Archivio per Categoria Comunicati stampa

Perché riaprire Via Mercatovecchio al traffico delle auto private è una brutta cosa per la nostra città?

Riaprire Mercatovecchio al traffico privato è una cattiva idea perché peggiora la nostra salute. Aumenteranno le polveri sottili, che con tanta fatica siamo riusciti a contenere, limitandoci a meno di 35 sforamenti annui, diversamente da quanto avviene in altre città del Nord. Aumenteranno le concentrazioni di ossidi di azoto, benzopireni e idrocarburi policiclici aromatici, che si stima conducano in Italia a 100 mila morti premature. Perché aumenterà il rumore acustico che ormai l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riconosce come collegato all’insorgenza di molte malattie croniche invalidanti come l’ipertensione o il diabete. Perché aumenterà il rischio di incidenti.È una cattiva idea per il nostro spirito, che ha bisogno di luoghi da vivere a misura d’uomo. Perché a causa della minore vivibilità in centro diminuiranno i residenti. Perché rallenterà la velocità di servizio dei mezzi pubblici, provocando la diminuzione del loro utilizzo. Perché faremo un salto culturale all’indietro nell’idea di città del XXI secolo quale luogo inclusivo e accessibile. Avete mai sollevato lo sguardo verso gli edifici che si affacciano su Mercatovecchio, valorizzati dall’illuminazione realizzata da Amga-Hera, facciate che i grandi maestri come Gino Valle hanno lasciato in eredità a dimostrazione della nostra secolare cultura urbana e civile? Chi potrà più goderne senza il rischio di venir arrotato?
La decisione di riaprire alle auto è stata presa a Udine mentre da New York a Seul, da Sacile a Muggia, gli amministratori cercano di creare luoghi al posto dei non-luoghi. Mentre il modello ideale è la piazza medievale delle città italiane intesa come luogo di socialità? Con la forza della ricostruzione storico-scientifica eravamo sul punto di restituire il luogo medievale di Udine, quello che la fece diventare capitale del Friuli: Mercatovecchio, che fu piazza del mercato. Quale modello di città ci viene invece proposto? Riaprire al traffico Mercatovecchio vuol dire privarci di uno spazio che gli amministratori locali e urbanisti illuminati ci invidiano. Dove andrà a finire la Udine, che aveva acquisito una reputazione europea nella lotta all’inquinamento e al traffico? Avevamo costruito un parcheggio di destinazione per combattere il traffico passivo. Il progetto era arrivare rapidamente al centro, procedere a piedi lungo Mercatovecchio pedonale, entrando dal giardino dell’ex-Banca d’Italia. Perché questa riapertura? Solo per una promessa elettorale a qualche commerciante che ha combattuto la riqualificazione di Mercatovecchio nell’illusione che un’impossibile macchina del tempo potesse “dargli la percezione” di rimettere i conti a posto? Ci sono anche commercianti in aree non Ztl che mi hanno chiesto di renderle pedonali per avere l’impressione di essere in centro. Con la riapertura al traffico rischiamo un tremendo ritorno al passato fatto di quella cattiva qualità dell’aria che ci faceva tossire da bambini, mentre storditi dal rumore e oppressi nello sforzo di non farci investire sognavamo un futuro urbano più a misura di persone. La riapertura di Mercatovecchio sarà una cosa brutta per Udine e sarà ancora peggiore per i cittadini che la vivono.
Fonte: Messaggero Veneto 

«Unità contro il populismo»: Open Fvg lancia il radicamento

L’articolo de  “Il Piccolo”  di oggi relativo all’assemblea di giovedì scorso (05 luglio) tenutasi a Udine.
Dure critiche a una giunta regionale «senza idee» e appello all’unità del centrosinistra «per costruire l’alternativa a populisti e antieuropeisti». Open Sinistra Fvg ha tenuto a Udine la propria assemblea regionale, lanciando l’avvio di un percorso di radicamento territoriale che permetta alla lista di partecipare come civica di sinistra alle amministrative che si terranno in molti comuni nel 2019. Al centro della discussione c’è stato tuttavia il bilancio dei primi mesi di amministrazione di centrodestra, con la constatazione che «non c’è nemmeno un’idea per affrontare i problemi della regione, ma solo proclami quotidiani e prime azioni concrete rivolte esclusivamente contro migranti e gay», come recita una nota emessa a conclusione della riunione. Secondo OpenSx, «su grandi questioni come la sanità, la giunta non può far altro che agire in continuità con quanto fatto dal centrosinistra, come messo nero su bianco nel Documento di economia e finanza, alla faccia della controriforma promessa. L’unica cosa che stanno smontando è la riforma degli enti locali e siamo contrari: lasciare i Comuni a gestire da soli i servizi significa non garantire a tutti i cittadini gli stessi servizi». E proprio il dibattito sulle Uti, dà modo a Open Sinistra di rilevare che sul primo ddl in materia il Pd si è astenuto, i Cittadini hanno votato a favore e Furio Honsell (Open Sinistra) si è espresso contro: «Vogliamo – conclude il comunicato – incontrare a breve Pd e Cittadini per condividere l’impegno a tenere unito e all’opposizione il centrosinistra per costruire da subito l’alternativa a populisti e antieuropeisti».

