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La salute dei cittadini non è estremismo!

Trovo grave che il candidato sconfitto Bertossi, per cercare un po’ di visibilità, oggi paragoni 10 anni di amministrazione a Udine da me guidata, anche con vicesindaco Martines, alle ideologie violente e razziste di un esponente di destra (si veda qui sotto articolo di oggi del Messaggero Veneto).
In dieci anni Udine è ai primi posti tra le città italiane per progetti europei volti a promuovere la salute, il benessere degli anziani, e la sostenibilità. Sono migliaia, per esempio, gli anziani che hanno partecipato ai progetti di ginnastica dolce nei quartieri, alla prevenzione, a Camminamenti.

Si è privilegiato la ristrutturazione delle scuole di quartiere e delle loro palestre rispetto a progetti faraonici di palazzetti per pochi. Grazie all’intelligente politica sul traffico e sul riscaldamento, negli ultimi anni, non sono stai superati i livelli di inquinamento dell’aria a Udine, che sono la causa in tante altre città della pianura padana, di morti precoci.

Se pensare in primo luogo alla salute dei cittadini è estremismo, bene ha fatto Martines a rifiutare l’alleanza con Bertossi.

L’articolo del Messaggero Veneto di oggi (Udine, p. 23):

La strage dei lavoratori deve arrestarsi

Di fronte alle tragedie che in solo due giorni hanno spezzato la vita di Andrea Diliberto e Matteo Smoilis la sinistra non deve rimanere silenziosa: la strage dei lavoratori deve arrestarsi.

Ma non basta più esprimere condanne verbali e scandalizzarsi. È necessario promuovere un’azione straordinaria per arrestare questo stillicidio di giovani, che muoiono proprio nella condizione più agognata nella loro vita: il posto di lavoro.
Ci vuole certamente, maggiore cultura della sicurezza e maggiore formazione alla sicurezza, ma ci vuole soprattutto maggiore controllo. Controllo delle condizioni e degli orari di lavoro, controllo delle attrezzature e delle procedure lavorative.

La responsabilità di un incidente deve ricadere su tutta la catena di comando. Nessuno può sfuggire alla propria responsabilità dicendo che la responsabilità era di un altro più in alto. Tutti devono essere controllori. La responsabilità deve ricadere su chi appalta e non controlla attraverso la direzione lavori. Deve ricadere sul futuro delle ditte e delle società coinvolte. E soprattutto l’esito delle inchieste deve essere reso pubblico e gli eventuali processi devono avere una corsia preferenziale e non disperdersi nei ricorsi. Essere stati coinvolti in un incidente sul lavoro deve essere uno stigma difficile da cancellare che pesi sui futuri appalti.

Il lavoro è il valore fondante della nostra Repubblica. La mancanza di sicurezza sul lavoro è incostituzionale. Una violazione non può essere
estinguibile con una multa.

Invecchiamento della popolazione: sviluppo della silver economy per una maggiore partecipazione attiva

Il vero mutamento demografico non è la menzogna “dell’invasione” sfruttato vergognosamente dalla Lega nelle recenti campagne elettorali: il vero mutamento demografico dell’Europa è l’invecchiamento della popolazione. Sono stato presidente dello European Covenant for Demographic Change, che riunisce vari enti di ricerca, enti locali e molte associazioni europee che si occupano di pensionati e anziani e da qui parte una mia considerazione: l’allungarsi dell’aspettativa di vita va accompagnata da una politica d’invecchiamento attivo, che è la premessa per un invecchiamento sano.
“Gli anni in più di vita devono essere anni con vitalità in più”, recita l’adagio dell’organizzazione Mondiale della Sanità. Va dunque sviluppata quella Silver Economy che vede gli anziani assumere nuovi ruoli attivi. La Silver Economy è l’opposto della legge Fornero che obbliga a svolgere anche in età avanzata il lavoro che si svolgeva da giovani. Al contrario, la Silver Economy propone per gli anziani nuove opportunità di partecipazione attiva.

 

Leggi qui un articolo d’approfondimento de Linkiesta.it.

