Relazione Honsell su Rendiconto 2021 (DDL 170)

Relazione Honsell su Rendiconto 2021 (DDL 170)

In occasione dell’approvazione del quinto e ultimo Rendiconto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia di questa legislatura ho sentito il dovere di fare una relazione di minoranza, più come un rendiconto “al quadrato” per i posteri, di cosa significhi discutere e approvare un rendiconto in questi termini e di come gli si potrebbe dare un senso di cui purtroppo ancora è privo, piuttosto che aggiungere l’ennesimo asettico elenco di numeri.

In primo luogo voglio esprimere un elogio al Servizio Contabile e Rendiconto e al Servizio di programmazione, pianificazione strategica, controllo di gestione e statistica, di questa Regione per la mole della documentazione (quasi mille pagine – con ben 18 allegati, di cui il 16° con ben 12 allegati a sua volta) prodotta dal primo, oggetto del presente DDL, e le oltre 400 prodotte dal secondo (Piano di Prestazione, Obiettivi di Impatto e Obiettivi Istituzionali). Questi documenti permetterebbero, insieme alle loro serie storiche, un quadro preciso sin nei minimi dettagli di quanto sia avvenuto sotto il profilo contabile e finanziario a fronte degli atti amministrativo-gestionali innescati. Inoltre, la ridondanza logica di tutti questi dati permette e permetterà, nello spirito della partita doppia più raffinata ai limiti del block-chain, di incrociare e aggregare in modi diversi le risultanze così da minimizzare il rischio che ci possano essere errori o alterazioni.

Purtroppo, estrarre informazioni politiche e strategiche da questi numeri è molto problematico e nelle varie Commissioni che hanno trattato il rendiconto nessuna delle innumerevoli possibilità di lettura che esso offriva è stata, non dico approfondita, ma nemmeno considerata di sfuggita. Abbiamo assistito all’ennesimo rito di “adempimento” con la consueta ipocrisia che se ne fosse ponderato l’alto significato.

La ragione di tanta passività deriva dal fatto che da tutti questi documenti l’unica cosa che emerge con chiarezza è che nulla emerga con chiarezza. Sometimes less is more. La rotta scelta dalla Regione, la proporzione del suo impegno, gli obiettivi conseguiti rimangono avvolti nell’oscurità. Sembra quasi che la macchina della Regione, una volta partita, sia a guida autonoma. Non è possibile avere uno sguardo sinottico dal ponte di comando. Tutto viene appiattito. L’icona degli scacchi che compare nel frontespizio di alcuni documenti è poco più di un ricordo sbiadito del momento delle scelte. Le strategie, anche se ci fossero, sarebbero sfuocate.

Ma è la politica ad essere soffocata. La forma stessa di tutti questi atti ne decreta l’abdicazione alla macchina burocratica. Il fatto che la Giunta abbia formulato il proprio Piano strategico 2018-2023, nel 2019, articolandone poi nei DEFR e nei NADEFR annuali le variazioni, non aiuta a misurare le proporzioni dell’impegno regionale, perché ci consegna un quadro nel quale sono protagoniste solo le parole chiave.

Come contributo al dibattito su questo DDL mi limiterò dunque a formulare degli interrogativi. A questi, certamente, i responsabili delle Direzioni sapranno elaborare risposte tecniche più che adeguate, ma nell’elementarità della loro formulazione, questi interrogativi indicano che c’è un problema politico profondo nel controllo di gestione e di rendiconto. Se davvero un valore importante della pubblica amministrazione è l’accountability, e dal suo poco rispetto è nata l’antipolitica, nulla in tutti questi documenti può aiutare davvero a superare l’esame di coscienza, che in primo luogo dovrebbe farsi la Giunta, che nel 2021 si sia fatto davvero del nostro meglio, nei rispettivi ruoli.

Operativamente ho voluto confrontare questo DDL con quelli dei due anni precedenti ovvero la L.R. n. 11/2021 e la L.R. n. 6/2020. Ebbene, la prima differenza la si trova già all’Art.1. Quest’anno gli allegati principali sono 18 e non 17 come in passato. Perché?

Confrontiamo i numeri di alcuni articoli:  Art. 2 (Gestione della competenza dell’esercizio finanziario 2021)

2019 – Entrate 7.242.595.279,59 | impegnate   6.841.884.041,20
2020 – Entrate 7.603.571.615,93 | impegnate   6.638.564.092,70
2021 – Entrate 7.798.238.353,30 | impegnate   6.966.440.219,56

Art. 5 (Situazione di cassa) a fine esercizio

2019 – 2.529.366.104,91
2020 – 3.732.814.902,05
2021 – 5.016.651.531,75

Art. 6 (Risultato di amministrazione) avanzo
2019 – 1.099.726.625,88
2020 – 2.133.905.868,15
2021  – 2.635.385.696,39

Emergono crescite vertiginose, come nella cassa, trend di crescita, come nelle entrate, non compensate da trend paralleli negli impegni, che rimangono sostanzialmente costanti. E soprattutto c’è una crescita dell’avanzo impressionante! Perché? Certamente andrebbero considerati i residui attivi e passivi e il fondo pluriennale vincolato. Ma si aprirebbero solo nuove domande. Un tempo portare un avanzo di amministrazione cospicuo era la “prova provata” di un’amministrazione inefficiente, che procede con il freno a mano inserito! Oggi sembra invece un vanto.