Uscita della Regione dalla Rete Re.A.Dy: interrogazione a risposta immediata

Questa mattina durante la seduta in Consiglio Regionale ho rivolto un’interrogazione a risposta immediata al Presidente Fedriga e all’Assessore Rosolen per capire le ragioni per le quali la Giunta ha deciso – come sua prima azione politica – di revocare l’adesione alla rete nazionale antidiscriminazioni Re.A.Dy, attiva nel campo della definizione di percorsi e progetti volti a prevenire l’emergere di fenomeni discriminatori sulla base dell’orientamento sessuale o dell’appartenenza di genere.
La risposta dell’assessore è stata che “le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità”. Cioè, la Regione rinuncia a essere parte attiva demandando alla buona volontà dei singoli l’impegno per una piena uguaglianza tra tutti i cittadini.
La rete Re.A.Dy ha un ruolo pionieristico e la nostra partecipazione avrebbe consentito di svolgere un ruolo nella tutela del benessere dei cittadini al quale – evidentemente – si è ritenuto di voler rinunciare.

Replica al discorso programmatico Presidente Fedriga

Signor Presidente della Regione, Signor Presidente del Consiglio, Signori Colleghi Consiglieri,

desidero porgere a tutti loro e in special modo a Lei, Signor Presidente del Friuli Venezia Giulia On. Massimiliano Fedriga, i migliori auguri di buon lavoro e questo per il bene di tutti i cittadini della nostra regione, in particolare, e più in generale a tutti coloro che vivono e vivranno su questo pianeta.

Ho apprezzato nel Suo discorso, Presidente Fedriga, i suoi cenni alle tematiche della tutela ambientale e della sostenibilità energetica, e all’attenzione nei confronti delle fasce più fragili e deboli della popolazione.

Ma mi dispiace rilevare anche, che si è trattato di cenni generici, purtroppo. Tutto il Suo discorso infatti è stato a mio avviso per buona parte troppo generico e superficiale, e ciò mi preoccupa.

Le sfide dei mutamenti climatici e della salute dei cittadini, nonché quelle del lavoro, richiederebbero un’attenzione e un approfondimento ben diversa, in ogni occasione, anche in quelle che possono essere interpretate solamente come un adempimento.

Relativamente alla sostenibilità ambientale andrebbero infatti declinati, con tempistiche precise e obiettivi quantificabili, i passi che la Regione FVG intenderebbe compiere verso la de-carbonizzazione, in accordo con gli impegni nazionali che nascono dal COOP21 di Parigi del 2015, nonché dai 17 obiettivi sostenibili delle Nazioni Unite. Questi potrebbero riguardare l’eliminazione di oli pesanti per il riscaldamento, gli investimenti per FV, il geotermico, l’idroelettrico. Mi sarei aspettato qualche indicazione sugli standard edilizi per garantire l’efficientamento e la coibentazione degli edifici. Qualche proposta concreta su come raggiungere gli obiettivi previsti dalle direttive europee in tema di ciclo integrato dell’acqua (venendo così a chiudere le procedure di infrazione attualmente aperte), e anche in tema di qualità dell’aria, che è ormai riconosciuta indiscutibilmente come una delle principali cause di morte prematura.

La inviterei ad essere ambizioso in questi settori anche perché alte sono le opportunità di nuovi posti di lavoro, sia qualificati che non, che essi possono offrire se adeguatamente sviluppati.

Avrei desiderato ascoltare qualcosa di più convinto sui piani di prevenzione della salute e alla marginalizzazione. E soprattutto sulle misure attive che intende attivare per il lavoro e almeno qualche azione proattiva per contrastare il preoccupante fenomeno degli inattivi e dei working poors, nell’ambito di una più seria analisi del tema della disoccupazione.