Per un futuro del sistema sanitario regionale: valorizzare qualità professionali e umane del personale

Il tema della Sanità è centrale nella campagna elettorale di queste settimane e la mia convinzione – come cittadino e come amministratore – è chiara: valorizzare le qualità professionali e umane del personale medico infermieristico e ausiliario; procedere a un ampio piano di assunzioni di figure professionalmente qualificate per riportare a regime il sistema; ribadire sempre e comunque l’assoluta centralità della dimensione universalistica e pubblica del sistema sanitario regionale.

Dal sondaggio pubblicato su “Il Messaggero Veneto” in data 8 aprile emerge, infatti, come la qualità del sistema sanitario regionale sia considerata una delle priorità più urgenti nella percezione dei cittadini e questo non stupisce certo se consideriamo come – anche dal funzionamento del sistema sanitario – vengono a dipendere il futuro, la qualità della vita e la sicurezza di noi stessi e delle persone e noi più care e vicine.

Nei miei 10 anni da sindaco di Udine ho costantemente operato per salvaguardare il ruolo e la qualità delle strutture ospedaliere della nostra città, cercando di fare quanto possibile per impedire che la diminuzione di risorse in questo settore così cruciale, così come il continuo accavallarsi di norme di rango nazionale o regionale portasse a uno scadimento nel servizio erogato alla comunità. Su questo è fondamentale dire alcune parole di verità: una riforma sanitaria regionale era indispensabile; quella del 2014 ha una impostazione e una direzione condivisibili, ma la sua realizzazione si è rivelata troppo spesso calata dall’alto, priva delle necessarie attenzioni alle esigenze dei singoli territori e poco attenta a un dialogo costruttivo con gli operatori del settore e con la comunità dei pazienti. A questi difetti sarà necessario porre quanto prima rimedio.

Dopo la fase della ristrutturazione organizzativa deve ora aprirsi quella del rilancio degli investimenti, puntando sulla valorizzazione del patrimonio di competenze, professionalità e umanità esistente all’interno del comparto, così come sulla definizione di una chiara modalità di valutazione dei risultati finora conseguiti (soprattutto in termini di qualità dei servizi come i tempi di attesa, ecc) dalla riforma, apportando se il caso i necessari aggiustamenti di rotta. A questo si collega e si affianca la necessità di procedere a un ampio piano di assunzioni perché l’esternalizzazione dei servizi dovrà diventare l’assoluta eccezione.

Salute inoltre non significa solamente assenza di malattia accanto al benessere fisico deve tenere conto anche del benessere mentale, relazionale ed emotivo. Prevenzione e cura devono procedere in modo parallelo. Vanno ridotti assolutamente i rischi di disabilità derivanti da cadute o stili di vita patologici, soprattutto in una società come la nostra nella quale l’aspettativa di vita cresce e, positivamente, c’è un invecchiamento della popolazione. Nei dieci anni da sindaco ho operato sviluppando le iniziative di prevenzione della rete Città Sane dell’OMS, portando Udine a diventare modello europeo di invecchiamento attivo.

Il nostro Paese è stato per anni al vertice nella qualità del servizio sanitario pubblico e la nostra Regione al vertice di quello nazionale. L’attenzione alla cura, alla prevenzione, alle politiche di inclusione e integrazione, al ruolo degli anziani, ai bambini, molte di queste esigenze fondamentali per una comunità realmente aperta e democratica, che “non lasci nessuno indietro” passano proprio per il funzionamento degli ospedali, per il presidio talvolta eroico dei medici di base, per i servizi sanitari di prossimità. Per questo la Regione deve andare fiera di quanto ha già e impegnarsi per migliorare ulteriormente l’esistente. Il CRO, il Burlo Garofolo, il Gervasutta sono centri di eccellenza di livello internazionale nei propri ambiti specifici,  e vanno mantenuti tali. Ma la qualità della vita dei pazienti deriva anche da aziende ospedaliere territoriali di eccellenza di servizi domiciliari diffusi, anche nelle aree periferiche come la montagna, facendo attenzione alle individualità e a percorsi di continuità assistenziale. Il trattamento delle acuzie non può essere inoltre efficace se non è affiancato da altrettanta attenzione alle cronicità da un lato e alla riabilitazione dall’altro.