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Sulla Legge del Garante e del Difensore Civico approvata ieri in Consiglio

La Legge sul Garante e il Difensore Civico approvata dal Consiglio è sensibilmente diversa da quella inizialmente proposta e i cambiamenti migliorativi intervenuti sono essenzialmente frutto del lavoro compiuto dalle opposizioni che sono riuscite a impedire un totale snaturamento dell’istituto del Garante.

Rimaniamo convinti che non fosse necessario intervenire per stravolgere una norma all’avanguardia e tuttora consideriamo peggiorativa la nuova disciplina in quanto riteniamo che la collegialità del garante sia un valore. Tuttavia, essere riusciti a salvaguardare la differenziazione di funzioni è un fatto positivo e restituisce alla regione la figura del difensore civico con piena funzionalità che era stato soppresso quasi dieci anni fa.

Il gruppo Open – Sinistra FVG è riuscito a vedere approvato l’emendamento che garantisce comunque chiari requisiti di competenza.

Per questi motivi il gruppo di Open Sinistra FVG si è astenuto.

Un mio breve commento sulla Riforma delle Ater

Si sta profilando una legge di riforma delle ATER all’insegna della discriminazione dei cittadini che non affronta i reali problemi che sono quelli dell’aumento della dotazione e della riqualificazione edilizia, sia in termini di coibentazione e riduzione delle dispersioni termiche sia di accessibilità (ascensori, barriere architettoniche).

La Giunta e la maggioranza del Consiglio sono impegnate nella solita gara a chi escogita il criterio per escludere il maggior numero di cittadini stranieri: gara che rischia però di penalizzare soprattutto i cittadini italiani se passa il criterio di anzianità di residenza in Regione di almeno 5 anni.

Se passerà questa norma le problematiche dei cittadini bisognosi con residenza inferiore ai 5 anni verranno scaricate tutte sui servizi sociali dei Comuni con ripercussioni gravi sul territorio.

Honsell su contro-riforma sanità: “Il progetto resta sempre fumoso”

Alla seconda uscita della presentazione ufficiale del “Documento dei Saggi” sulla contro-riforma della Sanità regionale di Riccardi, il progetto invece di chiarirsi è risultato più fumoso.
Positivo certamente il coinvolgimento di esponenti prestigiosi del mondo della sanità regionale in qualità di esperti, purtroppo, dal confronto con i portatori di interesse della mondo sanitario sono emersi due aspetti che rendono l’embrione della controriforma ancora fragile. Il primo è l’assoluta mancanza di dati e quindi a maggior ragione di simulazioni quantitative sui modelli proposti. Nella campagna elettorale di Open Sinistra FVG avevamo sottolineato come fosse preliminare a qualsiasi contro-riforma l’istituzione di un osservatorio per valutare anche quantitativamente gli effetti positivi e/o le distorsioni della riforma. Ci si ritrova invece ancora una volta a dover ascoltare idee progettuali, ancorché esposte da protagonisti del mondo della sanità, tutto sommato personali, impressionistiche. Prova ne è il fatto che vengano delineati due modelli che sono abbastanza antitetici. E qui emerge anche la seconda criticità, ovvero la composizione del comitato di esperti/saggi. Mancano tra i saggi i rappresentanti di tanti settori importantissimi, dai rappresentanti delle varie categorie di professionisti ai rappresentanti delle associazioni scientifiche e mediche. E’ dunque inevitabile che le proposte siano pregiudizievoli.
Il rischio più grave che corre la regione è di vedere azzerato quell’aspetto della riforma che invece in tutta Europa viene visto come il futuro ovvero l’integrazione tra strutture ospedaliere per acuzie ed emergenze e il territorio. Quello che mi sembra mancare è quindi la direzione politica della contro-riforma, che non può ridursi a una mera cancellazione del vigente assetto e su questo tema noi siamo disponibili a collaborare nella convinzione che l’assetto della Sanità sia un tema troppo importante per essere oggetto di polemica spicciola tra le forze politiche.
Speriamo che nell’attesa della controriforma, i cui tempi di gestazione sembrano lunghi, vada avanti almeno la riforma!

The Spirit level nell’Università italiana

Il sociologo Marc Augé sostiene che la più grave disparità nel mondo contemporaneo, alla radice di tante altre disparità, è la disparità di conoscenza.
La disparità in salute, rilevata per la prima volta dagli ormai classici studi epidemiologici del Marmot Institute, che correlano l’aspettativa di vita alle fermate della metropolitana di Londra, è diventata la chiave per qualsiasi politica efficace di welfare urbano. A Udine abbiamo studiato l’indice odontoiatrico dmft, come proxy della disparità, e abbiamo basato su di esso alcune delle politiche di promozione della salute più efficaci.
Perché è importante contrastare le disparità, però?
La risposta più convincente è offerta nel famoso The Spirit Level di Wilkinson e Pickett (tr.it. La misura dell’anima): l’equità va a vantaggio di tutti! Anche il percentile dei privilegiati manifesta indicatori di benessere migliori se appartiene ad una società con minore indice di Gini. Certamente si può discutere su cosa sia l’equità. Emblematico al riguardo è il flauto di Amartya Sen.
Rapportando questi ragionamenti all’Università, si può concludere che la meritocrazia rischia di danneggiare gli stessi meritevoli! In qualità di Rettore ho sostenuto la riforma del 3+2, ma ho anche promosso le scuole di eccellenza in ogni Ateneo. Sulla base di questi elementi argomenterò la mia convinzione che, nell’era della complessità, le torri d’avorio sono incompatibili con la qualità.