La misura dell’anima. Perché le disuguaglianze rendono le società più infelici di Richard Wilkinson e Kate Pickett (Feltrinelli 2009) è un libro che ha ispirato da sempre la mia azione politica. I ricercatori mostrano, cifre alla mano, dopo trent’anni di analisi e comparazione statistiche tra dati raccolti in tutti i paesi sviluppati, che è la disuguaglianza la madre di tutti i malesseri sociali. Dove è maggiore il divario fra ricchi e poveri, infatti, è probabile che ci siano più violenza, più ignoranza, maggiore obesità, più criminalità, maggiore disagio, condizioni di lavoro più difficili. Ma il punto centrale è che in società molto diseguali non stanno peggio soltanto i più poveri, ma anche gli avvantaggiati. Tutti quindi potrebbero beneficiare di una società più giusta.
La sfida epocale, in questo contesto, è quella di innovare quel sistema di welfare che ha contraddistinto l’Europa, ricordandoci che solamente curando il benessere degli altri assicuriamo il nostro! Per fare questo bisogna la sostenibilità e rendere le nostre città a misura di tutte le persone più fragili dagli anziani ai bambini. Va perseguita la salute, intendendola non solo come assenza di malattia, ma come benessere sia fisico, che mentale, emozionale e relazionale. Ma ciò richiede un’azione olistica in tutta la società, che integri la salute in tutte le politiche non solo sanitarie ma anche economiche, urbanistiche, sociali e ambientali. Da sindaco fui membro del Political Vision Group che nel 2017 formulò il Copenaghen Major Consensus, caratterizzato dalle 6P: Persone, Pianeta, Posti, Partecipazione, Prosperità, Pace. Se verrò eletto mi impegnerò affinché nessuno rimanda indietro, promuovendo un’azione politica olistica.
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