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Insulti a Consigliera comunale Paviotti: una mia riflessione

E’ inconcepibile che non si riesca ancora a cogliere appieno la differenza sostanziale che passa tra un giudizio politico – anche severo – e l’insulto personale. La consigliera Paviotti ha espresso opinioni politiche sensate e condivisibili in materia di sicurezza, sottolineando come su questo tema anche nella città di Udine si sia costruita una narrazione in gran parte basata su pregiudizi ed emozioni più che su precise cognizioni e questo le è valso una grandinata di insulti personali che l’hanno ferita come cittadina e soprattutto come donna.

Debolissima e troppo ambigua appare la difesa della Paviotti da parte del Sindaco Fontanini, incapace di prendere le distanze dagli insulti senza contemporaneamente inserire elementi di dubbio e discrimine giungendo ad affermare – in base a quanto riporta il Messaggero Veneto – che esistono argomenti che forse è bene non toccare, altrimenti “gli insulti arrivano”. E’ una tattica vecchia alla quale potremmo rispondere ricordando che il Sindaco Fontanini ha costruito la sua intera campagna elettorale su una emergenza sicurezza che non esisteva, diffondendo soprattutto tra gli strati più deboli un senso di paura e insicurezza con finalità di mera strumentalizzazione elettorale.

Il tema di una politica dai toni più civili e meno laceranti è ormai sul tavolo e tocca a tutti – anche al Sindaco di Udine – scegliere da che parte stare. Senza distinguo.

Qui sotto l’articolo del Messaggero Veneto:

IRI Honsell su potenziamento interventi prevenzione HIV e altre MST

Questa mattina ho esposto in Consiglio regionale un’interrogazione in merito alla recrudescenza di casi di HIV in provincia di Udine nella prima metà di quest’anno rispetto all’anno scorso.

Ho ribadito la necessità di un potenziamento degli interventi di prevenzione, con un’efficace progettazione e realizzazione di programmi che, fornendo informazioni corrette sull’infezione di HIV/AIDS e sulle altre MST, mirino alla promozione di comportamenti sicuri.

Strumenti non solo tecnici, quindi fisiologici, ma mirano a consolidare la cultura della responsabilizzazione all’interno della coppia e di educazione all’affettività: il mio auspicio è quindi che la nostra Regione possa essere in questo caso anche punto di riferimento nazionale per questo tipo di azioni di prevenzione.

Infine, apprezziamo che la Direzione Salute si sia attivata e abbia risposto a quelle che sono le strategie delineate dal Piano nazionale. Certamente penso che l’azione debba essere svolta, come spesso dico, in termini di prevenzione, tenendo conto un po’ di tutte le politiche, superando quelle che sono le barriere strettamente disciplinari. Certamente è necessario un coinvolgimento dei rappresentanti di tutti gli ambiti scolastici, ambiti socio-assistenziali ed enti locali. Per fare informazione ed educazione sessuale in senso più ampio è indispensabile procedere con progetti di assoluto riferimento nazionale. Tuttavia, anche se molto è stato fatto già fatto, mi pare non appaia un elemento di originalità o maggiore impegno o efficacia come ritengo si dovrebbe fare per queste tematiche.

➡ Per visualizzare l’interrogazione clicca qui: https://urly.it/32v3d

Sovraffollamento delle carceri in FVG: dati ed osservazioni

Sul tema del sovraffollamento delle carceri in FVG ci eravamo già pronunciati l’anno scorso, proprio in questo periodo, con alcune riflessioni dopo il tragico suicidio di una persona nel carcere di Udine.

I dati, come divulgati nell’incontro organizzato ieri mattina al Caffè Caucigh, parlano chiaro: permane ad oggi una situazione di forte emergenza in tutte le realtà carcerarie della Regione FVG: il carcere di Udine accoglie 155 detenuti (con una capienza di 90), quello di Gorizia accoglie 27 detenuti (57), quello di Pordenone 67 (38), quello di Trieste 195 (145) mentre quello di Tolmezzo 230 (149).