Con preoccupazione invece ho rilevato alcune sottolineature nel Suo discorso che mi fanno temere che Lei sia poco informato sulla realtà di questa regione e pensi che qualche slogan possa risolvere i problemi. Mi riferisco al passaggio sulla “accoglienza diffusa” a suo dire “bocciata senza appello da una larghissima fetta della cittadinanza”.  Non penso proprio che le soluzioni concentrazionarie, che Lei sembra prediligere, siano state salutate con soddisfazione dai cittadini, anzi sono invece innumerevoli gli esempi positivi di accoglienza diffusa, che sono stati i soli che hanno permesso di far fronte agli arrivi dei richiedenti asilo. Su questo punto infatti Lei è quanto meno semplicistico. Dichiara “chi entra illegalmente nel nostro Paese commette un reato”. Ma non sa forse che l’accoglienza diffusa è stata organizzata non per immigrati clandestini, ma per richiedenti asilo, migranti non economici, ma ecologici, che la nostra Costituzione nel suo Articolo 10. Parlare poi di “filtri” immagino di esseri umani, quando ci si riferisce ai “valici”, è un lessico brutale, non degno di un discorso di insediamento e certo non degno di uno che rivendica così spesso la propria matrice cristiana.

Questa brutalità se proprio deve esserci, spero rimanga solo nelle parole. Con soddisfazione noto infatti che nel documento scritto, Lei non ha riportato quell’aggettivo “naturale” accanto alla parola “famiglia”, che invece ha fatto risuonare nell’aula del Consiglio. Le ricordo che il Friuli Venezia Giulia è terra di diritti umani, di diritti cioè di cui sono titolari gli esseri umani, in quanto tali, e non in quanto cittadini per diritto ereditario o per anzianità nel ruolo. Quando lei dichiara di rivedere i criteri di accesso ai servizi sociali e all’edilizia agevolata, attribuendo il “giusto peso” agli anni di residenza in Friuli Venezia Giulia, Le ricordo sulla base della mia esperienza di sindaco di una città,  che sono “cittadini” tutti coloro che fanno parte della nostra comunità, che non c’è nessun vantaggio a creare delle discriminazioni, delle disparità. Le nostre scuole materne pubbliche sono frequentate da tanti futuri cittadini di questo Paese che forse non possono vantare alcun diritto ereditario, ma parlano la nostra lingua con le stesse sfumature e accenti e incertezze dei loro coetanei che invece secondo lei sono gli unici a vantare giusti diritti. Non è con l’ottocentesca retorica del “sangue e suolo” che si governano le società complesse e questo mi porta a riflettere sull’assenza di una visione realmente europea, che sorprende in chi è cresciuto e si è formato in una città nella quale negli elenchi telefonici esiste una stratificazione di cognomi italiani, tedeschi, sloveni, croati, greci e così via… Certo, non nego esista una oggettiva necessità di riequilibrio delle scelte europee in favore di politiche di crescita e di sviluppo, esiste il tema della riforma in senso democratico delle istituzioni comunitarie e di una rilegittimazione popolare del grande disegno sortito dal Manifesto di Ventotene, ma è vero anche che la nostra regione e il nostro Paese non possono prosperare o avere un qualche ruolo fuori dal grande disegno europeo ed è parimenti vero che – se non vogliamo che l’Europa sia solo finanza e moneta – dobbiamo aprire i confini e mescolare i popoli, non nasconderci dentro una ridotta identitaria in salsa ungherese.

Avrei anche desiderato sentire qualche progetto più significativo sulla promozione dell’innovazione e il sostegno alla ricerca. E tutto ciò senza dimenticare i tanti sconfitti che inevitabilmente l’innovazione crea.

Una regione può essere protagonista solamente se non lascia indietro nessuno, perché solamente le società veramente eque sono sane. Il benessere o è di tutti oppure non è. E purtroppo un silenzio ingombrante è stato i suo anche sul tema delle pari opportunità.

Un’ultima osservazione, quella sui “campioni dello sport”. Una regione è tanto più sana quanto più è equa, certamente ci sono i campioni a cui lei si riferisce, ma una regione è una regione attiva se lo sport è di tutti.

Su un punto però, Signor Presidente, condivido il Suo discorso ed è quello sulla Sua volontà di operare insieme ciascuno nel proprio ruolo. Mi metto a disposizione per suggerimenti ed idee. Le confesso che sarei molto più soddisfatto nei prossimi 5 anni se non avessi che da elogiarla per come Lei opererà, minimizzando così il ruolo di opposizione, piuttosto che trarre visibilità nel contrastarla.

Il benessere di tutta la comunità regionale è infatti il nostro primo dovere, ma anche la nostra unica speranza per il futuro.