Già solamente l’andamento di questi dati dovrebbero offrire invece materiale per una riflessione molto profonda su cosa abbia caratterizzato questi anni. Riflessione che purtroppo è mancata quasi totalmente. Incidentalmente rilevo che il Documento della Performance non viene nemmeno discusso.

Certamente lo scenario economico-finanziario è molto migliorato rispetto a quando erano in forza vincoli pesanti quali gli spazi finanziari, le contribuzioni al saldo di finanza pubblica, nonché il patto di stabilità. Ma proprio questa condizione di innegabile privilegio dovrebbe spingere la Giunta ad uno sforzo di accountability, che invece non c’è stato.

L’allegato principale è l’allegato 16 che dà la Relazione sulla gestione. Vale la pena notare e chiedersi, come mai tante missioni hanno un utilizzo inferiore al 90% della somma degli impegni dell’anno e del Fondo Pluriennale Vincolato. In particolare nella missione Diritto alla mobilità si è utilizzato solo il 72,18%, nella missione Politiche per il lavoro e la formazione professionale solo il 68%, nella missione Energia e diversificazione delle fonti solo l’85%, nella missione Istruzione e diritto allo studio solo l’85%. Colpisce che nella missione Servizi istituzionali, generali e di gestione su 1.461.165.102,97 (1.147.137.703,50+34.531.933,57) solamente l’80,87% sia stato utilizzato. Queste percentuali preoccupano.

L’impressione è che questi anni di straordinaria opulenza finanziaria abbiano messo a dura prova la capacità di produrre effetti. Se si lascia riposare tanta ricchezza nelle pieghe del bilancio e non viene nemmeno impegnata, a quando l’impatto? Si noti infatti che qui si parla solamente di impegni – le varie tappe dallo studio di fattibilità, ai progetti preliminari, definitivi, esecutivi, ai contenziosi per le riserve per giungere al collaudo – sono totalmente fuori dall’orizzonte di questo Rendiconto e della possibilità per chiunque di monitorarle.

Una nota positiva è contenuta nell’allegato ALLEGATO 12 (Nota relativa alla tempestività dei pagamenti) a sua volta allegato all’Allegato 16, che riporta il numero di 17,74 giorni (erano 20,18 nel 2020, ma solamente 13,67 nel 2019). Anche qui ci sarebbe da chiedersi il perché di queste oscillazioni. Ma mi accontento, limitandomi a ricordare i tristi tempi di quando erano in vigore i cosiddetti “spazi finanziari” che videro soffocare tante aziende che si trovarono in mano crediti faticosamente esigibili dalla Pubblica Amministrazione. Ricordo come da Sindaco lavorai molto perché ciò non avvenisse.

Importanti appaiono anche le analisi delle principali variazioni rispetto al bilancio di previsione e le principali spese che vengono accuratamente riportate negli allegati. Tutte meriterebbero un approfondimento. Purtroppo il testo è molto terso e senza commenti è difficile trarne una quale informazione utile ad un dibattito politico.

Mi limito così ad alcune osservazioni conclusive. Poiché la missione più finanziata è “TUTELA DELLA SALUTE” con ben 3.354.631.872,89 dalla quale risulta che il 98,52% è stato utilizzato, tale missione meriterebbe una profonda analisi di impatto. Purtroppo, a parte alcuni indici macroeconomici presenti nel DEFR e qualche scarna paginetta nel Piano della prestazione e della performance, poco si ricava da tutto questo materiale. Come si potrebbe valutare davvero?

Se confrontiamo questa spesa con quella dello “SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE” finanziato con miseri 396.223.971,22 utilizzati per giunta solo per il 90,78%  e quella relativa alla “ENERGIA E DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI ENERGETICHE” finanziata per 17.635.454,75 e utilizzata per l’85% (ricordo che solo per la benzina agevolata ci sono sati investimenti per ben più del doppio) colpisce quanto poco sia stato investito nel 2021 su temi decisivo per il futuro (i due terzi provengono infatti dal FPV) e anche quanto poco sia stato l’interesse che tali tematiche hanno suscitato in questa Giunta.

Auspico che ci possa essere nel futuro un’evoluzione dei meccanismi di rendicontazione e di accountability che rendano il tutto meno autoreferenziale. Fino ad allora non rimarrebbe che riporre la fiducia che quanto inventato 500 anni fa da Luca Pacioli possa ancora salvarci.

È indubbio che la Giunta si è trincerata dietro i tecnicismi contabili e non ha dimostrato nessun interesse a rendere più trasparenti i numeri, creando le condizioni per un’autentica accountability in un’epoca storica così opulenta.

Quanto, seppur faticosamente emerge da tanti numeri, non è però incoraggiante politicamente e la preoccupazione che il sistema proceda quasi a guida autonoma, se non, alla luce dell’avanzo così cospicuo, non proceda addirittura al rallentatore, ci portano a esprimere voto contrario al DDL 170.

Testo DDL 170 – Rendiconto generale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia per l’esercizio finanziario 2021

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Furio Honsell administrator

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