; procedere a un ampio piano di assunzioni di figure professionalmente qualificate per riportare a regime il sistema; ribadire sempre e comunque l’assoluta centralità della dimensione universalistica e pubblica del sistema sanitario regionale.

Dal sondaggio pubblicato su “Il Messaggero Veneto” in data 8 aprile emerge, infatti, come la qualità del sistema sanitario regionale sia considerata una delle priorità più urgenti nella percezione dei cittadini e questo non stupisce certo se consideriamo come – anche dal funzionamento del sistema sanitario – vengono a dipendere il futuro, la qualità della vita e la sicurezza di noi stessi e delle persone e noi più care e vicine.

Nei miei 10 anni da sindaco di Udine ho costantemente operato per salvaguardare il ruolo e la qualità delle strutture ospedaliere della nostra città, cercando di fare quanto possibile per impedire che la diminuzione di risorse in questo settore così cruciale, così come il continuo accavallarsi di norme di rango nazionale o regionale portasse a uno scadimento nel servizio erogato alla comunità. Su questo è fondamentale dire alcune parole di verità: una riforma sanitaria regionale era indispensabile; quella del 2014 ha una impostazione e una direzione condivisibili, ma la sua realizzazione si è rivelata troppo spesso calata dall’alto, priva delle necessarie attenzioni alle esigenze dei singoli territori e poco attenta a un dialogo costruttivo con gli operatori del settore e con la comunità dei pazienti. A questi difetti sarà necessario porre quanto prima rimedio.

Dopo la fase della ristrutturazione organizzativa deve ora aprirsi quella del rilancio degli investimenti, puntando sulla valorizzazione del patrimonio di competenze, professionalità e umanità esistente all’interno del comparto, così come sulla definizione di una chiara modalità di valutazione dei risultati finora conseguiti (soprattutto in termini di qualità dei servizi come i tempi di attesa, ecc) dalla riforma, apportando se il caso i necessari aggiustamenti di rotta. A questo si collega e si affianca la necessità di procedere a un ampio piano di assunzioni perché l’esternalizzazione dei servizi dovrà diventare l’assoluta eccezione.

Salute inoltre non significa solamente assenza di malattia accanto al benessere fisico deve tenere conto anche del benessere mentale, relazionale ed emotivo. Prevenzione e cura devono procedere in modo parallelo. Vanno ridotti assolutamente i rischi di disabilità derivanti da cadute o stili di vita patologici, soprattutto in una società come la nostra nella quale l’aspettativa di vita cresce e, positivamente, c’è un invecchiamento della popolazione. Nei dieci anni da sindaco ho operato sviluppando le iniziative di prevenzione della rete Città Sane dell’OMS, portando Udine a diventare modello europeo di invecchiamento attivo.

Il nostro Paese è stato per anni al vertice nella qualità del servizio sanitario pubblico e la nostra Regione al vertice di quello nazionale. L’attenzione alla cura, alla prevenzione, alle politiche di inclusione e integrazione, al ruolo degli anziani, ai bambini, molte di queste esigenze fondamentali per una comunità realmente aperta e democratica, che “non lasci nessuno indietro” passano proprio per il funzionamento degli ospedali, per il presidio talvolta eroico dei medici di base, per i servizi sanitari di prossimità. Per questo la Regione deve andare fiera di quanto ha già e impegnarsi per migliorare ulteriormente l’esistente. Il CRO, il Burlo Garofolo, il Gervasutta sono centri di eccellenza di livello internazionale nei propri ambiti specifici,  e vanno mantenuti tali. Ma la qualità della vita dei pazienti deriva anche da aziende ospedaliere territoriali di eccellenza di servizi domiciliari diffusi, anche nelle aree periferiche come la montagna, facendo attenzione alle individualità e a percorsi di continuità assistenziale. Il trattamento delle acuzie non può essere inoltre efficace se non è affiancato da altrettanta attenzione alle cronicità da un lato e alla riabilitazione dall’altro.

Aperture centri commerciali 25 aprile e 1° maggio: insulto alla dignità dei lavoratori

È un insulto alla dignità dei lavoratori ma anche ai valori fondanti della nostra Repubblica Italiana il fatto che i centri commerciali e i supermercati rimangano aperti in occasione della Festa più importante per il nostro Paese che è il 25 aprile e il 1° maggio.

È la dimostrazione che i lavoratori vengono sfruttati, che il lavoro si costruisce su una guerra tra persone in difficoltà che accettano o sono obbligate ad accettare tutti i contratti ed è il mio impegno primario di questa campagna elettorale quello di liberare, nel nome della Festa della Liberazione del 25 aprile, le decine di migliaia di lavoratori dei centri commerciali e loro famiglie.

È possibile ma bisogna combattere con le armi giuridiche senza lasciarsi sopraffare dal Governo di Roma.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto di oggi:

L’innovazione nelle politiche dell’ambiente, dell’energia e di tutela del suolo

Si è svolto ieri un incontro tra il prof. Furio Honsell – candidato per il Consiglio Regionale nella lista di Open – Sinistra FVG – e alcuni qualificati esponenti del mondo ambientalista, nonché delle professionalità e della ricerca nei settori legati alla tutela e valorizzazione del paesaggio, all’efficientamento energetico e alla rigenerazione urbana.

Tema dell’incontro le possibilità di innovazione nelle politiche regionali in materia di ambiente, energia e tutela del suolo, nella consapevolezza che si tratta di ambiti cruciali per uno lo sviluppo sostenibile capace di coniugare crescita economica e salvaguardia ambientale.

Tra i partecipanti si è registrata una diffusa concordanza sulle opzioni prioritarie e sulle linee strategiche da seguire, seguendo essenzialmente due linee di azione: informazione e sensibilizzazione da un lato e innovazione normativa dall’altro. Sul primo versante, si è sottolineato come esista ancora una troppo limitata consapevolezza sull’importanza delle tematiche ambientali e sulla pericolosità dei cambiamenti apportati all’ecosistema dall’irresponsabile azione umana. Su tale aspetto si dovrebbe agire prioritariamente sul mondo della scuola con campagne informative ma anche ipotizzando di integrare i curriculi scolastici con un’ora aggiuntiva facoltativa sui temi dell’economia circolare, del consumo critico e della sostenibilità ambientale, valorizzando così la parte di autonomia regionale in materia di istruzione integrativa. Si è inoltre immaginata la promozione di un “vegan day” mensile non con finalità “ideologiche” quanto per portare a conoscenza dei cittadini e delle cittadine la possibilità di uno stile di vita e di alimentazione diversi da quelli consueti.

Sul versante delle politiche, al centro della riflessione la lotta al riscaldamento globale, le politiche di riqualificazione energetica (dal teleriscaldamento alla refrigerazione high-tech), la riconversione, la rigenerazione e il recupero di suoli, anche con finalità di rilancio del settore agricolo. Su tali aspetti è necessaria una legislazione coerente perché troppe volte nel corso degli anni le giunte e i consigli regionali hanno adottato strategie discordanti e soprattutto una vera attenzione alle fasi di implementazione e valutazione dell’efficacia delle scelte adottate.

All’incontro erano presenti anche Amerigo Clerici (candidato in Consiglio regionale per la Lista Open Sinistra FVG), Marco Cucchini e Federica Dini (candidati in Consiglio comunale a Udine per la lista Sinistraperta).