Non si tratta però solo del fenomeno del “sovraffollamento” delle strutture che ci deve fare riflettere ma anche tutta una serie di questioni relative all’idonea assistenza psicologica dei soggetti, alla possibilità del ricorso a pene alternative, alla migliore definizione di percorsi punitivo-rieducativo delle persone condannate: una riflessione puntuale va compiuta quindi non tanto sulla necessità (più o meno immediata) nella costruzione di nuove strutture ma più sul cambiamento di paradigma nell’organizzazione di queste e sulla riforma del procedimento penale e del sistema della giustizia più in generale.

Secondo la relazione Space I, realizzata per il Consiglio d’Europa dall’Università di Losanna con i dati del 31 gennaio 2018 provenienti da 44 amministrazioni penitenziarie, l’Italia primeggia, tra i grandi Paesi europei, per la percentuale di detenuti non condannati in via definitiva – il 34,5% rispetto a una media europea del 22,4%. In numeri assoluti si tratta di 20mila persone, di cui quasi la metà sono in attesa di un primo giudizio, mentre gli altri hanno fatto appello contro la condanna o sono entro i limiti temporali per farlo.

E questo non è un appello casuale, deve essere un appello all’intero mondo politico ed istituzionale, perché troppo poco (purtroppo) è stato fatto sul tema della tutela dei diritti e della giustizia per queste persone negli ultimi anni.

Fiscalità e ambiente: Honsell e Puppato in campo

Fiscalità e ambiente. Sono i due temi forti di Furio Honsell e Laura Puppato, candidati alle elezioni europee del 26 maggio, inseriti nella circoscrizione nordest nella lista del Partito democratico. Entrambi ex sindaci, Honsell e Puppato hanno spiegato la loro visione di Europa ieri all’incontro ospitato da Lino’s&Co, a Udine.«Le cose migliori che sono riuscito a fare nella mia vita – ha esordito l’ex sindaco del capoluogo friulano – sono nate proprio grazie all’Unione europea e mi riferisco in particolare alla ricerca, alla formazione e all’ambiente. Le colpe che si addossano a questa istituzione dipendono non strettamente dall’Ue, ma dagli stati nazionali che ancora faticano a rinunciare, per molte questioni, allo loro sovranità».Honsell ha ammesso, però, che qualcosa in questa Europa non funziona come dovrebbe: «Gli Stati membri gestiscono le norme sul lavoro, favorendo il dumping sociale e salariale – ha chiarito – senza dimenticare che l’Ue non ha ancora una politica estera unitaria, con l’insorgere di problematiche che ben conosciamo in materia di immigrazione. C’è poi la questione fiscale: anche in questo caso manca una politica unitaria e come conseguenza, le grandi multinazionali sono talmente forti da avere bilanci superiori al Pil di un singolo Stato».Un tema, quello della concorrenza sleale tra Paesi diversi, che è caro anche a Puppato: «Siamo di fronte a una svolta realmente storica, e ciò di cui abbiamo bisogno in questa fase è una governance diversa in Europa per riuscire a creare i presupposti per avere welfare e fiscalità vantaggiosi. Inutile negare che la concorrenza tra i Paesi interni è uno dei cancri che va sconfitto, in quanto creano disparità e disaffezione. Abbiamo bisogno dell’Europa – ha assicurato – perché da soli siamo lo zero virgola, insieme, come Ue, raggiungiamo il 7% del sistema mondiale». Honsell è convinto che la strada corretta da seguire sia quella di un federalismo europeo, «per affrontare al meglio le sfide future».Per questa campagna elettorale entrambi i candidati hanno scelto, in controtendenza rispetto a molti loro colleghi (anche di centrosinistra), di parlare di idee e programmi di livello europeo, non limitandoli a un ambito nazionale. «La risposta è l’Europa», ha concluso l’ex sindaco di Udine, che nella lista del Pd si è presentato da indipendente.

Fonte: Messaggero Veneto