Relazione di minoranza Honsell su DDL 174 “Istituzione dell’imposta locale sugli immobili”

Relazione di minoranza Honsell su DDL 174 “Istituzione dell’imposta locale sugli immobili”

L’intento di questa norma è chiaro già nel titolo: istituire un tributo regionale immobiliare in luogo del tributo erariale statale disciplinato dalla L. 160/2019, la cosiddetta IMU. Molto meno chiaro è se questa norma riuscirà ad essere equa e davvero finanziariamente neutrale per i Comuni; e se verrà ritenuta legittima la lettura autonomistica dello Statuto speciale della Regione FVG sulla quale fa leva, in quanto lo Statuto, alla lettera, attribuirebbe alla Regione solamente il potere di “disciplinare” e non anche quello di “istituire” tributi.

Nella sostanza questo DDL ricalca in modo quasi pedissequo la norma statale, là dove non rinvia direttamente alla norma stessa che sostituisce. Pertanto ci si chiede se non sia inutile. Nella forma, invece, questo DDL rivendica con piglio orgoglioso modifiche linguistiche o classificatorie assolutamente trasparenti, cioè irrilevanti, per i contribuenti. Parla così di “esenzione” dal tributo delle abitazioni principali, in luogo della precedente “esclusione”, ravvisando in questa modifica una profonda enunciazione su un qualche piano valoriale, circa il possesso della casa come bene primario. Che il diritto alla casa si esaurisca in una modifica linguistica, però, ci sembra davvero troppo semplicistico e autoassolutorio. Inoltre questo DDL scorpora in più categorie, senza alterare le aliquote, quei beni immobili che nella norma statale sono ricompresi nella categoria residuale, rivendicando così una maggiore agilità in una legislazione futuribile.

Al di là della valenza simbolica di questo DDL, che sarà certamente strombazzata mediaticamente in modo spropositato, come ormai siamo stati squallidamente abituati da questa Giunta, la vera sostanza di questo DDL, e a nostro avviso anche il suo potenziale rischio per i Comuni, si rivela tutta nel penultimo articolo, l’articolo 21 (Disposizioni in materia di neutralità finanziaria e altre disposizioni finanziarie). A decorrere dall’anno 2023 saranno i Comuni a “recuperare” annualmente gli importi corrispondenti al gettito della riserva di cui all’articolo 1, comma 380, lettera f) della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di stabilità 2013), ovvero quella quota del gettito degli immobili ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D, che nella normativa statale dell’IMU affluiva direttamente allo Stato. Ad aggravare la questione tale importo è quantificato esplicitamente in norma in 92 milioni di euro, ai sensi dell’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo 25 novembre 2019, n. 154.

Questo articolo presenta due criticità che l’Assessore Roberti in CAL e in Commissione si è adoperato a minimizzare. E se, come ormai avviene sistematicamente il CAL docilmente ha approvato il tutto all’unanimità, in Commissione, invece, non sono state fugate le nostre perplessità e questo è stato il motivo del nostro voto di astensione.

La prima criticità è quella di fissare una somma precisa in un testo di legge. La natura della somma è chiaramente congiunturale e non strutturale. Non solamente obbliga a rivedere la norma in caso di modifica della somma, ma impone anche una spada di Damocle ben affilata sulle teste dei Comuni. La seconda seria criticità è quella che i Comuni non svolgeranno solamente il ruolo di ente riscuotente, bensì dovranno ciascuno, relativamente ad una tabella ancora da approvare, “versare” tali somme alla Regione, vista la sua neutralità finanziaria, che a sua volta le corrisponderà allo Stato. In base a questo articolo quindi i Comuni si accollano tutti i rischi di una riscossione incapiente, perché ogni eventuale ammanco della cifra pattuita sarà compensato sulle quote del Fondo unico comunale spettante annualmente ai Comuni in legge di stabilità.

Poco è valsa l’assicurazione dell’Assessore che 92 milioni sono una somma inferiore alla media della riscossione negli ultimi anni. La prospettiva economica del 2023, tenendo conto dell’inflazione, dei maggiori costi dell’energia e delle materie prime è molto cupa. Riscuotere con facilità le risorse degli anni passati, magari da aziende che sono state costrette a chiudere, non sembra proprio una passeggiata per i Comuni.

Intendiamo proporre degli emendamenti che istituiscano uno fondo regionale che tuteli i Comuni da tale rischio.

Inoltre, il riparto di queste riscossioni tra Comuni non è esplicitato in norma. Ciò dovrà invece essere vagliato attentamente dalla Commissione competente. I criteri devono essere espliciti, condivisi e comunicati con chiarezza a tutti gli EELL. Personalmente, parlando con i rappresentanti dei Comuni, ho incontrato molte incertezze su come siano stati, ad esempio, ripartiti gli importi nella TABELLA P riferita all’articolo 9, comma 12 della LR 24/2021, circa la quota dei 69.357.570,99 euro con la quale ciascun ente locale concorre alla finanza pubblica del Sistema integrato Regione-enti locali ai sensi dell’Accordo Stato Regione FVG del 25 febbraio 2019, che poi sono la vestigia del famoso extra-gettito.

Su un piano diverso, rileviamo che permettere l’azzeramento delle aliquote all’Art. 9 indebolisca un principio di solidarietà indispensabile alla coesione sociale.

Infine per facilitare da parte dei contribuenti il rispetto della nuova norma, intendiamo proporre emendamenti agli articoli 14 e 17, imponendo che ogni Comune sul proprio sito internet offra, rispettando i principi del linguaggio semplificato ai sensi della direttiva statale in merito, tutte le informazioni necessarie (regole, aliquote, ecc.) per calcolare esplicitamente quanto dovuto, fornendo anche alcuni esempi guida. Attualmente le informazioni necessarie alla compilazione dei moduli IMU sono invece abbastanza disperse e spesso suscitano molta incertezza anche presso i contribuenti più rispettosi.

Il nostro voto in aula sarà determinato da come nel corso del dibattito saranno stati valutati e considerati i nostri emendamenti.

In conclusione, rileviamo sotto il profilo della sociologia politica, quanto fu strumentalizzato e forsennatamente cavalcato in chiave elettorale, in verità con fortune alterne, il tema dell’extra-gettito conseguente all’introduzione dell’IMU al posto dell’ICI nel periodo 2014-2018. E non manchiamo di stupirci invece quanto oggi, sia in relazione alla Tabella P della legge di stabilità, che rispetto a questa norma che potrebbe innescare dinamiche analoghe se non compensate in tempo, siano mansueti e docili sia il CAL che l’ANCI!

Qui il testo del DDL 174 fuoriuscito dalla Commissione

Info sull'autore

Furio Honsell administrator

Lascia una risposta