Trattasi di un’autentica controriforma! La legge regionale n. 32/2017 aveva attribuito, per omogeneità di problematiche e competenze, ad un unico soggetto esperto la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione della viabilità sovracomunale: la società in house FVG Strade S.p.A., con il conseguente trasferimento di parte del personale delle Province. I potenziali vantaggi in termini di razionalità, efficacia, efficienza, nonché economicità (vedasi la possibilità di scaricare l’IVA) di quel passaggio organizzativo erano evidenti. Tali funzioni erano precedentemente attribuite alle Province, ovvero a quattro enti distinti che dunque avevano maggiori oneri, costi fissi superflui, e presentavano un’inevitabile pluralità di metodologie con conseguenti rigidità di procedure nonché complessità di raccordo.
Nel corso delle audizioni abbiamo appreso però che, violando lo spirito della Legge regionale n. 32/2017, all’interno di FVG Strade il personale proveniente dai quattro enti non è stato riorganizzato né sono state uniformate le procedure, tutto è stato mantenuto invece in inutili, quanto improduttivi, compartimenti stagni. Le ragioni di ciò non sono state chiarite però. Ordini dall’alto?
Per risolvere gli inevitabili problemi che sono derivati da ciò, invece di procedere finalmente alla piena attuazione di una norma francamente portatrice di una visione innovativa dando opportune istruzioni ai gestori di FVG Strade, la Giunta Fedriga preferisce fare oggi marcia indietro, con l’unica discutibile innovazione di accentrare in seno alla Regione questa stessa funzione. Il Disegno di Legge n. 142 attribuisce infatti le funzioni relative alla viabilità a quegli enti anfibi, un po’ regionali e un po’ autoreferenziali, che sono i cosiddetti EDR (Enti di decentramento regionale) che già avevano ricevuto l’incarico della gestione dell’edilizia scolastica e parzialmente quella dei funghi ipogei (per affinità di compiti ci fu detto?!). Forse sarebbe quindi corretto rinominare questi enti ECR ovvero Enti di Concentramento Regionale.
Questi enti sono ben quattro (ma forse sono solo due?) nonché di natura pubblica, essendo analoghi a delle direzioni regionali. Nello svolgere queste nuove funzioni innescheranno immediatamente nuovi costi, in primo luogo quelli relativi all’IVA, condurranno ad una futile duplicazione di ruoli e, perpetuano la disomogeneità e la non-interoperabilità che ora era possibile superare almeno in linea di principio; creeranno inoltre dei doppioni e quell’organizzazione a silos così dannosa nella pubblica amministrazione.
Spero che non si sia solo noi, di Open Sinistra FVG e dell’opposizione, gli unici a chiederci il perché di questa scelta un po’ scellerata. Speriamo altrettanto facciano gli organi di controllo finanziario e gestionale!
Il motivo della scelta appare infatti puramente politico, con la “p” minuscola: fingere che si stia ricostituendo un livello intermedio di governo per le funzioni di area vasta, ovvero le Province. Almeno così recita la relazione di accompagnamento al DDL n. 142. Tale relazione dà atto di quanto affermo proprio nella sproporzione dello spazio dedicato alle pretese politiche rispetto alla sostanza della norma. Che la Giunta stessa sia un po’ titubante sulla sostanza della norma è evidenziato anche dal fatto che in “zona Cesarini” è stato introdotto l’art. 9, che fa slittare alcuni aspetti di questa controriforma al 1 gennaio 2022. Ci chiediamo quindi perché siamo costretti ad approvare di corsa questo DDL e ad analizzarlo mentre stiamo ragionando dell’assestamento di bilancio più pingue degli ultimi dieci anni. È forse una manovra elettorale in vista delle elezioni d’autunno?
Ricordo che le Province furono tolte la scorsa legislatura con voto unanime da parte di tutte le forze politiche che ebbero la spina dorsale di esprimersi, e non compaiono più nemmeno nello Statuto della Regione FVG. Il percorso per ricostituirle richiede dunque più di un passaggio parlamentare. Spacciare questo DDL come un passo nella direzione “della ricostituzione del livello intermedio di governo di area vasta” è un inganno. Gli EDR non sono degli enti locali bensì degli organi regionali retti da un commissario.
Se davvero questa maggioranza riuscirà in questa mistificazione nei confronti del proprio elettorato lo diranno le prossime elezioni, quanto a noi, come consiglieri, spetta invece cercare di spiegare come gli EDR non permettano assolutamente di svolgere la funzione di pianificazione e gestione sovracomunale, che a differenza del livello di area vasta, è quello più deficitario nell’attuale assetto. Questa legge di fatto espropria i Comuni di una parte importante delle loro funzioni di pianificazione e gestione sovracomunale in materia di viabilità stradale e ciclabile, che invece le Unioni Territoriali Intercomunali, oggi quasi definitivamente strangolate, almeno in linea di principio garantivano, delegando ad una pluralità di organi regionali, per giunta commissariati, di area vasta, tali scelte.
Lo ripeto: quanto manca drammaticamente nella macilenta ristrutturazione del sistema degli Enti Locali voluta da questa Maggioranza non è l’area vasta, in quanto la Regione è sufficientemente piccola per assolvere tale ruolo, bensì il livello sovracomunale. L’assenza di questo livello ha prodotto in passato allo scempio del territorio con grave consumo di suolo (che ci vede ai primi posti come regione a livello nazionale) in cambio della creazione di innumerevoli aree artigianali e industriali isolate, che oggi si stagliano quali insediamenti fantasma popolati solo da capannoni abbandonati. Ciò che oggi manca è un luogo per la cosiddetta governance multilivello, ovvero un luogo nel quale si interfaccino e si equilibrano gli interessi locali, quelli sovracomunali e quelli regionali. Gli EDR non sono una risposta a questa esigenza proprio perché sono entità regionali. Come potranno rispondere alle domande provenienti dai territori dei commissari che per loro caratteristica giuridica possono semplicemente eseguire ciò che viene loro demandato dall’ente che li ha nominati? Giuridicamente non hanno una personalità che li trasformi in soggetti adatti ad un dialogo multilivello, rappresentano solamente la Regione!
Anche se con il DDL n. 142 i costi per assolvere alle funzioni della viabilità lieviteranno, la Giunta non sembra darsene troppa preoccupazione; nulla infatti è stato replicato dall’Assessore alla conferma dell’affermazione che i costi aumenteranno in modo sterile. Ma tanto si sa: questo è un anno pingue e non occorre essere troppo accorti nelle spese. Auspico che ci sia comunque una clausola di valutazione sugli stanziamenti e sui tempi richiesti nell’impegno delle risorse che giungeranno agli EDR a tali fini, per poter valutare se effettivamente questi pseudo-enti locali, risolveranno i problemi di cui oggi è incolpata, anche giustamente per le sue non-scelte organizzative, FVG Strade.
Con questo DDL, che è più un intervento di disordino, in quanto accresce l’entropia amministrativa, che un intervento di riordino, ancora una volta assistiamo all’applicazione del pessimo principio legislativo e antiscientifico che consiste, invece di correggere quanto non funziona, nel fare tabula rasa e reinventare, è proprio il caso di dirlo in questo caso, la ruota… sgonfia, aggiungerei.
In conclusione la Giunta ha promesso che avrebbe ricostituito le Province. Se crede che questo sia un passo avanti in quella direzione dopo aver eliminato le UTI che erano enti locali di secondo livello, è preda di un’illusione. Questi sono enti locali di livello zero, cioè non lo sono. Invece di essere un passo avanti questo DDL è solo un triste passo falso, fatto per motivi/dispetti elettorali.
Per tutte queste ragioni voteremo contro al DDL 142.
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